Russian Circles GUIDANCE
[Uscita: 05/08/2016]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
“Guidance” è il sesto album dei Russian Circles, band composta da Mike Sullivan, Brian Cook e Dave Turncrantz che celebra i dieci anni di carriera e, dopo prove convincenti e altre meno ispirate, dà alle stampe quello che si può definire l'album della raggiunta maturità. I temi del post rock, sempre sul limite di una autoreferenziale riproposizione, e quelli del post metal più strutturato, vengono in “Guidance” declinati con una perizia di mezzi tecnici ineccepibile ed un perfetto dosaggio di forza belluina ed introspezione emotiva. L'album è stato prodotto da Kurt Ballou, chitarrista dei Converge, già impegnato alla consolle nel recente “What One Becomes” dei SUMAC, il progetto di Aaron Turner di cui ha fatto parte il bassista Brian Cook. Anche in questo caso la produzione è la chiave della resa finale del disco, in quanto è noto come Ballou curi particolarmente la collocazione ambientale dei microfoni nelle varie sessioni di registrazione proprio per catturare le vibrazioni dei suoni e preferisca affidarsi all'uso di strumentazioni analogiche piuttosto che a software come Pro Tools. Il risultato è un suono di una densità quasi palpabile, percepibile tanto nei momenti di maggiore spinta, quanto in quelli più cinematici. A tutto ciò si unisce un minutaggio relativamente contenuto di ogni traccia (sempre al di sotto dei sette minuti), dando la precisa sensazione di come i Russian Circles abbiano lavorato di sottrazione, puntando ad una sintesi grazie a cui l'ascolto non perde intensità neanche per un secondo.
L'iniziale effluvio ambient di Asa è come il tremolio della luce del sole che sorge, invocato da un arpeggio delicato, prima che con la successiva Vorel si sguainino le spade e si scenda lentamente nel cuore pulsante del disco con il battito ferino del drumming di Dave Turncrantz ed il basso distorto di Brian Cook che intona uno spietato sludge metal mentre le chitarre acquistano via via più spessore.
Con Mota siamo sul terreno di un post rock di scuola Mogwai solo in versione più muscolare, soprattutto quando il pedale della cassa di Turncrantz incomincia a prendere a pugni lo stomaco e si solleva un muro impenetrabile di chitarre. Afrika si avvicina alla magniloquenza degli Explosions in the Sky e nella successiva Overboard la chitarra di Mike Sullivan fa sentire sotto i polpastrelli lo spessore irregolare di antiche cicatrici dell'anima. Se con Calla veniamo investiti dalla forza di un suono materico ed oscuro di stampo Neurosis, Lisboa chiude il cerchio in un'alternanza tra spleen quasi Low e una drammaticità che subito dopo vira verso il post metal. Guidance è un disco di grandissimo livello, la risposta affermativa alla domanda se abbia senso ancora oggi parlare di post rock. Immergersi nelle profondità dei brani di uno degli album più rilevanti di quest'anno è un viaggio che vale la pena intraprendere.
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