Basia Bulat Basia’s Palace
[Uscita: 21/02/2025]
C’è una cosa che accomuna la canadese Basia Bulat a Neil Young, sono nati entrambi a Toronto e tutte e due scrivono le loro canzoni, parliamo di songwriters, se volete. Le similitudini non finiscono qui perché la ragazza, adesso di stanza a Montreal, ha già fatto sette album, spalmati in 18 anni di carriera. Il migliore era “Tall Tall Shadow” del 2013 che abbiamo trattato sulle pagine di Distorsioni. Da lì in poi la creatività della canadese sembrava aver segnato il passo, specie col disco che seguiva, “Good Advice” (2016), poi per fortuna sono arrivati altri promettenti segnali di vita, come il disco di tre anni fa chiamato “The Garden”. Il nuovo capitolo “Basia’s Palace” fa subito suonare un campanello d’allarme con la disastrosa apertura di My Angel, con cadenze disco da fare invidia a Madonna ma anche la vivace Baby non è molto meglio e appare un po' lontana dai suoi tipici standard compositivi. Sembra che Basia Bulat voglia fare un tentativo di conquista del pubblico anche se all’atto pratico non sembra avere in mano le carte per registrare una hit da classifica. Non per caso queste sono le canzoni scelte, insieme a Disco Polo, per essere presentate nei video d’anteprima del disco. Due episodi negativi in un album che dura solo 34 minuti sono un pesante fardello e Basia cerca disperatamente di risalire la china con le tracce che seguono. Ma, per usare un termine calcistico, non succede nulla almeno fino allo slow Right Now e finalmente s’inizia a rivedere la luce, confermata dai cinque minuti di The Moon, una delle composizioni più ispirate in questi solchi. Ci riconciliamo con la canadese anche con Daylight, Laughter e Curtain Call che ci conducono alla conclusione d’un album contraddittorio. La cosa migliore alla fine è il bello scatto “casalingo” di copertina che ritrae la biondissima canadese. Troppo poco. Appare evidente la scelta della track-list, con i brani più easy posti all’inizio, non una grande idea e prevediamo che dopo questo disco Basia Bulat continuerà a confondersi con le tante songwriters al femminile che popolano l’attuale panorama musicale. Non nel novero delle più brave ma certamente una dotata di talento non completamente espresso. Una nuova occasione persa anche se “Basia’s Palace” merita la sufficienza ed almeno un paio d’ascolti.
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