Anohni PARADISE EP
[Uscita: 17/03/2017]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Seconda uscita per Antony Hegarty, già Antony and the Johnsons, col nuovo appellativo di Anohni dopo aver dato alle stampe l'anno scorso “Hopelessness”, e proprio alle session di registrazioni di quest'ultimo risalgono le sei tracce di questo ep. “Paradise” prosegue così sia il discorso musicale che col precedente lavoro l'ha portata a mettere in secondo piano l'impianto cameristico per spostarsi verso più duri e spigolosi arrangiamenti elettronici, complice anche qui la produzione di Hudson Mohawke e Oneohtrix Point Never, che su quello dei testi ancora una volta dedicati ai temi della difesa di madre Terra, della compassione fra gli uomini e della nostra reponabilità nei mali del mondo.
Ma ciò che conta di più è il risultato artistico e anche qui siamo sugli ormai consueti standard altissimi cui la cantante ci ha abituato in questi anni. La sua straordinaria voce rimane ovviamente la protagonista assoluta, ricca di pathos, abilissima nel modularsi per intensità e drammaticità, una voce che sgorga dalle profondità dell'anima e dei sentimenti che vivono e si arrovellano nella psiche e nella mente di Antony e che lasciano tracce profonde in chi ascolta. Ascoltare Anohni dà la sensazione di fare un viaggio e penetrare nell'intimità della cantante, che si mostra con sincerità e passione, e fors'anche con sofferenza a chi si accosta alla sua voce.
Come si diceva sono sei le tracce, dopo le atmosfere sinfoniche di In My Dreams la title track alza il tasso di drammaticità con la voce che si erge su ritmi nervosi e inquieti, archi trattati eletronicamente, mentre il testo si appella alle donne, come ultima chance di salvezza: «My mother’s love/Her gentle touch/My father’s hand/Rest on my throat», ma nella successiva, apocalittica Jesus Will Kill You la rabbia si trasforma nell'invocazione di una divinità punitiva per chi ha responsabilità nella devastazione contemporanea. You Are My Enemy è una pregiera che non concede alcun perdono, mentre Ricochet riprende temi e atmsfere di Jesus Will Kill You. Chiude l'ep la meravigliosa She Doesn’t Mourn Her Loss, i toni si fanno più sommessi, ma pieni di pathos, un'elegia per un madre Terra morente, ma non rassegnata. Nel finale lascia la scena all'artista aborigena Ngalangka Nola Taylor che in un discorso accorato si chiede cosa possiamo fare per fermare tutto questo e lavorare insieme per rendere la terra un posto migliore.
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