Conquering Animal Sound ON FLOATING BODIES
[Uscita: 18/03/2013]
Dopo il bell’esordio “Kammerspiel”, uscito per la label di Leeds Gizeh Records, approda alla Chemikal Underground il duo di Glasgow dei Conquering Animal Sound composto da Anneke Kampman e James Scott, entrambi a loro volta responsabili di progetti solisti, la prima con ANAKANAK, il secondo con The Japanese War Effort. La musica del duo scozzese è indubbiamente catalogabile nell’ambito del pop di matrice elettronica, la tessitura sonora delle loro canzoni è estremamente varia e ricca, synth, loop, rumori di ogni genere, pattern percussivi creano un apparente caos che trova un magico equilibrio nel canto nervoso, sincopato di Anneke Kampman, nel suo caso non va lontano dal vero il paragone con l’algida islandese Bjork. Atmosfere glaciali, spazi profondi evocati dai sintetizzatori, ritmo percussivo pulsante, un rumorismo che dà concretezza e fisicità, effetti elettronici stranianti, la voce nervosa della Kampman fra echi e contrappunti del coro, contribuiscono a creare un pop disturbato e obliquo, percorso da febbrili inquietudini e da improvvisi e incantati slanci lirici. Una musica elettronica che sembra preconizzare un futuro dominato dalle macchine, un ritmo che potrebbe essere uscito da una implacabile fabbrica robotizzata, trova la sua umanizzazione nella tortuosa, nervosa voce della Kampman che con il suo stile alla Bjork evoca spazi profondi, inquietudini esistenziali, paure profonde, estatici incanti.
L’approccio scientifico dei nostri è sottolineato anche dal titolo che rimanda al trattato sull’idrostatica di Archimede. Undici brani compongono questo “On Floating Bodies”: Ultimate Heat Death Of The Universe ci immerge in spazi astrali liquefatti con un ritmo in lento, ma costante levare; in The Future Does Not Requires keyboards e sonorità dissonanti e inquietanti pattern percussivi creano un mood sonoro disturbante, mentre Warn Me ha un impatto più immediato e pop con il canto che ripete «My body is an island, come inside»; in Mimese si ammira il caleidoscopico intarsio fra la voce gorgheggiante della Kampman, i vocalizzi liricheggianti del coro e il suono liquido e psichedelico dei synth; Treehouse ha atmosfere malinconiche e scure fra loop e riverberi vocali su un fluire frenetico di percussioni e rumori da apocalisse industriale e infine con Inner/ Outer/ Other sembra di entrare in un incubo ad aria condizionata, per citare Henry Miller, che ci porta alla fine di questo viaggio tormentato e inquieto nella musica di Conquering Animal Sound.
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