The Libido Fuzz KALEIDO LUMO AGE
[Uscita: 01/05/2015]
Francia #consigliatodadistorsioni
Libido Fuzz provengono da Bordeaux, la patria dell'aeronautica francese, ed il frastuono supersonico è il fluido che scorre all'interno del loro spaziale Heavy Psych Boogie. Uniscono la classe della psichedelia più pura dei primi settanta a brillanti intuizioni hard blues, memori della lezione della Jimi Hendrix Experience e del lato più sperimentale degli Who, a creare una vera e propria espansione sensoriale. Simili a tre stregoni di obliquità caleidoscopica costituiscono l'analogia perfetta per il mondo di colori abbaglianti e di effetti spaced out in mostra in questo lavoro, avviluppati in un vortice di psichedelica sfuocata, che si rincorre perdendosi in universi alternativi di dolcezze immaginate e difficilmente afferrate. L'album è caratterizzato da un groove favoloso. Il chitarrista e cantante, Pierre-Alexis, conosce la ricetta per creare irresistibili riffs di scintillante blues stellare, simile al vento che spazza le dune del deserto, in un crescendo di effetti wah-wah, fuzzy tones e voce riverberata.
"Kaleido Lumo Age" apre con Oblique Strategies,impostato su un riff à la Hendrix, inflitto su un ritmo costante di batteria, in osmosi col basso sotterraneo, a creare il supporto ritmico su cui s'innesta la voce roca e potente, quasi demoniaca, che evoca le passeggiate degli Zeppelin dalle parti della villa di Loch Ness. Raw Animal è una serie meravigliosa di ottusi effetti wah-wah dilatati che s'insinuano sull'implacabile tessitura ritmica per sfociare in cascate di suono sabbatico. Il basso prosegue inquietante con cambi di ritmo ed alternanze di stili, la voce é insistente, ribollente ed inebriante. Redemption Of The Bison ci mostra l'aspetto riflessivo del power trio, con continui cambi di ritmo ad esacerbare l'aspetto tossico e depravato di intuizioni bluesy ipnotiche, con la voce maestosamente melodica che riporta in superficie scalfitture post grunge. Chiudendo gli occhi per ascoltare The Postman, il flashback accentua la distorsione temporale. Vi troverete in una fumosa stanza tra giradischi Technics, casse Philips e i vetri che tremano sotto frustate hard da assorbire con il massimo volume possibile.
Altro ghigno diabolico in Enter The Occult in cui si aprono le porte all'oscurità tra ossa venate e maledette convulsioni che si infrangono su sepolcri grigi, una “NIGHT OF THE LIVING DEADBEAT” severa e lugubre così come persevera l'inzupparsi di cromature stridenti che alternano colorazioni vibranti sino al sussulto di Sweet Hours. Pierre-Alexis assurge alle gesta di black angel nel volo liberatorio, di Jeffersoniana memoria, di Haight Ashbury, dove plana verso un incantesimo siderale ed incontra le porte del cosmo incendiate da cumuli di rifrazioni e bagliori disgregati. Si tratta di un album ben costruito, equilibrato, strutturato, che mescola atmosfere Sabbath/Hendrix/Canned Heat a climi sperimentali e rarefazioni sospese. Euforia, contorsioni mentali, disorientamento, ebbrezza espressiva sono la sorprendente cornice di un tessuto sfrangiato da un notturno heavy a strisce lisergiche. Perchè non suonarlo tra l'asfalto fuso e le serpentine di potenti cilindrate impreziosendo il proto stonering dei seventies con una genesi psichedelica? In Kaleido Lumo Age si possono davvero vedere tutte le tinte percettibili. Sino ad delirare di wah pedal e cristalli purpurei.
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