Föllakzoid II
[Uscita: 22/01/2013]
Juan Pablo Rodriguez, basso e voce, Diego Lorca, batteria, Alfredo Thiermann, synth, Domingo Garcia Huidobro, chitarra, sono i quattro amici di Santiago del Cile che hanno dato vita, ormai da sei anni, al gruppo Föllakzoid, nato dopo una lunga jam improvvisata. Questo è il loro secondo disco sulla lunga distanza, il primo è del 2008, e nel mezzo hanno pubblicato un ep. I nostri vengono fuori dalla interessante, e pressoché sconosciuta da noi, scena psichedelica cilena, da segnalare almeno gli Holydrug Couple anch’essi scritturati dalla Sacred Bones e gli Psychedelic Schafferson Jetplane, ora grazie al contratto con la label statunitense hanno la possibilità di farsi conoscere da un pubblico più ampio, intanto è annunziato un toru americano con i compagni di etichetta Psychic Ills. Come molti altri artisti contemporanei anche i Föllakzoid trovano fonte di ispirazione e modelli nella musica dei sixties, evidentemente non solo un atto di amore e di nostalgia verso un’epoca irripetibile, ma un approccio alla musica che si lega al passato, a un lavoro svolto con serietà e competenza, passione e partecipazione, non musica liquida, ma solida, ben fatta, ben suonata, ben registrata, non per un ascolto usa e getta, ma per la lunga durata.
Definire la musica del gruppo cileno non è molto difficile, la loro è una psichedelia che si rifà soprattutto al krautrock dei Can e allo space-rock degli Hawkwind, ma con una tendenza ad atmosfere dark. Lunghe jam lisergiche su un semplice, ma possente giro di basso, a volte solo due note, e una percussione martellante mentre synth e chitarra si rincorrono in acide fughe spaziali che come lame fanno esplodere le sinapsi di chi ascolta. Cinque tracce di trance lisergica, quasi completamente strumentali, il canto ieratico e cupo di Juan Pablo Rodriguez richiama quello di Damo Suzuki, mentre la musica procede avvolgente in un lento crescendo tra aperture verso gli spazi infiniti e misteriosi e atmosfere tra il dark e il mistico. Del resto i nostri sono convinti che nel Sud America ci sia una sorta di forza gravitazionale che lo rende capace di dialogare con altri luoghi, tempi e dimensioni, ed è proprio questa sensazione che la musica dilatata, lisergica e ipnotica dei Föllakzoid vuole e riesce a dare. Decisamente un gruppo da tenere d’occhio e che potrà riservarci altre gradevoli sorprese, per il momento ha affiancato i Goat nei miei ascolti psicotropi.
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