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17 Febbraio 2013 , ,

Mike Oldfield TUBULAR BEATS

2013 - Edel
[Uscita: 1/02/2013]

Mike Oldfield TUBULAR BEATS  2012 EDEL Tubular Bells uscito il 25 maggio del 1973 per la Virgin Records è un disco entrato a suo modo nella storia della musica rock. Si trattò infatti del primo, fortunatissimo, disco della neonata etichetta londinese, che al tempo aveva semplicemente un negozio di dischi in quel di Notting Hill Gate chiamato Virgin Records and Tapes con specializzazione di forniture di cibo per vegetariani e dischi d'importazione. Essendo Branson e Powell, i due creatori, nuovi nell'ambiente discografico chiamarono la loro label Virgin, con il bellissimo logo impresso sui vinili ad opera del geniale Roger Dean. La loro prima uscita fu opera del 19enne Mike Oldfield, molto giovane ma già noto nell'ambiente underground per le sue collaborazioni con magnifici devianti come Kevin Ayers e David Bedford. “Tubular Bells”  deve molto della sua fama anche all'inclusione nella colonna sonora del noto capolavoro di William Friedkin “The exorcist” un vero e proprio shock visivo per il pubblico dell'epoca.

 

Tubular Bells si presentava con due lunghe suites, normali in epoca di progressive rock, nelle quali Oldfield dava sfoggio delle sue notevoli capacità polistrumentali, davvero sbalorditive per la sua età. Un disco unico e irripetibile per Mike, ma che rappresenterà la croce e delizia della sua futura carriera. Da quel momento in avanti infatti il musicista di Reading sarà sempre etichettato come quello delle campane tubolari e poco importa che i successivi albums, in particolare “Hergest Ridge” (1973) ed “Ommadawn” (1974) si facevano ancora apprezzare per uno stile compositivo ancora dignitoso e mai ridondante. La vicenda più incresciosa è stata invece l'inevitabile successione di riproposizioni della celebra composizione. Troviamo quindi, nell'ordine, “The Orchestral Tubular Bells” (1975), “Tubular Bells II” (1992), “Tubular Bells III” (1998), “The millenium Bell” (1999) per finire con “Tubular Bells 2003” (2003). Uno sfruttamento dell'idea originale davvero vergognoso e spropositato ma il peggio arriva adesso. Per festeggiare, si fa per dire, i 40 anni della prima uscita del disco Mike Oldfield ha pensato bene di farci un’ edizione con sovraincisioni da squallida disco dance. In casi come questo è inutile cercare di mascherare il tutto con futili neologismi quali trance e downtempo: si tratta di biechi arrangiamenti che faranno felici soltanto i giovincelli che popolano le discoteche commerciali di mezzo mondo. Per concepire una simileMike Oldfield TUBULAR BEATS  2012 EDEL sciagurata operazione Oldfield ha chiesto l'aiuto del tedesco Torsten Stenzel (York), specializzato in house e trance. "Tubular Beats" è composto non solo del brano originale Tubular Bells, qui ridotto a due versioni di 18 minuti totali di durata, ma pure di altri noti brani dell'universo oldfieldiano.

 

Le cose migliori sono l'iniziale Let there be light, originariamente del 1985, che ben si adatta ai nuovi trattamenti elettronici, e soprattutto la conclusiva Never too far, di gran lunga la cosa migliore dell'album, che vede come guest star la splendida Tarja Turunen, lead singer dei norvegesi Nightwish. Figurano anche i due noti tormentoni del nostro, le celeberrime Moonlight shadow e To France che negli anni ottanta regalarono ulteriore fama e successo ad Oldfield ed alla Virgin grazie anche alle prestazioni vocali della scozzese Maggie Reilly: qui in due riedizioni da incubo, con assurdi e pomposi beats elettronici. Una tragedia. Poco meglio va col resto, e quindi troviamo altri disastri sonori con Ommadown e North Star. Pollice verso per me. 

Voto: 4/10
Ricardo Martillos

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