Sandro Mussida Ventuno Costellazioni Invisibili
Sandro Mussida è un musicista compositore che nel suo percorso artistico ha esplorato tanti generi e molteplici linguaggi mediali. Si potrebbe semplicemente definirlo uno sperimentatore aperto al sentire anche a voler riprendere uno dei suoi più interessanti e originali progetti chiamato "Tutto Questo Sentire", un luogo d'incontro (le varie edizioni si sono svolte a Capalbio e a Roma) in cui musicisti di diverse estrazioni condividono l'esperienza percettiva e gestuale di misurarsi con performance estemporanee, aleatorie, interattive. La grande forza della sua versatilità è sempre quella di compiere un tipo di ricerca sfuggente alle categorizzazioni e in grado di fare emergere il suo talento creativo, una visione ampia, lucida e sincretica. Mussida (foto a destra) ha una formazione rigorosamente classica e questo gli ha permesso di esprimersi come violoncellista privilegiando l'improvvisazione e una modalità di approccio allo strumento che ha sempre rifuggito l'accademismo. Tutta la sua formazione e i suoi lunghi studi sono stati il mezzo per raccogliere gli stimoli giusti, per leggere il suo tempo e provare a interpretarlo autonomamente.
"Ventuno Costellazioni Invisibili" in qualche modo è la risposta tangibile della sua curiosità e autodeterminazione. Un disco pensato per ensemble di sette strumenti ed elettronica registrati con tre diversi formati: stereo, surround 5.1 e stereo binaurale. L'idea è poi una distribuzione su supporti diversi di cui questa in vinile è la prima di tre uscite diverse. Si entra nel vivo di un'indagine sulle variazioni. Il suono materia vivente seguito nel suo intrigato tragitto. Dalla fonte di emissione al galleggiamento spazio temporale. Se ne segue la scia, il pulviscolo, le stratificazioni, l'ultimo tremolo che dà energia alle particelle di etere attraversate. Come le costellazioni ci appaiono micro punti luminosi da scrutare nel nero del cielo così i riverberi, le modulazioni sono lievi anelli concentrici che rompono la fissità del silenzio. Il silenzio è anch'esso elemento funzionale e musicale nel momento in cui è possibile saggiarne la consistenza, lo spessore ermetico che viene profanato in un rituale iniziatico, arcano e mistico. L'avvio di micro reazioni del tutto casuali affidate ad un moto primordiale, ad una gestualità istintiva e naturale che spalanca nuove percezioni.
L'alternanza di silenzio, suoni striduli, corposi, metallici, eco, dilatazioni, contrazioni è come una modalità tattile. Uno sfiorare diverse superfici, diverse consistenze. Gli intenti sembrano voler fare affiorare un impercettibile, una rivelazione subitanea, uno scintillio che brevemente devia la traiettoria. L'unica possibile verosimiglianza potrebbe rimandare alle geometrie architettoniche di Xenakis, la loro complessità e la loro leggerezza tesa a svelare nel puntillismo reiterato le sfumature e le sfaccettature del colore, del riverbero. L'idea del gioco, la sintesi granulare del suono portato ai minimi termini e ricomposto. Collaboratori d'eccezione al progetto sono Yoko Morimyo (violino), Susanne Satz (piano), Alessandra Novaga (chitarra elettrica), Giulio Patara (triangoli, celesta e tam tam), Sebastiano De Gennaro (triangoli, glokenspiel, gongs), Enrico Gabrielli (flauto e clarinetto) e Giovanni Isgrò insieme allo stesso Mussida agli effetti elettronici live. Posano la lievità del loro tocco mentre la puntina del giradischi rinnova la magia di amplificare con il suo fruscio il silenzio impossibile. Silenzio emotivo come unico intervallo possibile da frapporre al ciclico fluire, al caos che tutto muove.
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