The White Birch THE WEIGHT OF SPRING
[Uscita: 27/02/2015]
Norvegia
Anche loro ritornano, dopo lo scioglimento avvenuto nel 2006 e una carriera lunga 10 anni e quattro album, oscillanti fra slow core e post rock. La band norvegese The White Birch, o almeno la sua sigla, fa uscire “The Weight of Spring” sempre per i tipi della Glitterhouse che aveva già pubblicato il capolavoro “Star Is Just A Sun” del 2002. Il trio originario ha perso sia Hans Christian Almendingen che Ulf Rogde, è rimasto solo Ola Fløttum, leader e cantante, che qui si cimenta in una decina di strumenti, dalle chitarre alle tastiere, dal violino al banjo, coadiuvato da Ole-Henrik Moe agli archi e da due collaboratori di Susanna Wallumrud (Susanna Magical Orchestra), Pål Hausken alle percussioni e Morten Barrikmo ai fiati. La stessa Susanna e Ellen Dorrit Petersen, moglie di Ola Fløttum, cantano in un brano ciascuno dell'album. In questi nove anni Fløttum ha lavorato soprattutto in musiche da film, ma anche la sua vita ha subito notevoli mutamenti, dalla morte della madre al matrimonio, alla nascita di due bambini. Ma, non temete, il suo umore non è cambiato, non è di certo diventato uno scanzonato allegrone, non sarà certo un caso che il nome della band derivi da uno dei dischi capolavoro dei grandi Codeine!
Dodici i brani che compongono il disco, e già il titolo ci indirizza verso le atmosfere che vi troveremo tratteggiate, la primavera non tanto come un momento di rinascita alla vita dopo il buio dell'inverno, ma come una mutazione lenta e faticosa che fa uscire da un letargo che forse è più congeniale all'animo dell'artista. «Love will never change the morning sun, love will never change the way the darkness runs» canta per chiudere la porta a qualunque ottimismo, non si intitola Lamentation una delle canzoni qui contenute? The Weight Of Spring è opera estremamente intima e personale, il canto di Fløttum è monocorde, la sua voce perfino tremula, gli arrangiamenti cameristici, non a caso i musicisti coinvolti sono di estrazione classica, sottolineano ancor di più come la musica e i paesaggi sonori tenui che disegna nell'aere siano piuttosto un viaggio dentro i sentimenti più intimi e riservati. Un viaggio notturno e scuro, non è un caso che il tema del buio ritorni in molti dei versi delle canzoni e in un titolo Love, Lay Me Blind. Certo l'album non è esente dal rischio della ripetizione e della monotonia, i brani strumentali poco aggiungono di nuovo, ma nel complesso si tratta di un lavoro ispirato e sincero, con alcune canzoni veramente belle ed emotivamente toccanti, in particolare laddove la voce di Fløttum si trova a dialogare con quelle fragili e dolci delle sue partner femminili.
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