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8 Luglio 2013 , ,

My Tie is Evil CAMOUFLAGE

Uscita: 1 Giugno 2013 - Like Me Records

my tie is evilIl quartetto padovano dei My Tie is Evil, costituito da Alessandro Pavanello (voce e chitarra), Tommaso Rocchi (basso e tastiere), Mattia Zoccarato (chitarra e tastiere) e Tiziano Breda (batteria), dopo aver prodotto un EP intitolato “Jump” e aver partecipato a un contest per il canale televisivo satellitare Rock Tv, approda ora al primo album full lenght, “Camouflage”: 11 tracce per circa 43 minuti complessivi, la “durata perfetta” (o almeno ai tempi del vinile si diceva così, che un disco dovesse durare tra 40 e 45 minuti; meno era poco, di più era troppo). Si parte con una traccia che porta lo stesso nome della band, puramente uno sketch di pochi secondi, e quando esplode For you, sucker! l’impatto è immediatamente efficace e suggestivo: un drumming colorito e articolato e un riff che riesce a sembrare ‘scanzonato’ nonostante le sonorità scure ed energiche: un po’ come se i Primus suonassero una canzone dei beach boys! La melodia vocale, profumata di ‘teen movies’ irriverenti e sfacciati in stile American Pie entra subito in testa e nel cuore: quando poi esplode il ritornello corale non si può fare a meno di pensare che sarebbe perfetto come sigla di una serie televisiva come Scrubs. La successiva Jump (ripresa dall’EP omonimo) ci proietta con prepotenza in altri territori: l’arpeggio in ottavi del synth è tipico di certa dance music anni ’80, mentre la chitarra è in levare e tanto-tanto-ska: un godibile cocktail dei Le Tigre con i Sonic Youth inframezzato da urla quasi Oi! Smile decolla con un arpeggio space-rock, melodie cosmiche tra Ozric Tentacles e Magic Mushroom Band, con un cantato delicato, sognante, psichedelico, avvolgente. Il ritornello mid-tempo ci porta dalle parti di certo grunge di Puddle of Mudd e primissimi Pearl Jam, ma senza perdere quella freschezza ‘spacey’ degli inizi; indubbiamente la traccia highlight del CD.

 

Volando e rivolando in questo spazio profondo approdiamo su un altro pianeta tutto diverso: Silence will fall, tra la italo-disco ed i Linkin Park, brano più ‘leggero’ (ma in modo intelligente!) che andrebbe giocato come singolo di sfondamento. The hidden side è l’esatto opposto: l’episodio più metal di tutto il CD, con tanto di cambi di tempo repentini, chitarre lancinanti e inserti in growling! Che sia questo il lato nascosto della band di cui parla il titolo? Lo strumentale Interlude abbraccia ritmiche tra trip-hop e jungle con stacchi da colonna sonora, mentre il metal (di pregevole fattura emy-tie-is-evil grande perizia tecnica) riaffiora in This song reminds me of being gullible. Now that you’re leaving torna a volare su quei territori di psichedelia melodica che sicuramente costituiscono il massimo punto di forza della variegata cifra stilistica di questa band. The future is rolling è ancora una realtà diretta, un noise-pop nervoso, spigoloso e venato di reggae; solo con le idee e con i cambi concentrati in questa singola traccia una band meno generosa ci avrebbe fatto mezzo disco. Il CD si chiude con Insomnia, altro brano ricco di cambi, dall’intro ‘catchy’ alle esplosioni fragorose del ritornello. La prima dote dei My Tie is Evil è proprio quella di confrontarsi con stili diversi tra un brano e l’altro, ma spesso proprio all’interno di una stessa canzone, amalgamandoli con gusto e coerenza e restando sempre se stessi, rileggendo varie scuole attraverso una personalità ben definita. Una band che non solo ha tanto da dire, ma sa dirlo in mille modi diversi. E questa è davvero una virtù rara in quel panorama di monolitica ottusità che affligge tanti contesti musicali odierni.

 

Alberto Sgarlato

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