Jonathan Hultén Eyes Of The Living Night
[Uscita: 31/01/2025]
‘ Dance while you can, don’t let gloom feed on your heart anymore.’
Risalire dalla profondità degli abissi, allontanando le angosce che opprimono, i mostri che perseguitano. Svincolarsi dall’immobilità del pensiero ricorrendo al grimaldello dell’immaginazione. Scardinare la serratura della gabbia che imprigiona il potenziale creativo che portiamo dentro, liberare la nostra “notte vivente”. Già chitarrista dei Tribulation, formazione death-metal con la quale nel 2018 ha vinto un prestigioso Grammy nelle lande natie, Jonathan Hultén cantautore ed illustratore svedese torna in questi giorni con “Eyes Of The Living Night”, progetto solistico inedito a cinque anni di distanza dal convincente debut-act “Chants For Another Place”. Forte di una seducente presenza scenica, sorretta da ipnotici make-up gotici e drappeggianti vesti dall’estetica vittoriana, Hultén tratteggia da “malinconico guitto” la magia di fiabe crepuscolari, danzando nelle diafane ombre di boschi incantati. La profonda timbrica contribuisce a rafforzare l’enfasi narrativa di questo viaggio introspettivo sovrapponendosi talvolta ad arpeggi sospesi e circolari rintocchi di carillon così come a minimali tappeti sintetici ed acustiche folk. Dodici tracce per una scaletta decisamente ispirata dove brillano di luce propria le rarefatte atmosfere di Afterlife e Riverflame (consigliata a tal proposito la visione dei clip promozionali dei suddetti brani per apprezzare le camaleontiche doti trasformistiche del songwriter scandinavo), la psichedelica filastrocca Falling Mirages così come le trascendenti arie in tre quarti di Song Of Trascience e la medieval ballad The Dream Was The Cure. Non da meno la chiusa dal retrogusto ‘harrisoniano’ Starbather e la cavalcata country-western The Ocean’s Arm. Non solo folk (o per meglio dire dark-folk) quindi ma anche psichedelia, elettronica, country e pop di spessore in questo teatrale atto secondo a firma Jonathan Hultén, che attinge a piene mani dal personale bagaglio di esperienze artistiche per colorare di note e visionarie textures (la venerazione a maestri disegnatori giapponesi come Hasui e Amano è accertata) racconti di labirinti infernali, demoni liberati e saggezza ritrovata. Danzando sino a che la tristezza non smetta di nutrire l’anima. Nel chiarore di un risveglio.
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