Family Portrait LONTANO
[Uscita: 10/07/2013]
Sono maceratesi i Family Portrait che si uniscono nel 2008 per dar vita ad un progetto che nelle intenzioni unisca musica elettronica a strumentazione classica che aveva già dato alla luce un EP omonimo nel 2011. Questo “Lontano”, lavoro d’esordio sulla lunga distanza e autoprodotto dal trio marchigiano, si rivela già maturo e ricco di spunti interessanti, dall’elettronica più squisitamente di stampo trip-hop al pop più sofisticato. A dare una dimensione quasi eterea ma mai fredda, contribuisce sicuramente l’assenza di una batteria e di un basso (che però in alcuni tratti non avrebbe sfigurato nel dare maggiore profondità ai brani) sostituiti da programming e drum machine. Riccardo Minnucci (chitarra elettrica, chitarra classica), Tommaso Lambertucci (tastiere, synth, programmazioni) ed in particolare Emma Lambertucci la cui voce calda contribuisce notevolmente a dare spessore ed intensità emotiva a brani quali la title-track con la interessante e curiosa intro del dialogo tratto dal film “Deserto Rosso” di Michelangelo Antonioni e le atmosfere in salsa Portishead, disegnano ambientazioni pop-sintetiche . Certo, le atmosfere generali ricordano un po’ troppo da vicino gruppi come gli Ustmamò di Mara Redeghieri anche se, qua e là trovate i fiati che appaiono a spezzare le ambientazioni spaziali di Saturno, l’intermezzo bandistico funerario di Tracce a variare il generale beat elettronico che permea il suono di brani come Il rito e Deserto mentre la marcia Rock viene inserita in Sete.
Non male anche le parti a due voci come in Labirinto (di cui è stato realizzato anche un interessante video in stile anime) che vede la presenza di Gianluca Pierini dei Lettera 22 e Stagione nuova. L’impressione generale è di un disco che necessita di vari ascolti per apprezzarne appieno le potenzialità, che però alla fine sembrano rimanere un po’ inespresse nonostante una produzione di sicuro livello. Diciamo che i ragazzi hanno allestito una bella macchina, la benzina c’è, ma almeno al momento sembra mancare la sicurezza nel guidarla inserendo marce alte e premendo sull’acceleratore piuttosto che restare ad una più sicura velocità di crociera battendo territori conosciuti e quindi più sicuri. Certo, il tempo c’è e la strada davanti è ancora lunga per mettere a punto la vettura e trasformarla magari in astronave.
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