Paolo Sorrentino HANNO TUTTI RAGIONE
Continua il ripescaggio di Distorsioni di validi libri usciti negli anni scorsi, a cura di Alfredo Sgarlato: speriamo possa essere di vostro gradimento.
Paolo Sorrentino è il più bravo dei giovani registi italiani. Come hanno fatto molti suoi colleghi o musicisti ha voluto cimentarsi anche nel romanzo con “Hanno tutti ragione”, titolo che riprende una frase tipica di suo padre. Il libro, a detta di molti penalizzato dalla brutta copertina, è stato candidato al Premio Strega (arrivando terzo), e questo ci dissuadeva del leggerlo, ma la passione per il regista ha prevalso e ci ha incuriosito. È la storia di Tony Pagoda, cantante alla Califano, bravo cuoco, borderline con la criminalità, sciupafemmine dal matrimonio in crisi. Praticamente il protagonista del primo film di Sorrentino, il bellissimo e poco visto “L'uomo in più”, dove il personaggio si chiama però Antonio Pisapia, per cui è difficile non immaginare Tony Pagoda con le sembianze di Toni Servillo, attore prediletto dell'autore. Sorrentino scrittore vale il regista? Dobbiamo dire di no, o almeno non ancora. Più che un romanzo con uno sviluppo narrativo compiuto, “Hanno tutti ragione” è una serie di episodi della vita di Tony, che più che altro servono da spunto per le sue riflessioni filosofiche, a volte troppo barocche nella scrittura, con l'autore che sembra non saper rinunciare alla frase a effetto, all'aggettivo spiazzante. Il libro dà un'impressione generale che manchi qualcosa. Forse manca Toni Servillo che lo reciti.
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