Umberto Maria Giardini FUTURO PROXIMO
[Uscita: 3/02/2017]
#consigliatodadistorsioni
Partiamo dal titolo: “«Ho visto la scritta Futuro Proximo su un muro», dice Giardini. Un titolo nato per caso, quindi, in modo più che spontaneo. Passiamo all’autore: Umberto Maria Giardini si è fatto strada nel corso degli anni pubblicando una serie di album preziosi con lo pseudonimo Moltheni, abbandonato definitivamente nel 2010. Veniamo al disco: Se teniamo conto dell’ EP “Ognuno di noi è un po' Anticristo”, pubblicato nel 2013, questo “Futuro Proximo” è il quarto lavoro in cui l’autore marchigiano sceglie di metterci il proprio nome di battesimo. L’impressione è ancora una volta quella di trovarsi tra le mani un grande disco. A distanza di due anni dal precedente e bellissimo “Protestantesima”, Giardini torna con un lavoro incentrato sull’incomunicabilità. Il tutto si svolge attraverso dieci canzoni che parlano un linguaggio semplice, efficace e come sempre provocatorio. Canzoni che brillano di luce propria, capaci di raggiungere fin da subito i lati profondi del cuore.
È un Giardini ispirato quello di Avanguardia, brano che apre il disco e che si guadagna un posto tra le cose più intense scritte dal cantautore italiano. Quelle di Umberto sono canzoni bellissime, ricche di visioni e immagini fascinose, con incroci e armonie vocali di una purezza celestiale. In tal senso Alba boreale, Dimenticare il tempo, A volte le cose vanno in una direzione opposta a quella che pensavi e Mea culpa costituiscono i capitoli meglio riusciti del nuovo lavoro. Ma Futuro Proximo è anche un disco con un suono musicalmente deciso, robusto, carico di energia, in equilibrio tra pop, post rock e accenni prog. Per l’occasione Giardini si circonda di musicisti come Michele Zanni (pianoforte, moog, basso elettrico e vibrafono),Giulio Martinelli (batteria), Marco Marzo Caracas (chitarre elettriche) e Stefano Radelli (sax), affidando la produzione ad Andrea Scardovi. I risultati sono buoni, e mettono in evidenza l’indiscutibile classe dell’autore, capace di sterzate interessanti (in Caro Dio si presenta solo chitarra e voce, mentre Ieri nel futuro proximo è l’unico brano interamente strumentale). La componente melodica gioca ancora una volta un ruolo fondamentale. Non mancano eleganza e una cura dei dettagli tipici della musica di Umberto. Futuro Proximo è un disco riuscito e avvincente, equilibrato e accessibile, forte di una produzione eccellente. Non siamo forse ai livelli del lavoro precedente, né di “La dieta dell’imperatrice”, ma questo nuovo album regala momenti indimenticabili. La chiusura di Mea culpa lascia il segno.
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