Z'ev & Simon Balestrazzi REVERBALIZATIONS
[Uscita: 28/11/2014]
Italia-USA
Un anno davvero prolifico il 2014 in quantità e qualità quello di Simon Balestrazzi. Questo "Reverbalizations" è frutto di una prestigiosa collaborazione con un altro esponente tra i più autorevoli nell'ambito del noise industrial, Z'EV: Stefan Joel Weisser. Un maestro dell'incanto percussivo, quest'ultimo, in attività dai primi anni '80, non è da meno in quanto a collaborazioni e produzioni. In questi cinquanta minuti scarsi di musica tesa e intensa si realizzano in parte quelli che da sempre sono gli intenti e la ricerca speculativa dei due artisti. Creare attraverso la strumentazione un magnetismo in grado di far comunicare l'ambiente e la partecipazione dello spettatore in una simbiosi di misticismo e sensorialità. A questo scopo si utilizza una location davvero insolita, in grado di amplificare ed esaltare i riverberi metallici e stranianti prodotti da Z'ev e le modulazioni ipnotiche di Balestrazzi, una vecchia miniera, una grotta detta delle Cinque Colonne, presente a Cagliari. Naturalmente ogni performance, ogni singola esibizione ha una propria evoluzione e una propria storia a sé che si evolve sulla base delle atmosfere legate ad uno specifico ambito multimediale che si viene di volta in volta a stabilire. Nello specifico la registrazione live che Z'ev tenne al festival Signal è stata ulteriormente elaborata dai protagonisti con l'aggiunta di inserti elettroacustici ed effetti pensati per creare un rimbombo inquietante e avvolgente, un suono materico, a tratti opprimente e ansiogeno e allo stesso tempo capace di sospendersi e liquefarsi fino a diventare esplorazione psichica, profondità, assuefazione.
Funzionale a questa atmosfera è sicuramente la capacità di Balestrazzi di introdurre dei feedbacks a tratti eterei ed evocativi ma anche marziali e glaciali, carichi di sottile distorsione e persistenza, in grado di disturbare e smarrire così come di trascinare in una trance ipnotica di abbandono e fluttuazione. La parte percussiva -variegatissima - disegna un'onda sinusoidale di perversi squilibri. Tratti ossessivi e fitti e apnee quasi impercettibili. Un tentativo magistrale di riconsegnarci l'intensità e il rapimento di un cerimoniale esoterico dai tratti inintelligibili, l'energia che si sprigiona da riti pagani capaci di stabilire un contatto con parti sconosciute della mente e allo stesso momento con la parte più arcana della natura. Un gioco di attrazione e repulsione, appartenenza ed estraneità, paura e rassicurazione reso molto bene dall'abilità di dare plasticità e leggerezza ad un suono cavernoso e lugubre. Giocare con la pesantezza attraverso l'incanto lirico del riverbero e della dispersione. Bagliori di reminescenze che prendono vita dagli anfratti più reconditi del nostro torpore. Il mito della caverna di Platone, la magnificenza di poter immaginare questo sgretolamento, questo potenziale infrangersi liberatorio.
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