Sherpa TANZLINDE
[Uscita: 30/09/2016]
#consigliatodadistorsioni
Procede col passo posato e sicuro di un vecchio Maharishi, su una deserta autostrada che va da Monaco a Canterbury, passando per i serragli della Persia. La canzone-jam degli Sherpa si sviluppa morbida, libera ma sintetica, arrotondando gli spigoli, fluida come lo erano le suite degli Hash Jar Tempo, senza vincoli come il “Visnu rock” dei My Sleeping Karma di "Soma" o degli stralci più quieti nella "Double Freedom" dei Samsara Blues Experiment. Chitarre liquide, dilatate, droni di sitar in background, passaggi raga (Magnetic White Tree, una Incredible String Band elettrica del Deccan), schizzi di elettronica acidulata (Tanzlinde): intrecci sonori che si risolvono come mandala tracciati sulla sabbia, che subito svaniscono al vento. All'ombra dei boschi dell'Abruzzo dai cui provengono, e soprattutto di quell'albero di tiglio (linden, appunto) sotto il quale ritirarsi a meditare per ritrovare un equilibrio con la natura di cui una società frenetica ci ha privato.
Sui piatti della bilancia sta un'immediatezza di scrittura quasi pop e dell'altra una mistica profonda, quella tensione cosmica, eppure tutta terrena e addirittura rurale, di “Paradieswärts Düül” o dei Popol Vuh di “In den Gärten Pharaos”. Passandosi tra le dita piccole immagini silenziose come haiku lasciati lungo il cammino ( «I was a white flower searching for a guide... a land I need for a silent growth, to grow»). Naif certo, ingenuo forse, a volte annacquato di new age; ma ottimamente arrangiato e ricolmo di sincero stupore e circolarità ipnotica. Una psichedelia verde e gialla, col riverbero di una foto in controluce. Per rocker dall'anima candida, che mai cederanno al facile nichilismo.
Video →
Commenti →