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30 Novembre 2014 , , , ,

The Melvins Hold it in

2014 - Ipecac Recordings
[Uscita: 14/10/2014]

 USA

melvins-hold-it-inAbbiamo sempre avuto paura di definire un disco dei Melvins ‘ennesimo’, eppure siamo all'ascolto dell'ennesimo disco dei Melvins. Certo, avremmo potuto scrivere ‘ennesimo capolavoro’, invece non riusciamo ad andare oltre a ‘ennesimo lavoro’. Ecco questo  “Hold it in” è il solito, ben confezionato, mastodontico, stralunato, eccentrico, lavoro della band di Aberdeen. Il disco si presenta con un gran singolo: Bride of Crankestein per poi iniziare la sua lenta discesa verso una sorta di follia controllata a cui i Melvins ci hanno ormai abituati dai tempi di “Prick” (Amphetamine Reptile 1994). Doom, stoner, punk e pop si snocciolano pesantemente lungo gli 11 brani contenuti nell'album, naturalmente non può mancare il pezzo sperimental-drone (Barcelonian horseshoe pit) che come una mascotte segue la band ed aggiunge preziosi (?) minuti al long playing, un film di cui conosciamo la trama a memoria. Dopo quasi 30 album in studio e 30 anni di carriera i Melvins hanno costruito uno zoccolo duro di fans in tutto il mondo, e questo gli permette di stampare decine e decine di dischi in edizioni limitate che alzano incessantemente le quotazioni dei dischi della band.

 

melvinsQuesto status di band di culto alla lunga logora anche un gruppo granitico come i Melvins e li fa cadere in dinamiche al limite dell'autoreferenziale. Diamo alla massa ciò che vuole, ma forse questo disco trasuda troppo di rock'n'roll per essere veramente assorbito da coloro che hanno amato i Melvins più per “Bullhead” che per “Nude with Boots”. Ora è necessario porsi un'altro quesito: sono diventati vecchi? Certo è che brani come Nine Yard sembrano avere l'orologio spostato di parecchie lancette indietro, l'animo di questo disco è sicuramente hard rock, genere che Buzz e compagni adoravano nella loro infanzia, e la loro genialità è stata proprio quella di prendere i Kiss e colargli sopra una betoniera di piombo fuso e dare vita a quello che più avanti si sarebbe chiamato Sludge. E' tipico degli anziani ritornare ad uno stato quasi infantile della loro esistenza. Ciò che sicuramente non manca a questo disco è la consueta ironia della band, grandioso il titolo del pezzo di chiusura: Piss Pistopherson. Indovinate a chi è dedicato?

Voto: 5/10
Nick Zurlo

Audio

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