Mark Stewart + Maffia LEARNING TO COPE WITH COWARDICE / THE LOST TAPES
[Uscita: 25/01/2019]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
C'è stato un periodo in cui il rock si faceva carico di istanze sociali, visioni politiche e sincera opposizione ai sistemi di potere. E per quanto oggi certa musica schierata possa apparire datata, se ne sente pur la mancanza; appare dunque doveroso restituire il giusto spazio ad un sabotatore iconoclasta come Mark Stewart. La Mute Records celebra il leader del famigerato Pop Group con la ristampa del suo esordio solista (a nome Mark Stewart + Maffia), che seguì lo scioglimento della band nei primi ‘80, “Learning To Cope With Cowardice”, accompagnata da “The Lost Tapes”: antologia di materiale inedito dimenticato in qualche scantinato, che getta nuova luce sugli albori del sodalizio tra Stewart ed il suo produttore Adrian Sherwood. Non la raschiatura del fondo del proverbiale barile, ma 45 minuti di musica temibile, primitiva e cacofonica.
Sconquassi sonori e voragini di rumore, dissonanze e liberi collage girovaganti come a cercare il bandolo di una matassa di idee abbozzate, che sono a tutti gli effetti un rozzo materiale di studio in preparazione al sabbah di “Learning To Cope…” tanto che c'è pure una embrionale versione di Jerusalem, quella che diventerà il biglietto da visita di Stewart, alla radice della dissacrazione che questo post-punk tagliato con elettronica grezza e dub si portò dietro in quel 1983, oggi lontanissimo, e che rappresentò un manifesto di rottura anche per anni tumultuosi come quelli.
E se nel magma “afroindustriale” dell’album “ufficiale” il lavoro al mixer era un’elaboratissima ricostruzione artificiale di improvvisazione e primitivismo, in “Lost Tapes” Il sound è sinceramente lo-fi. Per un rock che rock non è più, e si dimena tra Red Crayola, uno Zappa elettronico, l'anarchia nera del post punk, il cubismo di Beefheart e il beat rastafariano, miscelati assieme in una forma libera e improvvisata. Una edizione deluxe per una musica che fugge il lusso, fugge la correttezza e l’equilibrio: ma non c’è contraddizione in tutto ciò. Scorbutico, completo, embrionale e definitivo allo stesso tempo, ma sorprendentemente in grado di vivere il nostro presente in autonomia, senza bisogno della pur reale giustificazione dell'importanza storica.
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