Cordis Cincti Serpente Il Processo è il Prodotto
I N T R O
Il ritorno nel 2016 di Cordis Cincti Serpente, progetto musicale rituale e post-industriale nato nel 1989 da una idea del musicista barese Giovanni Lisi, non ha lasciato indifferente la scena sperimentale italiana. CCS conquista uno spazio meritatissimo nella pubblicazione di Marcello Ambrosini “Post-Industriale. La Scena Italiana Anni ’80” e nel volume “Viva Italia” del giornalista musicale russo Dmitry Vasiliev, all’interno dello spazio dedicato alla Industrial Ölocaust Recordings, l’etichetta che produce i suoi nuovi lavori. Lisi, fuoriuscito dall’epoca d’oro del punk italiano, dopo un errabondare artistico di diversi anni, trova finalmente la sua dimensione musicale definitiva nella scena post-industriale internazionale di fine anni ’80.
Il debutto avviene il 23 dicembre 1989 con il nastro omonimo contenente sei oscure tracce rituali: la qualità sia sonora che dell’artwork è pari a quella delle pubblicazioni della Minus Habens Records, in quanto Ivan Iusco (Nightmare Lodge) è presente come co-autore e produttore di questa prima release, che però, per scelta di Lisi, non rientra nel catalogo ufficiale Minus Habens. Anziché venir stampata in 100 copie, l’opera prima di Cordis Cincti Serpente viene stampata in sole 31 copie e regalata a persone interessate a tematiche trattate dall’Ordo Templi Orientis di Aleister Crowley. Bisognerà attendere il 1993 prima di poter ascoltare un nuovo output di Lisi, questa volta sotto il nome di Nanaleth 23 e con la collaborazione non solo dell’amico Iusco, ma anche di Paolo Bandera dei Sigillum S e di David Padbury (Krist Wolf) dei Grey Wolves. La cassetta “Submit To Desire” (registrata solo da un lato) viene stampata in 23 copie e inviata solo a persone realmente interessate ad un certo tipo di suono rituale.
In seguito al successo di questo secondo nastro, Lisi annuncia nel 1995 l’uscita di un nuovo lavoro tutto incentrato sui “Miti di Cthulhu”, il più importante ciclo letterario di Howard Phillps Lovecraft. Anziché uscire nel 1996 come “Yuggoth” (pianeta immaginario di cui Lovecraft parla appunto in questi suoi scritti), il lavoro esce due decadi dopo, nel maggio del 2016 come “Noo Yuggoth” (il nuovo Yuggoth), in un suntuoso box di due cassette, edito dalla Industrial Ölocaust Recordings, per un totale di due ore di sonorità raggelanti. Non dobbiamo attendere molto per un nuovo lavoro: un anno e mezzo dopo, nel settembre 2017, esce una nuova cassetta, sempre per IÖR, chiamata “Cenobitorium” (nella foto) limitata a sole 23 copie. Il lavoro è costituito da tre suite da brivido: un viaggio tenebroso all’interno del nostro subconscio. La prima traccia è una suite di quasi dieci minuti ottenuta mediante la tecnica del cut ’n’ paste di materiali audio provenienti dalle fonti più disparate. La seconda, lunga circa diciotto minuti, è invece quella più elettronica e anche quella più musicale dell’intero lavoro. La terza è quella più ipnotica, lunga oltre ventitré minuti, un onirico collage di field recording su un loop di synth bass al contrario, che riesce a trasportarci in dimensioni “altre”. A nemmeno due mesi dall’uscita di “Cenobitorium”, CCS annuncia la prossima uscita per il 2018 dal titolo “Mala O”, le cui registrazioni sono già iniziate nell’estate 2017 durante le sessioni di “Cenobitorium”. Ci sembra opportuno a questo punto cercare un contatto con Lisi per fare il punto della situazione. Di solito lo schivo compositore non si concede per interviste, questa è la prima in assoluto a CCS.
L’INTERVISTA
Diego Loporcaro (Distorsioni) - Salve Giovanni, innanzitutto ti ringraziamo per averci concesso questa intervista esclusiva. Iniziamo dalla fine: conosciamo le tematiche a cui sono ispirati i tuoi primi lavori, “Cordis Cincti Serpente” e “Noo Yuggoth”, di cosa parla invece “Cenobitorium”?
Cordis Cincti Serpente (Giovanni Lisi)
Un grazie a te, Diego. E un saluto ai lettori di Distorsioni. “Cenobitorium” nasce principalmente dal mio amore per il romanzo “Schiavi dell’Inferno” di Clive Barker (e per il film “Hellraiser”, ovviamente). E’ una storia al limite. Al limite del senso che possiamo dare all’idea di Eros e Thanatos: tradimenti, morte, resurrezione, supplizi e, fondamentalmente, l’ineluttabile realtà della natura vampirica dell’amore. Nessuna redenzione, solo dolore eterno. La storia della ricerca della conoscenza del piacere che inevitabilmente conduce ai più tormentati livelli dei più bassi Inferni, o all’estasi assoluta. Come dice uno dei Cenobiti o Supplizianti: “Demoni per alcuni, Angeli per altri”. Poi, ognuno ha il suo proprio “Necronomicon”… ognuno ha il suo Libro Proibito scolpito (senza anestesia e con strumenti chirurgici arrugginiti) nel cuore. La mia copia del libro di Barker è conservata in una scatola particolare protetta da un Sigillo Magico, insieme ad altri ricordi: fotografie, oggetti, etc. Tutte queste cose sono strettamente legate nella mia personale mitologia simbolica. Nel nastro uso molte registrazioni di vita reale in modo subliminale. Se non dicessi che il lavoro è ispirato e dedicato ad una persona con la quale abbiamo amato fare un gioco perverso e che è stata la mia Demone per quasi più di mezzo secolo (prima di essere ricacciata Ritualmente nella Dimensione del Nulla e del Vuoto alla quale apparteneva) mentirei. “Cenobitorium” è la focalizzazione di una precisa situazione temporale.
Abbiamo perso le tue tracce nel 1996 per ritrovarti due decadi dopo con “Noo Yuggoth”, che di fatto inaugura anche un altro gradito ritorno, quello della Industrial Ölocaust Recordings, tape-label di musica rituale e post-industriale, anch’essa attivissima negli anni 1989-1995. Come mai ci son voluti 23 anni per pubblicare questo monumentale lavoro di due ore?
In effetti l’idea di un lavoro dedicato alla Metafisica Lovecraftiana nacque nei primi anni ’90, quando ancora Ivan Iusco della Minus Habens Records era parte integrante del progetto e senza il quale Cordis Cincti Serpente non sarebbe mai nato. Ne discutemmo molto: il lavoro si sarebbe dovuto intitolare “Music for Cthulhu Rituals”, un tappeto sonoro da utilizzare come sottofondo a Rituali di Evocazione delle Entità descritte nei romanzi di Lovecraft, e che avevano trovato vita e casa nelle pratiche occulte di molti Ordini Magici moderni come l’Ordo Templi Orientis Typhoniano di Kenneth Grant, l’Ordine Esoterico di Dagon, la Chiesa di Satana di Anton Szandor LaVey, per citarne alcuni. Il lavoro con Ivan non si concretizzò. Registrammo solo una traccia (che non ho incluso in “Noo Yuggoth”) dal titolo Noo Ladze Rutha Adz (Evokation Ov Yog Sothoth), che fu poi pubblicata in un paio di tape compilation in quegli anni (è su YouTube, ora). La collaborazione con Ivan terminò, mi diedi allo studio ed alla pratica ancora più approfondita della Magia, e cominciai ad avere impegni di lavoro sempre più pressanti.
Tre anni fa ripresi i contatti (anche quelli aimè abbandonati) con Mario Cardinale, mio antico e fraterno amico, nonché titolare della Industrial Ölocaust Recordings. Lui mi spinse a valutare l’idea di ricominciare a produrre qualcosa, così decisi che il tempo era giunto per dar vita a “Noo Yuggoth”. Mario mi ha dato la spinta, poi il resto è venuto in modo naturale. Mentre registravo sembrava che le tracce nascessero da sole, come in una specie di scrittura automatica. Era il mio Vero Sé che rientrava preponderante nella mia sfera di vita. Quel lavoro ha riportato anche in attività l’etichetta, cosa della quale non posso che essere felice.
Sulla pagina Facebook di CCS si legge che provieni dalla scena punk barese dei primi anni ’80. Potresti raccontarci qualcosa di più sulle band in cui eri coinvolto, su quegli anni, sulla scena punk del capoluogo pugliese?
Storia antica. Alla fine dei ’70 / inizi ’80 anche Bari ebbe una scena punk (e new wave) molto attiva: formai i Bedlam Cage, un gruppo nel quale suonavo il basso. Scrivevo i testi (in inglese) e le canzoni. Il suono doveva molto a gruppi come come Exploited, Vice Squad e Discharge… Fu divertente, per un po’. Poi capii che i miei interessi non erano quelli della maggior parte dei miei compagni di ventura, e lasciai perdere. Ho bei ricordi, specialmente di quando tutto nacque. Era una cosa molto ingenua. Ne ho di orribili per quello che diventò dopo. Mai avuto nulla a che spartire con comunità hippie, centri sociali o droghe. Di molte cose non parlo volentieri. Molta gente è morta, in tanti si sono distrutti.
Come sei giunto alla scena post-industriale e al contatto con Ivan Iusco della Minus Habens alla fine degli anni ‘80? Cosa è accaduto nei tuoi anni ’80?
Conobbi Ivan per puro caso. Acquistai dei nastri da ADN, che all'epoca aveva un nutrito catalogo di musica industriale ed esoterica. Mi arrivò una lettera in cui mi si diceva i nastri mi sarebbero stati consegnati da un ragazzo di Bari, certo Ivan Iusco. Così fu. Scoprii che Ivan aveva un’etichetta e che produceva cose eccezionali. Diventammo subito amici. Io all’epoca avevo già molti contatti, ma Ivan riceveva giornalmente una mole di corrispondenza ragguardevole da tutto il mondo. Quando riceveva qualcosa da qualcuno che come persona pensava potesse interessarmi, me ne forniva l’indirizzo affinché prendessi personalmente contatti. E, altra curiosità, fu così che conobbi Mario, che cominciai una fitta corrispondenza con i Grey Wolves e molti altri. Cordis Cincti Serpente nacque in modo spontaneo. Il primo tape fu molto "scolastico", se così posso dire. Mettevo in pratica sonora i miei studi e le mie pratiche esoteriche, all’epoca fortemente ispirate da Aleister Crowley, Kenneth Grant ed Austin Osman Spare. Tutto andò al posto giusto, tutto fu perfetto. Decisi di regalare il nastro (tiratura di 31 copie- foto a sinistra) ad amici e persone interessate a quel genere di tematiche. Una bizzarria anticommerciale, ma all’epoca sembrò un’ottima idea.
Parlaci della genesi del tuo “collaborative project” Nanaleth 23. Hai intenzione di realizzare un nuovo progetto in collaborazione con altri artisti della scena oppure questo progetto resta e resterà un episodio isolato?
“Submit To Desire” fu un altro progetto realizzato con Ivan. Facevo parte del Tempio della Gioventù Psichica, il famoso T.O.P.Y. fondato da Genesis P. Orridge, uno dei più seri Ordini Magici dei quali io abbia fatto parte. Decisi di produrre un nastro di musica rituale da utilizzare come soundtrack per la realizzazione di Sigilli Magici (una pratica mutuata da Austin Osman Spare che era alla base delle pratiche del Tempio).
Non volevo il lavoro fosse troppo “elettronico”. Quindi sulla falsariga di album come il primo “Themes” degli Psychic TV o di alcune cose più esoteriche dei 23 Skidoo (“The Culling is Coming” su tutte) avevo necessità di suoni concreti e strumenti veri. Utilizzai flauti, campanelle, campane tibetane, fisarmonica, strumenti auto-costruiti… e grazie ad Ivan riuscii ad ottenere da Paolo Bandera (dei Sigillum S) la registrazione del suono di femori tibetani, e da David dei Grey Wolves una traccia sonora di voce molto industrial, nel loro stile che si concatenava benissimo con il resto. Altra curiosità… i femori tibetani suonati da Paolo Bandera erano quelli appartenuti ai Rosmary’s Baby. 23 minuti di musica in edizione limitata di 23 copie che regalai, facendole circolare prevalentemente in ambito T.O.P.Y., si tratta di un episodio isolato, per il futuro, chissà…Il nastro è sold out, quindi ho messo il lungo pezzo a disposizione di tutti su YouTube.
Pochi ricordano il tuo brano “NCR” a nome Thee Naodema realizzato insieme a Russolo dei Nightmare Lodge per la compilation della Disturbance “Outer Space Communications V. 1.01-T1”. Puoi parlarci di questo progetto che ricorda, almeno nel concept, i Psychick Warriors ov Gaia? Ci sarà la possibilità di ascoltare tutti i brani creati in quel periodo? Hai intenzione di rimettere in piedi il progetto o si tratta di un episodio che aveva ragion d’essere nell’epoca in cui è stato creato?
Conobbi Russolo quando lavoravo in una videoteca. E' come me un patito dei generi horror e fantascienza, dei fumetti e della musica elettronica. Avevamo molti interessi in comune ed un sense of humour molto simile…fu naturale diventassimo amici. Amore incondizionato per le prime cose di Giorgio Moroder e per la disco elettronica di fine anni ’70. Lo portai a conoscere gruppi come Psychic TV, Psychick Warriors Ov Gaia, Clock DVA e così via. Acquistò una tastiera e cominciammo a registrare qualcosa. Il merito di quelle registrazioni va tutto a Russolo. Era un gioco, ma parecchi pezzi furono pubblicati in alcune tape compilation. Ivan stava preparando il CD che citi, pensai che uno di quei pezzi potesse essere pubblicato lì. Feci così conoscere Ivan a Russolo. Ivan lavorò un po’ sul pezzo, che fu infine pubblicato. Fu solo un episodio. Poi Russolo cominciò attivamente a collaborare con Ivan (nei Nightmare Lodge, ndr), ma come ho detto ero in una fase completamente diversa, e mi allontanavo dalla musica. Quei pezzi demo sono tutti pubblicati su Youtube. Basta cercare Thee Naodema.
Puoi parlarci del tuo rapporto con Eliphas Usher/Mario Cardinale e della tua nuova collaborazione con la Industrial Ölocaust Recordings?
Credo di aver in parte già risposto. Mario è il mio miglior amico, che dire di più?
A 28 anni dal debutto di Cordis Cincti Serpente, quanto è cambiata/evoluta/maturata la tua passione per un certo tipo di tematiche esoterico-letterarie?
E’ cambiata molto. Quello che una volta era studio ora è diventato costante pratica. Ho abbandonato da molto tempo tutti i gruppi esoterici dei quali facevo parte. Vivo la mia vita. Proseguo nei miei interessi. Non ho più tutti i contatti che avevo sino a qualche decennio fa, specialmente nell’area dell’occultismo. Ne ho ancora in ambito musicale. E’ una mia scelta. Magari le cose quest’anno cambieranno, anzi stanno già cambiando.
Ci colpisce in tutto il tuo percorso artistico un approccio volutamente “do-it-yourself”, dall’assemblaggio dei materiali audio in maniera classica, senza troppi fronzoli tecnologici (potremmo definirti un artigiano dell’incubo), fino alla realizzazione finale “rigorosamente” su nastro e in tiratura ultra-limitata. Hai mai pensato di produrre un lavoro in un numero più alto di copie - magari in vinile o CD - per un pubblico più ampio o ritieni che i tuoi lavori siano ancora oggi destinati ad una nicchia?
Di solito uso dire che le mie cose sono realizzate in modo molto “punky”. Vale per me sempre il vecchio detto del T.O.P.Y. “Il Processo è il Prodotto”. Per me è molto più importante la fase di cristallizzazione e realizzazione dell’idea, che non il risultato finale. I miei lavori sono espressioni del mio “Sé”. Sigilli Magici in forma sonora. Sono parte del mio personale Alfabeto del Desiderio. Ogni volta che una delle mie cose viene ascoltata, il Sigillo si carica dell’energia dell’ascoltatore, e si riattiva. L’acquisto dei miei nastri è un atto di Volontà che si perpetua nella mia sfera oggettiva. Certo, mi piacerebbe realizzare un LP in vinile in una tiratura un po’ più alta, vedremo in futuro. I miei rimarranno sempre lavori per i pochi che hanno la precisa Volontà di volerli ascoltare e goderne, ed implicitamente dare un avallo alle mie idee, ed alla mia vita. Anche di qui la scelta di pubblicare su tape in edizioni ultra limitate. Non è un’operazione nostalgica, mi sento a mio agio con quel mezzo, e comunque con ogni nastro viene fornito un download code per poter scaricare dal sito della Industrial Ölocaust Recordings il lavoro in digitale. Mi piace tu mi definisca un artigiano dell’incubo. Sono un Mago Nero, in fondo.
Hai già annunciato il titolo e lanciato un teaser su youtube del tuo nuovo lavoro “Mala O”. A che punto è il lavoro? Di cosa tratta? Quando dovrebbe uscire?
“Mala O” è in fase di realizzazione. Proseguirà l’Opus cominciata con “Cenobitorium” in termini Magici. “Cenobitorium”, come ho detto, è la focalizzazione di una precisa situazione. “Mala O” è il passo successivo nell’Operazione. “Solve et Coagula”, per usare un termine Alchemico. “Mala O” è un Rituale di Bando e Maledizione. Una collezione di Sigilli. Una Fine per un nuovo Inizio. Apparirà tutto cripticamente chiaro quando il nastro sarà pubblicato. Penso ci vorranno ancora un paio di mesi. Ho poi già in mente un prossimo progetto, ma vorrò avvalermi anche di collaborazioni con altri musicisti della mia area, un po’ come feci con Nanaleth 23.
Lasciamo a te le parole conclusive di questa intervista.
Il 2018 è cominciato in modo positivo. Mi sono liberato di molti orrori, e sto acquisendo nuove prospettive ed energie. Le dedicherò principalmente ai miei progetti. Rinnovo il saluto a tutti i lettori, e ti ringrazio per l’opportunità di questa intervista. Spero alcune cose appaiano ora un po’ più chiare.
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