Procol Harum NOVUM
[Uscita: 21/04/2017]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Procol Harum: art rockers britannici per eccellenza ad inizio seconda metà anni '60, fautori (insieme ai Moody Blues) al giro di boa dal beat a forme più complesse e sofisticate, di un pop rock barocco-classica dipendente dai sintomi progressive con protagoniste sontuose tastiere. Redivivi, in forze eternamente (allora come oggi) all'ineffabile e aristocratico cantante-tastierista (hammond organ)-compositore Gary Brooker, festeggiano nel 2017 i 50 anni di attività artistica e dell'uscita del loro primo sempreverde singolo A Wither Shade Of Pale. Non con una 'conveniente' compilation o box antologico, ma con "Novum", uno straordinario album di classic rock nuovo (come recita il titolo) di zecca ed una line-up rinnovata che fa faville. Anche il 'lyricist' è cambiato: al posto di Keith Reid, inossidabile partner di Brooker dai tempi di Homburg, il decano Pete Brown (Cream, Jack Bruce, Pete Brown & His Battered Ornaments...). Solo lui, Gary Brooker è rimasto miracolosamente a 72 anni uguale a se stesso.
Prima di questo "Novum" c'era stato solo, 14 anni fa, il più che buono "The Well’s on Fire" (2003), ma hanno fatto bene Brooker (al centro nella foto) e c. ad agire per sottrazione e lavorare nell'ombra così a lungo se i risultati sono così di alto livello. Intendiamoci, l'alchimia strumentale e compositiva della band è rimasta identica a se stessa: un'esaltante integrazione tra tastiere e chitarre e relative performance solistiche, eleganti spruzzate di blues (la chiaroscurale I Told On You) e di jazz, robuste incursioni rock (Can't Says That), ispirate ballate lente d'ineffabile bellezza classicheggiante (Sunday Morning, Don't Get Taugh, Somewhen), prima tra tutte The Only One, sorta di A Salty Dog del terzo millennio.
L'impressione finale è che in tutti questi anni la band abbia lavorato ad affinare e perfezionare questa formula, rendendola ancora più 'unica' di quanto già fosse. Solo la stupenda, jazzata Image Of The Beast curiosamente sembra estrapolata (non ce ne voglia il buon Brooker) da un disco degli Steely Dan o Donald Fagen. La qualità e l'ispirazione sopraffine di Novum riusciranno senz'altro a colmare i prossimi dieci, quindici anni di assenza dei Procol Harum, ma potrebbe anche rappresentare (se la band dovesse malauguratamente estinguersi) l'ultimo degno capitolo di una storia bellissima.
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