Pearl Jam LIGHTNING BOLT
[Uscita: 14/10/2013]
Parlare dei Pearl Jam significa raccontare di una band che ha fatto la storia recente della musica rock; e di questi tempi in cui tutto passa velocemente, in cui la musica è ridotta spesso ad una compilation di brani sul proprio iphone e in cui gli artisti/le band durano il tempo di un disco o quasi, disquisire di una band che è insieme dal 90 e continua a fare musica di una certa qualità (piaccia o meno) divertendosi, è già da solo un elemento da apprezzare, da elogiare, da sottolineare. I Pearl Jam sono sicuramente ancora vivi, passati da anni importanti, mentre molti altri si sono persi strada facendo, sono mutati, sono scomparsi, loro sono rimasti i soliti rockers del grunge made in Seattle. Proprio in riferimento al loro nuovo album “Lightning Bolt”, l'aggettivo “solito” sembra essere il più appropriato, molti hanno accolto il disco della band criticando il fatto che non ci sia nulla di nuovo. Come scoprire l'acqua calda insomma, perchè se c'è una cosa lampante ed evidente della band di Seattle è proprio quella di non aver mai cambiato la propria idea di musica, di non aver mai avuto grande fantasia, di avere una linea chiara seguita ciecamente, riuscendo forse anche per questo a creare album che al di là di tutto suonano sinceri e di grande personalità, con un marchio di fabbrica evidente immediatamente e riconoscibile, anche sentendo pochi secondi di un brano, magari in lontananza.
Vale anche per “Lithning Bolt” (prodotto dal fedelissimo Brendan O’ Brien), ultima fatica di Eddie Vedder, Stone Gossard, Jeff Ament, Matt Cameron e Kenneth Gaspar, che arriva a distanza di quattro anni dall'ultimo lavoro “Backspacer”. In un certo senso è un ritorno all' ”antico” se pensiamo al penultimo album dei Pearl Jam, legatissimo (una sorta di appendice) per una serie di evidenti motivi alla colonna sonora firmata da Vedder per il celebre film “Into the Wild”, che molti (nuovi e giovani fan) apprezzarono ancora presi (forse) dalle atmosfere emozionanti del film di Sean Penn, ma che molti altri, i più fedeli (e vecchi seguaci) non capirono. “Lithning Bolt” torna indietro di qualche anno, per lo meno riguardo l'energia che tutto o quasi il disco sprigiona in particolare in alcune tracce come Getaway, pezzo d'apertura, e Mind your Manners (singolo di lancio), e almeno nei primi sei brani: puro rock grunge, con venature punk (alla Bad Religion) e la voce di Vedder sempre in gran forma.
Riff energici e riconoscibilissimi che ti rimandano subito ad album storici come il primo “Ten”, “Vitalogy” o “Yeld”. “Lithning Bolt” dà l'impressione di essere diviso in due parti, nelle quali sono raccolti gli ultimi anni (artistici ed umani) dei Pearl Jam: prima parte che si chiude virtualmente con Lithning Bolt (brano meno riuscito di altri). La seconda parte si apre con Infallible (accenni di funk per un pezzo che rimane in testa solo per l’intro) per poi continuare con tracce ancora dal sapore “Into the Wild” (Pendulum, Swallowed Whole, con la voce di Vedder potente e sensuale), soprattutto Future Days che chiude il disco e sembra davvero un brano estratto da “Music from the Motion Picture: Into the Wild”. Episodi che emanano ancora quell’atmosfera di libertà, solitudine e immensi spazi a prescindere dal significato dei testi, con una venatura pop che attraversa tutte le dodici tracce. I Pearl Jam ci sono ancora e sono fortemente affiatati: hanno affermato recentemente che la loro longevità come gruppo dipende dal fatto che fanno vite totalmente separate, e si ritrovano solo per i live e per registrare gli album in maniera definitiva; mantengono alto il nome del grunge o di quello che fu, del rock diretto e semplice fatto col cuore.
secondo me é un disco da 9.5,.
Ten é irraggiungibile…. per tutti!!!
e forse é lei forse quello piu’ impressionato da into the wild che non capisce che ogni canzone é un pezzo di ogni membro della band, si ci sono i pezzi parole e musica di vedder, da sempre in ogni album ci stanno, in to the wild é stato fatto con alcune cover e il resto ttt parole e musica vedder con alcuni brani scritti addirittura prima che vedder °leggesse° la sceneggiatura del film.
quindi, se lei caro recensore é il primo fan di imto the wild non scriva fesserie sui Pearl Jam ma faccia la recensione solo di vedder.
PS se avesse comprato il disco poteva almeno leggere chi ha scritto parole e musiche di ogni canzone, e a quel punto mi comprenderà1!!!
La recensione è completamente a favore dei Pearl Jam (di Vedder e compagni). Sono un fan della band (so benissimo chi scrive i pezzi, la musica e tutto il resto, della loro storia, di Vedder solista, di Into the Wild (film) e della colonna sonora tutta (tra le più belle che ho ascoltato negli ultimi anni. E’ chiaro che le cose sono influenzate a vicenda, è sempre o quasi così in questi casi, visto che si parla delle stesse persone/artisti, sia in band che come soliti. Quindi mi dispiace ma non capisco la sua “ira”. Forse per il voto? Alla fine lascia il tempo che trova ed è comunque espressione di punti di vista diversi
Io sono un amante del mondo Pearl Jam ,
chi si aspetta un disco da 20enni suonato da una band matura , con sonorità e tesi maturi , forse deve ascoltare altro .
Il disco più lo ascolti più è bello …. chiaramente TEN non lo supera nessuno .
Grandi pezzi belle sonorità e ci sono in giro poche canzoni lente belle come FUTURE DAYS .
Per me è sempre un grande album con delle perle e degli ottimi pezzi.
Pagherei oro per sentire altre band fare album di questo livello ….. per non parlare dello spettacolo che ci aspetterà dal vivo …… ricordiamoci tutti che le vere rock band escono sul palco e lì bisogna fare un inchino a dei grandi musicisti .
Si ragazzi ma ponderiamo un attimo anche ai gusti personali. Trovo il giudizio su quest’album veramente oggettivo… per il resto considerare “ten” un disco inarrivabile per “tutti” non esiste, ci sono decine di album molto più importanti e belli… dico nella storia del rock “alternative”