Drugdealer THE END OF COMEDY
[Uscita: 9/09/2016]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Nuovo progetto, e nuova ragione sociale per Michael Collins, che senza dubbio ha un gran talento per tirar fuori moniker azzeccati e che denotano un intelligente senso dell'ironia, basta ricordare il precedente geniale Salvia Plath, del cui disco ci siamo già occupati su Distorsioni. Per questa sua nuova avventura che segna, come spiega probabilmente il titolo dell'album, un nuovo inizio che porta Collins a distanziarsi dai territori precedentemente calcati, il drone psichedelico di Salvia Plath, lo sperimentalismo acido adottato col moniker Run DMT, il Nostro guretto lisergico ha scelto il nome di Drugdealer. Perché non sia mai che l'ascoltatore non capisca subito che qui si parla di porte della percezione, di dilatazione della coscienza e che il geniaccio di Timothy Leary è il Virgilio che guida Collins nei suoi trip psichici e musicali. Per questo “The End od Comedy” si sono mossi alcune fra le menti più brillanti ed eccentriche della scena losangelina: Ariel Pink canta in Easy To Forget e suona il basso in un paio di tracce, Nathalie Mering alias Weyes Blood è presente nella title track e in The Real World, ma partecipano fra gli altri Danny James, membri degli Sheer Agony, della band di Marc DeMarco e degli Holy Shift.
Per farla breve il disco di Drugdealer è un piccolo gioiello di pop psichedelico con Beatles, Donovan, Joni Mitchell, Nash fra i suoi numi tutelari. Undici canzoncine brevi, dall'impatto immediato, che si fanno amare per il tocco leggero e dolce delle melodie. Belli gli arrangiamenti lo-fi che utilizzano diversi strumenti, e che subiscono sovente rumorose irruzioni: battere di macchine da scrivere, passi, rintocchi, macchinari, aggeggi vari, urla che si affacciano a disturbare e a svegliarci dal rilassamento prodotto dalle ammalianti melodie imbastite da Collins e soci. Rintocchi di campane, un sax calmo e profondo, note di piano e il suono della risacca introducono con una certa gravità l'album, sensazione che però è subito smentita dal pop scanzonato, fra Beatles e Donovan, di The Real World. Weyes Blood incatena la title track nelle dolci spire lisergiche del Laurel Canyon, con un canto che evoca Joni Mitchell, mentre presta la sua voce alle contagiose e sghembe linee melodiche di Suddenly. L'aria da Beatles rallentati da sostanze psicotrope di It's Only Raining Right WhereYou're Standing e dell'ancor più rilassata Sea of Nothing ci trasportano ancor più verso un universo fatto di visioni e stati di coscienza alterati. La spensierata My Life cantata da Danny James con il suo ripetuto la-la ci porta nella beata incoscienza hippy della flower power, mentre un tocco di follia e malinconia percorrono la deliziosa e contagiosa Easy To Forget, che non a caso ospita Ariel Pink. Non resta che salire nella stralunata navicella di Drugdealer insieme alla sua variopinta combriccola di lisergici folletti.
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