Low La Via Invisibile – Italian/English Version
In occasione del tour promozionale di “The invisible way” abbiamo incontrato Alan Sparhawk, cantante e chitarrista della band americana Low durante la data milanese parte della rassegna Sound & Comfort. Ne è venuta fuori una chiacchierata a 360° sulla loro ventennale carriera, la vita quotidiana e le emozioni che trasportano in maniera intensa nelle loro canzoni.
INTERVISTA CON I “LOW”
Ubaldo Tarantino (Distorsioni) - La pubblicazione di “The Invisible Way” coincide con il ventennale della band. Se “C'Mon” può essere visto come uno dei vostri dischi più pop-rock, questa nuova release torna agli arrangiamenti minimalisti dei vostri esordi. È stata una scelta intenzionale?
Alan Sparhawk (Low) - Credo di sì. Dopo “C’mon” sentivamo di voler tornare a qualcosa di minimale e, in fin dei conti, se ci pensi, un po’ tutta la nostra produzione è stato un alternarsi di cose minimaliste con altre più pop/rock. Cercavamo qualcosa di molto semplice ed in questo anche Jeff (Tweedy) ci ha aiutato molto.
A proposito di questo, com’è stato lavorare con Jeff Tweedy, che ha prodotto “The Invisible Way” e come è nata questa relazione?
Conosciamo gli Wilco da alcuni anni, abbiamo suonato insieme varie volte e Jeff ci aveva già invitato più volte ad andarli a trovare nel loro studio di Chicago e quando abbiamo iniziato a comporre le canzoni per il nuovo disco abbiamo pensato che potesse essere una buona idea accettare l’invito. Jeff è molto bravo, e grazie alla sua esperienza di musicista ha capito subito cosa volessimo con quelle canzoni e lo ha molto rispettato, sempre senza paura di dare il suo parere e il suo consiglio dando un’impronta molto diretta e senza fronzoli. Se posso paragonarlo ad un altro produttore con cui abbiamo lavorato, direi Steve Albini mentre ad esempio, Matt Backley è quel genere di produttore a cui piace riempire parecchio il suono con molti effetti.
In “The Invisible Way” tu e Mimi vi siete divisi equamente le canzoni da cantare all’interno dell’album e lei canta di più in questo disco, è stata una scelta intenzionale?
E’ vero, Mimi canta maggiormente in questo disco rispetto ad altre volte e la cosa è nata dal fatto che lei ha composto molte delle canzoni che lo compongono. Solitamente scriviamo i testi separatamente e così poi ognuno tende a cantare ciò che ha composto, ma ci sono anche esempi diversi come Holy Ghost che ho composto io ma ho ritenuto che fosse decisamente adatta alla voce di Mimi. Mi piace molto la sua voce, è molto naturale e spesso abbiamo parlato di fare un disco interamente cantato da lei….chissà magari un giorno.
Sono passati vent’anni da quando avete iniziato a suonare e siete arrivati al decimo album eppure le vostre canzoni continuano ad apparire sempre attuali.
Davvero pensi questo (ride)? Ti ringrazio, diciamo che noi non ci siamo mai preoccupati di seguire quello che fosse il suono del momento, nè agli inizi e neppure oggi. Le nostre canzoni possono, a volte, apparire come una sorta di folk/country americano ma non è mai stata una cosa intenzionale. Semplicemente, abbiamo sempre cercato di fare qualcosa che fosse senza tempo ed ascoltabile con la stessa intensità anche ad anni di distanza.
So che avete due bambini, come fate a far convivere famiglia e lavoro, è una cosa difficile?
No, direi che non è difficile, almeno non più di quanto prima fosse difficile avere l’affitto da pagare o affrontare le cose di tutti i giorni. La cosa che è diversa siamo noi, l’avere avuto dei figli ci ha resi più responsabili, ma al tempo stesso più disperati (ride). Ti rendi conto che le tue scelte influenzano altre persone e questo a volte può essere una grande responsabilità.
Tornando al vostro ultimo disco, come è nato il titolo, ha a che fare con la spiritualità?
Quando siamo entrati in studio non avevamo un titolo in mente, ma mentre stavamo registrando sentivamo che ci fosse come una forza invisibile che ci stava guidando in maniera naturale a fare quello che stavamo facendo. Nel testo di Holy Ghost dico “I feel the hands but I don't see anyone. I feel the hands but I don't see anyone it's there and gone” ed è proprio come ci siamo sentiti. E’ come quando, in certi momenti della vita ti senti trasportato a fare delle scelte, non sai dove ti porteranno e non sai neppure bene perché le stai facendo ma sai che le devi fare.
Guardandoti indietro, ci racconti un episodio particolare che vi è accaduto e che non avete mai raccontato?
(Ci pensa su un bel po’) - Caspita, questa è una domanda difficile! Vediamo, una cosa che non ho mai davvero dimenticato è stata la prima volta che abbiamo sentito una nostra canzone alla radio. Eravamo in furgone e stavamo ritornando a casa dopo un concerto a New Orleans. Non era un grande network radiofonico, era una College Radio di Minneapolis, ma l’idea che in quel momento io e altre persone stessimo ascoltando la stessa nostra canzone mi fece sentire parte di un tutt’uno davvero emozionante. Era un periodo particolare per noi e per la nostra generazione, arrivavamo tutti dagli anni ’80, dal punk e c’era un senso di vuoto e dolore. Non ho mai dimenticato quel momento e quando ci ripenso provo ancora delle grandi emozioni.
Oggi sembra difficile essere innovativi in un genere come quello definito “Indie-Rock”, secondo te c’è qualcuno di innovativo oggi in questo ambito?
Personalmente mi piace molto John Grant, lo trovo innovativo anche se bisogna dire che anche lui mescola un po’ il rock con l’elettronica.
Cosa state ascoltando ultimamente (ad esempio nel tour bus)?
Ultimamente ascoltiamo molto reggae, le compilations di Dennis Brown, conosci? E poi molto Rhythm & Blues, Chaka Khan, Michael Jackson. Mimi ultimamente sta ascoltando un gruppo psych, gli Hookworms un po’ sullo stile Spacemen 3.
Guardando avanti, come vedi ti vedi tra cinque anni?
Non abbiamo mai programmato nulla, il futuro è imprevedibile! Credo che non vorrò mai smettere di suonare e scrivere canzoni, mi piacerebbe scrivere qualcosa per una colonna sonora, fino ad ora non ci è mai capitato ed è una cosa che mi attira. Mi piacerebbe anche produrre altre bands, non sono molto portato per il lavoro “tecnico” con il mixer e cose così, ma mi piacerebbe dare un apporto in termini di esperienza e feeling.
Alan, grazie davvero per la tua disponibilità e in bocca al lupo per stasera.
Grazie a voi, è stato un piacere e per stasera speriamo bene! Ieri sera (a Firenze) abbiamo fatto davvero un bel concerto, e di solito ad uno bello ne segue uno brutto (ride)
Beh, alla fine possiamo dire che il concerto di Milano è stato davvero emozionante, per cui siamo davvero contenti che Alan si sia sbagliato.
INTERVIEW WITH "LOW"
The occasion of the promotional tour of their last record “The invisible way” has given us the chance to meet Alan Sparhawk of the American band Low. It was a 360° chat about their 20 years old career, their daylife and emotions that they transfer in a very intense way in their songs.
Ubaldo Tarantino (Distorsioni) -The release of “The Invisible Way” coincides with the 20th anniversary of the band.If “C'Mon” can be seen as one of your more pop-rock record this new release comes back to your minimalistic arrangement of your debut time. Was it an intentional choice?
Alan Sparhawk (Low) - I believe it was. After “C’mon” we felt we wanted to come back to something minimal and, after all, if you think of it, more or less all our discography has been an alternation between minimal stuffs and more pop/rock ones. We were looking for something very simply and in this, even Jeff (Tweedy) helped us a lot
About this album, how has it been working with Jeff Tweedy, that produced “The Invisible Way” and how this relationship started?
We know Wilco since some years, we have played with them several times and Jeff invited us to go to visit them in their recording studio in Chicago and when we started to score the songs for the new record we thought that it could be a good idea to accept the invitation. Jeff is really good and thanks to his experience as a musician he has immediately understood what we wanted with those songs and he has respected it always without being afraid of telling us his opinions and suggestions and giving a very direct mark, without any frills. If I can compare him to another producer we worked with, I’d say Steve Albini while, for instance, Matt Backley is that kind of producer that likes to fill up a lot the sound with many effects.
In “The Invisible Way” you and Mimi have equally divided the songs to sing inside the record and she sings more in this record, has it been an intentional decision?
Yes, it’s true, Mimi sings more in this record compared to other times and the things comes out ‘cause she has composed many of the songs that are in it. Usually, we write the songs separately and so everyone tends to sing his one ones but, there are even different examples like Holy Ghost that I have scored but I felt it was really appropriate for Mimi’s voice. I like he voice a lot, it’s very natural and often we have spoken about the possibility to realize record totally sung by her…who can say…maybe one day.
20 years has passed since you start playing and you are now arrived to your 10th record but, your songs still appears very present.
You really think that?(laughs) I thank you for that, let’s say that we never worried to follow the sound of the moment neither at the beginning of our career nor today. Sometimes our songs can appear like a sort of American folk/country but, it has never been an intentional thing. Simply, we have always tried to do something that was timeless and listening with the same intensity even after many years
I kow you have two children, How do you bring together family and work, is a difficult thing?
No, I would say that is not difficult, at least not any more than before it was difficult to have the rent to pay or deal with things every day. The thing that is different is that, having had children has made us more responsible, but at the same time more desperate (laughs) You realize that your choices affect other people and this can be sometimes a big responsibility.
Going back to your last album, how did the title born?Has to do with spirituality?
When we entered the studio we didn’t have a title in mind, but while we were recording we felt like there was an invisible force that was guiding us in a natural way to do what we were doing. In the text of Holy Ghost I say "I feel the hands but I do not see anyone. I feel the hands but I do not see anyone there and it's gone "and that's how we felt. It 's like when, at certain moments in life you feel moved to make choices, and will not know where they lead you not even know why you're doing well but, you know that you need to do them.
Looking back to your musical life, could you tell us a particular episode that happened to you and do not ever tell to anybody? (He thinks a lot)
Wow, this is a difficult question! Let's see, one thing that I never really forgot it was the first time we heard one of our song on the radio. We were in the van returning home after a concert in New Orleans. It was not a big radio network, was a College Radio in Minneapolis, but the idea that at that time and I was listening like other people to our song at the same made me feel part of a whole really exciting. It was a special time for us and for our generation, we all came from the 80s, from the punk era and there was a sense of emptiness and pain. I never forgot that moment, and when I think of it I still feel of emotions.
Today it seems hard to be innovative in a genre defined as "Indie-Rock", do you think there is someone today innovative in this area?
Personally, I really like John Grant, I find him innovative even if it must be said that he also mixes a bit rock with electronics.
What kind of music are you listening to recently (on the tour bas for instance)?
Recently we listen to a lot of reggae stuffs like the Dennis Brown’s compilations, do you know him? And then a lot of Rhythm & Blues, Chaka Khan, Michael Jackson. Mimi lately listen to a psych group called Hookworms a little bit like Spacemen 3 style
Looking forward, as you see you see yourself in five years?
We never planned anything, the future is unpredictable! I don’t think I ever want stop playing and writing songs, I’d like to write something for a soundtrack, until now there has never happened and it is something that attracts me. I'd also like to produce other bands, I am not not well versed in the "technical" work with the mixer and things like that, but I'd like to make a contribution in terms of experience and feeling.
Alan, thank you very much for your time and good luck for tonight.
Thank you, it was a pleasure and about tonight I hope for the best! Last night (in Florence) we did a really good concert and, usually, a nice one is followed by a bad one (laughs)
Well, in the end we can say that the gig in Milan was really emotional so, we are really happy that he was wrong.
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