Fabio Zuffanti O CASTA MUSICA
C'è stato un tempo in cui Genesis, PFM o ELP potevano dominare le classifiche di vendita, alla radio grazie a personaggi come Massarini, Cascone, Villa, si poteva ascoltare quanto di meglio la musica proponeva in Italia e nel mondo e anche la Tv proponeva il nuovo rock. Oggi invece i media si sono omologati e propongono sempre gli stessi “grandi successi”, i soliti noti: Vasco, Liga, Pausini e i protagonisti usciti dai sempre più invadenti talent show. E gli altri? Chi attraverso la propria attività musicale si sforza di esprimere idee personali, provare vie innovative, svincolarsi dalla logica del cosiddetto mercato viene occultato, nascosto, gli viene sbarrata la strada per far sentire la sua voce al pubblico. Contro questa situazione il musicista genovese Fabio Zuffanti, nome importante del prog italiano con una carriera ventennale in progetti come La Maschera di Cera e Hostsonaten, nel gennaio 2011 scrisse una lettera aperta che fu insieme uno sfogo contro la casta che regola il mercato discografico e i passaggi radiofonici e la richiesta di rompere l'oscuramento della musica fino ad ora ghettizzata come di nicchia.
Grazie ai blog, ai social network e a quotidiani come “La Stampa” e “La Repubblica” la lettera ha suscitato ampie discussioni e larghe adesioni, adesso l'autore ha deciso con questo agile libro, “O casta Musica”, di tornare sull'argomento e approfondire gli argomenti lì affrontati. Una piccola pietra gettata nelle acque stagnanti del mondo della musica nostrana che appare, anche in molte realtà indipendenti, sostanzialmente rassegnato all'andazzo generale: così vanno le cose, così devono andare. E invece no, per Zuffanti le cose vanno così perché c'è chi fa sì che le cose vadano in questo modo: dai dj dei network radiofonici che trasmettono a rotazione sempre gli stessi brani che così finiscono naturalmente per imporsi come successi (<<perché qualcuno deve decidere a priori cosa il pubblico può ascoltare e cosa invece gli deve essere precluso?>>) ai discografici delle major interessati solo ai bilanci e ai successi sicuri, rinunciando a qualunque minimo rischio, al predominio dei talent show che propongono sempre lo stesso tipo di musica pop-soul alla Giorgia.
Ma il musicista genovese non si limita nel suo j'accuse alla situazione del mercato, ma allarga le sue considerazioni sull'impatto che una buona educazione musicale ha sulla società: <<sono profondamente convinto che esista un legame per nulla sottile fra un'arte (in questo caso la musica) più profonda, meno plastificata e una società migliore, più elastica, più intelligente da tutti i punti di vista>>. L'ignoranza musicale è sintomo e causa di una società chiusa, bigotta, facilmente manipolabile, come gli ultimi anni di vita politica italiana hanno mostrato. Ecco allora che la critica coinvolge le scuole di canto, l'acquiescenza alle mode e ai miti presunti ribelli, alla moda delle cover band, all'insegnamento di musica nelle scuole, e chi scrive, insegnando in una scuola media non può che concordare, troppo spesso flauto e canzonette esauriscono i tre anni di studio evitando accuratamente alcun approccio critico all'ascolto musicale. Completano il volume una serie di brevi missive a esponenti del mondo musicale e alcune interviste a critici musicali, produttori, musicisti, dj che dibattono con Zuffanti sui temi affrontati nel libro.
C'è da augurarsi che questo “O casta Musica” non venga, magari dopo aver suscitato qualche dibattito, accantonato come lo sfogo di uno “sfigato e vecchio musicista prog”, ma per quello che è: il tentativo generoso di non rassegnarsi allo status quo, di rompere i luoghi comuni che guidano le scelte di chi detiene il potere (la musica deve essere allegra, questo la gente non lo vuole), di aprire una breccia nel muro che separa la musica “altra” dal pubblico: <<Sono stati quei quattro dj che hanno fatto, e tutt'ora fanno, il bello e il cattivo tempo a discapito degli ascoltatori che non possono più godere di opere musicalmente stimolanti e di tutti quelli che con la musica non schierata ci vorrebbero vivere>>. Leggetelo perché “O Casta Musica” getta una luce importante sulla musica di oggi e sulle regole e la mentalità che la governano. Quella di Zuffanti è la battaglia di chi crede che la musica non sono solo canzonette, ma è un'espressione fondamentale della cultura e dell'essere umano, e questa, lasciatemelo dire, è anche la battaglia quotidiana di un sito come il nostro, Distorsioni, che cerca di informare e far conoscere le molteplici realtà della musica italiana e del resto del mondo.
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