David Gilmour RATTLE THAT LOCK
[Uscita: 18/09/2015]
Inghilterra
Alle sue prime battute, “Rattle That Lock”, il nuovo album di David Gilmour ci riporta alle classiche atmosfere dei Pink Floyd, vale a dire il gruppo che il sessantanovenne chitarrista e cantautore di Cambridge ha contribuito a far diventare un mito musicale e che, di rimando, ha reso mitico lui e la sua Stratocaster. E non ci sarebbe nulla da ridire.
Nella sua carriera solistica David si porta dietro quel Gilmour touch, che è una delle caratteristiche fondamentali dell’intera band ed una sua personale peculiarità. Dal secondo brano in poi, però, quello che dà il titolo alla raccolta e che si mette subito in evidenza per il ritmo coinvolgente e un tantino ruffiano, con il contributo del Liberty Of Choir, complesso vocale formato da detenuti ed ex detenuti inglesi, le cose cambiano.
Il Nostro va un tantino al di là. Oltre a costruire magnifiche tessiture di suoni con la sua fida chitarra, degli assolo sapienti e ben articolati sulle sue arcinote capacità virtuosistiche, su belle melodie e su pezzi dal costrutto assai efficace, rivela aspetti pressoché inediti della sua personalità artistica. Mentre pare aggiungere - metaforicamente ma anche con citazioni e riferimenti inequivocabili - “another brick in the wall”, un altro mattone nel muro di suoni e suggestioni pinkfloydiane, in quei pezzi che sono un chiaro riferimento a gran parte della propria storia musicale.
Dà prova di essere un bravo crooner in The Girl in the Yellow Dress, raffinato brano jazzistico, nel quale si avvale del contributo concreto di un sestetto d’alta scuola: accanto a lui figurano il pianista Jools Holland, il sassofonista Colin Stetson, il contrabbassista Chris Lawrence, con la cornetta di Robert Wyatt e le chitarre di Rado Klose e John Parricelli.
A due altri grandi nomi, due quarti di un indimenticabile Supergruppo che ha lasciato una traccia profonda nella storia musicale del Novecento, vale a dire Graham Nash e a David Crosby, Gilmour si rivolge e se li mette accanto quando è il momento di fare un omaggio all’amico Richard Wright, il tastierista dei Pink Floyd scomparso nel 2008, per mettere insieme l’intensa A Boat Lies Waiting.
In Faces of Stones, un’intensa ballad che egli dedica alla vecchia mamma malata, David Gilmour riesce a far convivere i momenti country con i tre quarti di un elegante valzer, per poi lavorare di bulino su corde e tastiera della chitarra, cosa che fa anche per abbellire la struggente melodia dello strumentale And Then.
Un album, quello di Gilmour, bello ed elegante, dove la magia del suo personale suono la fa da padrona per lo più in tutti i dieci pezzi che lo compongono, mentre avremmo fatto benissimo a meno dei quattro extras della deluxe edition, fra i quali figurano ben tre mix ed extended version di Rattle That Lock. Per la cronaca, ai testi, tutti dello stesso Gilmour, ha collaborato la moglie, la giornalista e scrittrice Polly Samson.
Bravo Nello, concordo pienamente con quello che hai scritto. A 69 anni il buon David pare divertirsi anche più di prima, splendide melodie, sontuosi arrangiamenti, accordi coinvolgenti e assoli perfetti ed equilibrati. Un grande. Peccato che, purtroppo, la voce evidenzi il tempo che passa….ma in fondo…chi se ne frega: ci si emoziona ancora. Ciao.