Traffik Island NATURE STRIP
[Uscita: 15/02/2019]
Australia
Al tempo della prima pubblicazione a nome Traffic Island avvenuta già nel 2012, uscito per la Moontown Records di Sydney (uno split su cassetta con gli Sleepyhead), il moniker nascondeva le figure di Nicholas Van Bakel e Zak Olsen, entrambi frontman dei Frowning Clouds. Con una k al posto della c, il nome Traffik Island è tornato nei radar delle etichette indipendenti australiane ad agosto 2018, con la comparsa di una nuova canzone per la raccolta “New Centre of the Universe Vol. 3” a cura di Anti Fade Records, Sky High. Questa volta dietro la sigla si cela il solo Olsen (Hierophants, Frowning Clouds, ORB) che a distanza di pochi mesi dal tiepido “Space Between” degli ORB torna ad occupare i canali di comunicazione di Flightless Records. Anticipato a dicembre dal singolo 17, “Nature Strip” dà fondo a fantasie di pop antiquato e deliberatamente vintage, anticipate nell’ultimo ORB, anche se filtrato da un immaginario fantasy e contorni hard-doom.
Su “Nature Strip” Olsen è libero di gigioneggiare indisturbato tra mid-tempo beatlesiani (Bluish Pale, Sunday Painter, Ode To Everything, Something Sweet) e ballate lisergiche (Free 2 Be Free, Queenspark, Mind You) anche se ciò che riesce al meglio all’artista di Geelong è contaminare il flower-pop con elementi più moderni come nella scintillante Looking Up o nel già citato singolo 17 che risulta la miglior canzone dell’album. Soltanto uno strumentale, One Tenth of a Second, introduce nel sound di Traffik Island caratteristiche davvero psichedeliche. Olsen (nella foto) va perfettamente ad inserirsi in un carnet di artisti promossi da Flightless (Baked Beans o Pipe-Eye ad esempio) che non solo provengono dai gruppi di maggior successo dell’etichetta di Melbourne (Murlocs, ORB, KG&LW) ma il cui ruolo, ci sentiamo di assicurare, rimarrà marginale. In questo disco purtroppo per Olsen c’è davvero poco (17, Free 2 Be Free, Looking Up) che non trasudi manierismo e una certa pedissequità nell’esprimere sonorità ormai fisse e immobili nell’iperuranio della musica pop-rock. Non ci rimane che godere quel poco che i Traffik Island offrono e sperare che la Flightless, in questo caso al primo LP del 2019, produca dischi migliori nei mesi a venire.
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