U-Bahn U-Bahn
[Uscita: 13/12/2019]
Agli amanti della scena musicale di Melbourne non saranno certo sfuggiti gli U-Bahn, formazione che finora ha calcato perlopiù le scene più vivaci dei live club della città australiana, complice anche un trampolino come il Gizzfest 2018 organizzato dai membri dei King Gizzard & the Lizard Wizard. Alla prima uscita ufficiale per la mancuniana Melodic Records, gli U-Bahn ripropongono un art-rock dalle sfumature synth/space a seconda delle esigenze, nel tentativo di esprimere un post-punk robotizzato e futuristico. In quest’ottica hanno forse poco da condividere con le band punk o revivaliste di Melbourne e incontrano il sentire di Uranium Club, Exit Group, Useless Eaters, Alien Nosejobs. I ritmi serrati che aprono Beta Boyz chiariscono subito le coordinate devo-luzioniste dei cinque australiani: riff ossessivi, linee di basso a martello e cascate di moog e synth a condire un piatto fatto di alienazione meta-umana e nostalgia futurista. Il piglio continua tra svisate indie-rock inglese ’00 (Turbulent Luv, Bourgeois), tastieroni anni ’80 che fondono Kraftwerk e Duran Duran (Right Swipe), parentesi dada-kraut (Lelo’s Segue, War of Currents), funky dell’iperspazio (Damp Sheets), dub annegati in un mare di tastiere (Scantly Clad), momenti di sospensione che si alternano a stati d’ansia new-wave (Goodbye Placenta), post-punk decostruito (Unlucky Draw) e infine i 6 minuti di Time Warps Makes the Sweetest Sound che forse rappresenta il momento più debole, una ballata new romantic gonfiata da effettistica space che poi si risolve in un tripudio di zuccherosi carillon. Se non altro gli U-Bahn hanno un buon senso dell’umorismo o perlomeno interpretano il kitsch di un’epoca (gli anni ’80) che ancora fa riecheggiare il proprio fantasma nei decenni successivi. L’impressione è che la band dia il meglio di sé nei momenti più sperimentali, accantonando idoli e musicisti del passato. Esordio acerbo ma i margini di miglioramento ci sono tutti.
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