Claudio Conti GARNET DUSK
Claudio Conti è un musicista italiano che dà ora alle stampe il suo terzo disco uscito per la Seahorse Recordings, facciamo una certa fatica a definirlo un cantautore perché, pur essendo autore di musica e testi, quella definizione finirebbe per apparentarlo a molti, forse troppi, suoi e nostri conterranei; decisamente più calzante la definizione di songwrietr e non soltanto perché la lingua da lui usata è l'inglese, ma anche perché è la tradizione soprattutto d'oltreoceano quella a cui principalmente si riallaccia. E' la West Coast più malinconica e nostalgica quella che si respira nelle tracce di “Garnet Dusk”, la fragilità di una vita in cui la felicità si perde e gli amori svaniscono lasciando dentro soltanto un senso di amarezza e di smarrimento, I Never Saw Her Again recita il titolo di uno dei brani più ispirati; tema non nuovo, ma che Conti tratta con sensibilità e abilità soprattutto negli arrangiamenti che, pur lasciando il posto principale alla voce, sottolineano abilmente le atmosfere e il tono di ogni brano.
Così Blazing Lair ci fa assaporare grazie a una tromba tex mex il languore della frontiera e dei suoi solitari tramonti, mentre in Florence il suono sommesso sempre della tromba e degli altri strumenti ci offre una dolente cantilena e in Autumn Song, brano che apre l'album denunciandone chiaramente la matrice folk, sono il violino e la chitarra a segnarne il tono umbratile e malinconico. “Granet Dusk” si fa apprezzare proprio per la cura e la qualità degli arrangiamenti, per l'efficacia di un canto che, mai sopra le righe, ha la dolcezza e la delicatezza adatta per cantare tasti che toccano i sentimenti più intimi e personali senza scadere nel dolciastro o nel compassionevole. Unica pecca, purtroppo comune a molti prodotti di questi anni, l'eccessiva lunghezza, ben quattrodici le canzoni presenti, che rischia di diluirne la qualità.
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