Cesare Livrizzi MILANO NON CONTIENE AMORE
Al suo secondo album dopo “Dall’altra parte del cielo” (2011 – Zone di Musica) il cantautore siciliano trapiantato a Milano Cesare Livrizzi, già figlioccio di un padrino d’eccezione come Lucio Dalla, propone un’opera seconda valida e matura. Si parte subito alla grande con Due petali, lenta e cadenzata canzone di grande suggestione e forse la migliore dell’album, poi i brani si alternano tra momenti più pop e movimentati e altri ancora lenti e intimistici. Per inclinazione personale i nostri favori propendono leggermente verso questi ultimi anche perché Da tre mesi è un’altra grande canzone che se la gioca con l’ironica Il cambio, con la bellissima Respira e soprattutto con la delicata Teresa e il mare.
I testi, sempre parte preponderante nella canzone d’autore, vanno dalle umoristiche Single vista bagno e Con un bue in stomaco alle più riflessive Milano non contiene amore e In alto i medi, ma a volte indulgono in un’ermeticità esagerata come accade in Finito il male, bella canzone sull’eutanasia: nessuno ne capirebbe il tema se non lo dicessero le note che accompagnano il CD; pur non discutendo la sensibilità dell’artista che ha diritto di esprimersi come meglio crede, ci sembra un notevole difetto quando si vuol far passare un messaggio importante. Due dolcissime ciliegine sulla torta arricchiscono un bell’album cantautorale che merita un’ampia sufficienza: la presenza al basso e alla voce di Roberto Dell’Era nella citata Finito il male, e la precisa e convincente, come non poteva essere altrimenti, produzione di Marco Parente che oltre che dietro al banco di regia, siede anche sullo sgabello della batteria.
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