Hollywood Vampires HOLLYWOOD VAMPIRES
[Uscita: 11/09/2015]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Hollywood Vampires in origine furono un parto del Rainbow Bar & Grill, famoso drinking club sulla Sunset Street, negli anni ‘70 punto di riferimento per le rockstar che passavano per Los Angeles. La regola per entrare nel club era, a detta del fondatore Alice Cooper, “bere più di tutti gli altri membri”, ai tavoli si potevano anche trovare John Lennon a Keith Moon che chiacchieravano e scherzavano assieme.
Forse è proprio sulla scia di quei ricordi che, dopo aver contattato l'amico di sempre Johnny Depp, Alice Cooper decide di riesumare gli Hollywood Vampires con il desiderio di suonare quei classici composti dagli amici del club, scomparsi con il trascorrere degli anni.
Cooper e Depp si ritrovano in sala prove con alcuni grandi musicisti di sempre (tra gli altri Paul McCartney, Perry Farrell, Joe Perry, Dave Grohl, Joe Walsh ed il famoso produttore Bob Ezrin) e dopo alcune sessioni in studio decidono di pubblicare insieme un disco per omaggiare la storia del club e, forse, quella della musica in generale.Ne escono così 14 canzoni, la maggior parte cover, che sembrano essere state incise tre decadi fa, con la voce di Cooper in grande spolvero.
Il disco si apre con una solenne intro recitata dal compianto Sir Cristopher Lee: funge da anticamera per il primo dei due inediti del disco, Raise The Death che ha un sapore così retrò che potrebbe essere davvero stata composta davvero trent’anni fa, ma è solo con My Generation che il disco parte veramente. La hit degli Who è la prima di una serie di geniali reinterpretazioni, segue una versione particolare di Whole Lotta Love nella quale l'intro viene rallentata e distorta dando una sensazione di spaesamento.
Five To One/Break on Through (to the other side) di doorsiana memoria sono impreziosite dallo stesso Robby Krieger alla chitarra. Sono tutti brani decisamente inflazionati, ma Cooper e soci sono riusciti a renderli ancora una volta attraenti e carismatici. La tracklist riesce a conciliare bene episodi di John Lennon (Cold Turkey), Small Faces (Itchycoo Park), Jimi Hendrix (Manic Depression), Spirit (I Got A Line On You), T. Rex (Jeepster), Pink Floyd (Another Brick In The Wall) e dello stesso Alice Cooper, che immodestamente si inserisce di diritto, con la sua celeberrima School's out.
“Hollywood Vampires” è un disco semplice e schietto, senza molti fronzoli, non sembra una subdola operazione di marketing, si fa ascoltare senza fatica e spesso avvince. Probabilmente non avrà un seguito, ma va bene così: il punto di forza della band è proprio quello di non essere una band, ma un gruppo di vecchi amici che si ritrovano a parlare del tempo che fu e ad omaggiarlo nel modo migliore possibile.
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