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4 Gennaio 2016

Teho Teardo LE RETOUR À LA RAISON. MUSIQUE POUR TROIS FILM DE MAN RAY

2015 - Specula
[Uscita: 19/09/2015]

#consigliatodadistorsioni     

 

Teho-Teardo-Le-Retour-a-la-Raison-2015-480x480La musica di Teho Teardo è sempre stata ricerca estetica. Lo è stato sin dalle prime produzioni musicali, a metà degli anni ’80, sotto lo pseudonimo M.T.T., quando si proponeva di descrivere le zone industriali delle città, in una sorta di poetica degli spazi marginali. Il termine estetico va ovviamente inteso nel senso più ampio: un’indagine dei meccanismi che legano il mondo esterno alla nostra percezione sensoriale. Vanno lette in quest’ottica anche le successive collaborazioni con molti degli esponenti di punta dell’industrial-noise degli anni ’90, da Mick Harris (Napalm Death, Scorn) a Jim Filer Colemandei (Cop Shoot Cop), da Ramleh a Nurse With Wound, da Zeni Geva a Skullflower, in quella che voleva essere una sorta di elogio delle forme inorganiche ed innaturali. Il passaggio al cinema avviene casualmente e consente al compositore pordenonese di approfondire e codificare nuove forme estetiche. Non si tratta di realizzare musica a supporto delle immagini, ma di costruire strutture sonore che prendano vita dalla stessa forza evocativa che sta dietro alle immagini.

Teho Teardo parte dalle sceneggiature per realizzare forme sonore che dovranno successivamente incontrarsi/scontrarsi con le immagini in un rapporto dialettico anti-hegeliano, cioè in un rapporto che non prevede sintesi. In questo senso vanno lette le colonne sonore di “Denti” (2000), “Lavorare con lentezza” (2004), “L’amico di famiglia” (2006),“La ragazza del lago” (2007), “Il Divo” (2008), "Gorbaciof" (2010), "Una vita tranquilla" (2010), "Rasputin" (2011), “Diaz” (2012). Le splendide colonne sonore (si pensi a La ragazza del lago) segnano una distanza netta rispetto alle composizioni dei grandi maestri italiani, poiché legate alla visionarietà dei ritmi metropolitani e alle forme di un sentire più neutro, sebbene ancor sempre emotivo. 

 

tehoL’incontro con Blixa Bargeld avviene durante la lavorazione dell’opera teatrale “Ingiuria” e consente a Teho di estendere la ricerca alle forme espressive del linguaggio, cioè alla modalità con cui l’identità appare intrinsecamente legata all’espressività ( “Still Smiling” , 2013 e “Spring”, 2014). Negli ultimi anni la curiosità intellettuale di Teho Teardo lo ha portato a confrontarsi di recente con la pittura di Joan Mirò ("Into The Black. Music for Joan Mirò", 2015), e ancor prima con la fotografia di Charles Fréger (“Music for Wilder Mann”, 2013), con il teatro del drammaturgo Enda Walsh (“Ballyturk”, 2014) e col cinema sperimentale di Man Ray, realizzando questo “Le Retour À La Raison - Le retour à la raison. Musique pour trois films de Man Ray” (2015), composizione scritta imageper i film dell’artista americano (“La Retour à la Raison”, 1923; “Emak Bakia”, 1926 e “L'etoile de Mer”, 1928). I film furono realizzati tra gli anni ’20 e ’30 nel pieno dei fermenti dei movimenti surrealisti e dadaisti, in quello che fu forse il periodo più creativo e rivoluzionario dell’arte europea, destinato ad essere successivamente spazzato via dalle dittature e dalle guerre.

La musica di Teho Teardo cerca di recuperarne le essenze concettuali, le forme irrazionali e le pulsioni. Ritroviamo il richiamo al ready-made, caro a Man Ray e Duchamp, mediante l’utilizzo sonoro di oggetti non rigorosamente musicali (Rrose Sèlavy). Scorgiamo il richiamo alla ripetitività ossessiva astratta e al contrasto tra sequenze deterministiche e pulsioni irrazionali (Danger Danger Danger). Riconosciamo le forme di una narrazione onirica e indefinita, relativa alla visione di un mondo esterno segnato da forme vaghe e teho_teardo_gallery_04incerte (Underwater Constellations). La forza espressiva del surrealismo e del dadaismo era legata alla capacità di scardinare il senso comune e di proporre una visione del mondo libera da pregiudizi e da forme preconfezionate. In tal senso quei movimenti si proponevano come veicoli di libertà e di gioia (Synonyme de Joie, Jouer, Jouir). La fine di questa esperienza causata dalle guerre comporterà anche il declino delle forme d’arte più rivoluzionarie. In questo senso L'etoile de mer per Teho Teardo diviene una sorta di marcia funebre da eseguire con spirito dadaista, un vero e proprio necrologio di un novecento perduto. 

Voto: 8/10
Felice Marotta

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