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21 Aprile 2013 ,

Storm Thorgerson The Visual Side of Pink Floyd

- Hipgnosis

                                                                             1944 - 2013

 

ummagummaParlare di Storm Thorgerson vuol dire soprattutto parlare di Hipgnosis e viceversa, ma che significa quella paroletta inglese che fonde i termini “hip” (moderno, nuovo, modaiolo) con “gnosis” (conoscenza) di cui Thorgerson si appropriò dopo averla vista scritta con un pennarello sulla porta del bagno di un locale? Hipgnosis, per chi si interessa di cover art, cioè l’arte della realizzazione delle copertine dei dischi, è stato negli anni settanta e parte degli ottanta, lo studio grafico, pittorico e fotografico più famoso e più produttivo d’Europa e forse del mondo specializzato nella creazione delle copertine degli album di centinaia di musicisti. Ed è proprio il fotografo e designer  britannico, di origine norvegese, Storm Thorgerson nato a Potters bar nel 1944, che insieme a Aubrey Powell, come lui studente di cinema e fotografia, fonda a Londra nel 1968 lo studio Hipgnosis.

 

Dopo un inizio avventuroso e rocambolesco (la prima camera oscura era il bagno di Powell) la fortuna arride ai due soci quando realizzano la copertina di “A saucerful of secrets”, secondo disco dei Pink Floyd che ottiene un immediato successo aprendo allo studio le porte di innumerevoli commesse per la realizzazione di copertine di dischi. Citare il numero di quelle centinaia di cover realizzate con procedimenti rivoluzionari sia tecnicamente che artisticamente sarebbe una fatica improba così come citare il numero dei musicisti che si sono serviti dell’opera di Hipgnosis (tra gli altri: Genesis, Black Sabbath, Paul McCartney, Peter Gabriel ), ma nonostante ciò il sodalizio artistico con i Pink Floyd proseguirà con le più famose copertine della band, come quella di "Ummagumma",  fino a giungere a quella di "The dark side of the moon” da molti considerata la miglior copertina di tutti i tempi che consacrerà il duo Thorgerson-Powell a livello mondiale. Una curiosità di Hipgnosis, trasaucerful-of-secrets l’altro, era quella di non avere un prezzo fisso per i propri lavori affidando al committente di turno l’onere di pagare quello che lui stesso ritenesse giusto.

 

Dopo lo straordinario successo di Dark side lo studio naturalmente crebbe in dimensioni, in collaboratori, e come a volte capita in tensioni e incomprensioni tra i due fondatori, e proprio come la maggior parte delle bands per le quali avevano lavorato anche Hipgnosis si “sciolse” nel 1983 dopo un quindicennio di straripante creatività e di successi. Da qui Storm Thorgerson intraprende una “carriera solista” che lo vede come cover artist all’opera ancora per i Pink Floyd, Roger Waters, Phish, Audioslave, Dream Theater e molti altri e, nonostante lo scioglimento di Hipgnosis il sodalizio con Aubrey Powell si ripropone (con il terzo elemento Peter Christophersen) fondando la “Green Back films”, casa di produzione per video e documentari che avrà vita breve spegnendosi nel 1985. Ma quella pur breve esperienza permette comunque la realizzazione di alcuni ottimi video per Nik Kershaw, Nona Hendrix, Paul Young, Yes, Robert Plant, Big Country e altri, toccando la vetta con Learning to fly ancora per i Pink Floyd che vince il premio della migliore regia agli American Billboard Awards.

 

E ancora i Floyd saranno l’ispirazione principale di Thorgerson, ritornato nuovamente solo, che nel 1994 realizza sei video da proiettare su maxi schermo durante i concerti del Storm thorgersongruppo, mentre, abbandonando momentaneamente la musica, nel 1997 gira un documentario scientifico dal titolo The Rubber Universe  più un altro per Discovery Channel sulla non esistenza degli alieni (Are we alone?). Dopo un altro importante documentario per Channel Four, Art and tripping, dove esplora le connessioni tra la creatività artistica e l’uso delle droghe ritorna al mondo della musica, diventa scenografo e datore di luci, per gli spettacoli live dei soliti Pink Floyd e di Roger Waters e parallelamente come regista gira spot pubblicitari che lo portano a vincere importanti premi nel settore, continuando instancabile a produrre copertine di dischi per Anthrax, Cranberries, Alan Parson, Ian Dury, Catherine Wheel, Phish e altri.

 

Naturalmente le sue produzioni di immagini non potevano non essere raccolte su libro e a questo proposito importanti pubblicazioni sono: 100 Best Album Cover, Mind over matter (tutto riferito a immagini dei Pink Floyd), Walk Away Renee, Album cover album e Eye of the Storm. Ma adesso Storm Thorgerson non c’è più. Ci ha lasciati pochi giorni fa all’età di 69 anni colpito da un male incurabile. E sono stati proprio i Pink Floyd a dare l’annuncio ufficiale della morte di questo quinto membro della band che non cantava e non suonava, ma che ha messo per quasi quarant’anni la sua arte visuale al servizio di uno dei gruppi più famosi al mondo anche grazie a quelle copertine rivoluzionarie e riconoscibilissime (il disco con la mucca, quello col triangolo, come dicono quelli che masticano poco l’inglese).

 

storm thorgerson atom heart mother pink floydUn uomo modesto Storm Thorgerson, che diceva di avere sempre bisogno di collaboratori per dare il meglio di sé, che in una sorta di divertente crisi dissociativa non sapeva come definirsi. “Per il fisco inglese sono un fotografo – affermava - per l’industria discografica sono un designer, per alcuni sono un artista. In realtà io sono solo un creatore di immagini che spero colpiscano l’immaginario collettivo e diano qualche spunto di riflessione e qualche attimo di piacere nell’osservarle”. Il caso di essere amico d’infanzia di Syd Barret, Roger Waters e David Gilmour, fu la sua fortuna, perché solo per amicizia i Floyd commissionarono a Hipgnosis la copertina del secondo album, ma mai fortuna fu così meritata. Il suo straordinario lavoro e il suo ineguagliabile estro creativo lo mettono ai primissimi posti tra gli esponenti più autorevoli della cultura pop di sempre. Ci lascia un bagaglio di immagini indimenticabili che come la musica a cui si è sempre affiancato rimarrà immortale nel tempo.

 

Maurizio Pupi Bracali

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