The Three Blind Mice THE CHOSEN ONE
[Uscita: 11/11/2015]
Se ci si accosta all’ascolto dell’ultimo album di The Three Blind Mice, “The Chosen One”, con orecchio distaccato, quasi in maniera distratta, si potrebbe anche pensare di aver sbagliato a mettere il CD dentro il lettore: parrebbe di essere alle prese con lo score di uno spaghetti-western, magari a firma di Ennio Morricone e con un Clint Eastwood che, sigaro in bocca, sta per affrontare in duello il cattivo di turno sulle note di tango di Wine Song. A peggiorare/migliorare le cose ci si mette, fra l’altro, il primo titolo in scaletta, River of no return, che è lo stesso di un western classico americano a denominazione d’origine controllata, diretto nel 1954 da Otto Preminger, con il mitico Robert Mitchum, una sontuosa (come sempre) Marilyn Monroe (il film, come avviene spesso, fu lanciato in Italia con un titolo che non c’entrava proprio per niente, “La magnifica preda”, evidentemente per mettere in risalto la presenza della biondissima diva). Superato l’impatto, e recuperata la necessaria lucidità, ci si immerge nell’ascolto assai piacevole di un album davvero molto interessante.
Il sound di questo quartetto che ha scelto di muoversi sull’asse Milano-Berlino, ha vari riferimenti ed influenze, dal post-punk anni Ottanta ai suoni di frontiera, al già citato Morricone, qui e là ricorda artisti e stili già ascoltati, ma nel complesso si tratta di rimandi che essi hanno maturato biologicamente per dar vita ad una produzione musicale personale e di buona qualità.
La voce di Manuele Scalia, corposa, dai colori intensi e molto convincente, si dipana attraverso i dieci brani dell’album, non come “just a lonely traveller” (solo un viaggiatore solitario) quale si definisce nel brano iniziale, ma accompagnato dai suoi tre ottimi compagni di strada, il chitarrista Daniele De Santis, il bassista Matteo Gullotta e il percussionista Francesco Rivabene. A loro si aggregano, in sede d’incisione, allo Schaltraum Studio/Funkhaus di Berlino, Kristof Hahn degli Swans, con la sua lap-steel guitar (Hahn è anche il produttore), Mike Strauss alle tastiere, Luna Schwoll al violoncello e Madeline Black, la cui voce compare nel brano di chiusura, che si rifà al country nordamericano, Gospel Train.
Nella tracklist figura The Night Before, cover di Lee Hazelwood, che i “Tre Topi Ciechi” rendono, lasciatecelo dire, in una forma più dinamica e vivace rispetto all’originale del compianto cantante e songwriter americano. Una nota di merito spetta anche alla bella copertina dell’album disegnata da Paolo Paradiso, che ricorda molto il grande Edward Hopper (un’ennesima citazione).
Correlati →
Commenti →