Wilko Johnson & Roger Daltrey GOING BACK HOME
[Uscita: 10/03/2014]
# Consigliato da Distorsioni
Allora, ci sono questi due signori inglesi piuttosto avanti con gli anni, seduti vicini durante una cerimonia, che, chiacchierando dell’argomento che conoscono meglio, il rock’n’roll, si trovano a condividere l’amore per un’oscura band dei primi sixties, Johnny Kidd & The Pirates. Siccome non si tratta di due signori qualsiasi, ma di due pietre miliari della storia del rock, viene loro in mente, una volta o l’altra, di incidere un album per celebrare quel gruppo e la musica del periodo in cui erano due ragazzi (i due sono quasi coetanei, 70 Daltrey e 66 Johnson). Il tempo passa, era il 2010, e tutto sembra finire nel dimenticatoio. Intanto, siamo a gennaio 2013, ad uno dei due signori viene diagnosticato un cancro al pancreas, in fase terminale. Invece di sottoporsi a gravose quanto, purtroppo, inutili terapie, il tipo, Wilko Johnson, chitarrista dal tocco inconfondibile fondatore dei Doctor Feelgood, considerati tra i padrini del punk e gruppo di punta del “pub rock” (e, fatto irrilevante, una delle band preferite di chi scrive), decide di partire in tournée per tutto il tempo che gli resta, per vivere alla grande gli ultimi giorni.
Il tour ha un successo ben al di là del previsto e, soprattutto, di quello ottenuto da Wilko nel lungo periodo in cui ha portato avanti una carriera solista non particolarmente gloriosa. Inoltre la malattia sembra essersi presa un periodo di pausa, visto che Wilko è ancora tra noi e ha deciso di continuare a starsene in tour, progettando addirittura un giretto in Giappone, dove attenderebbero lui e la sua band a braccia aperte. Nel frattempo, l’altro signore, un certo Roger Daltrey, che ha poco bisogno di presentazioni essendo il Lead-Singer di sempre degli WHO (e le maiuscole non sono un errore di battitura!) si ricorda della conversazione che abbiamo rievocato sopra, trova uno studio di registrazione vicino casa, nel Sussex, e, nel giro di una settimana scarsa il disco è pronto. La formazione è quella che sta accompagnando Wilko nel suo tour e che ha suonato con lui per buona parte della sua produzione solista: al basso Norman Watt-Roy e alla batteria Dylan Howe, già nei grandissimi Blockheads del compianto Ian Dury. Durante le sessions si sono aggiunti l’ottimo Steve Weston all’armonica e Mick Talbot, (Dexys Midnight Runners, Style Council, Merton Parkas), all’Hammond. Roger ha dichiarato di aver lasciato completa libertà a Wilko nella scelta dei pezzi.
Johnson non se l’è fatto dire due volte; in effetti, tolta la cover di un brano non notissimo di Bob Dylan, Can You Please Crawl Out Your Window, tutto il resto è farina del suo capiente sacco, dai vecchi standard dei Feelgoods (la title track, Sneakin’ Suspicion, una galattica All Through The City) ai pezzi della sua non fortunatissima carriera solista (Ice On The Motorway, Some Kind Of Hero, l’unica, ottima ballad, Turned 21). Niente di nuovo, quindi, e non c’era nemmeno da aspettarselo: Wilko, purtroppo, non ha tempo di mettersi a scrivere cose nuove. Ma quello che esce dalle casse è qualcosa di immortale, è l’essenza di quello che Pete Townshend chiama “maximum r’n’b”, è un suono possente e vitale, anche se a produrlo sono un malato terminale e un settantenne che ha vissuto ai duecento all’ora. Ce ne sarebbe abbastanza per un 10 per nulla obiettivo in pagella, ma noi siamo pignoli e non possiamo non rimarcare come la produzione sia un po’ troppo pulitina e la voce di Roger un po’ troppo “melodica”, al confronto, inevitabile, con quella roca e sgraziata del povero Lee Brilleaux, la vera anima dei Doctor Feelgood. Detto questo, sin d’ora, uno dei dischi dell’anno. Godetevelo al massimo volume.
E’sempre speciale il rock’n’roll di classe…