Gianni Lenoci Trio Wild Geese
[Uscita: 30/09/2020]
"Wild Geese" è l'album postumo del pianista pugliese Gianni Lenoci, pubblicato a un anno esatto dalla sua prematura morte, eredità preziosa di una musica delicata che a sua volta ha avuto in lascito l'inestimabile insegnamento di due figure cardine di New York dagli anni '60 a oggi, Carla Bley e Ornette Coleman. Con otto brani dei due musicisti anzidetti selezionati attentamente a tavolino, il trio di Lenoci (Pasquale Gadaleta, contrabbasso e Ra Kalam Bob Moses, batteria) racchiude una sintesi osmotica tra le due figure, creando al contempo un linguaggio 'diagonale' autentico che ne attraversa i percorsi intrecciandoli. Come nella visione teoretica di Ornette Coleman, la melodia prevale sulla complessità delle gabbie armoniche, come un canto lirico che si libra nell'aria sospinto da una sezione ritmica che percorre strade parallele. Una pioggia di note scorre leggera nel cielo evocato dal tocco sul piano che sprigiona vapori densi e tersi. L'atto poetico non si congeda mai e avvolge continuamente l'interazione del discorso proferito dal trio, che gira attorno ai temi scelti per poi abbandonarli e farvi di nuovo ritorno con pacatezza. Non mancano i momenti di richiamo a origini selvagge, come la parte iniziale di Sleep Talking di Ornette Coleman che apre all'esposizione della melodia bluesy rimanendo ad accompagnarla per tutto il corso degli 11 minuti nei quali Lenoci abilmente la smonta e la rimonta, la estende e l'accorcia, la fischia, in un loop tematico ricercato, wild and sopraffino. Frasi semplici e di estrema bellezza, ripetute, aperte e richiuse, adornate e rese scarne, risuonano dentro spazi che si schiudono al riflesso delle luci nel prisma del tempo. Arriva anche il momento di Latin Genetics, composizione frenetica di Ornette Coleman che Lenoci ci restituisce invece come una ballad rara sapientemente confezionata. Un solo brano non è né di Carla Bley né di Ornette Coleman, ma di un musicista a loro affine anch'egli scomparso da poco, il contrabbassista Gary Peacock, di cui il trio esegue Moor in forma rapsodica, come anche per la successiva frammentata The Beauty Is A Rare Thing, sempre di Ornette Coleman. Conclude l'album Ida Lupino, meraviglioso brano di Carla Bley che decanta la disarmante bellezza dell'attrice cui è dedicato.
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