Saffronkeira AUTOMATISM
[Uscita: 29/03/2019]
#consigliatodadistorsioni
“Automatism” è il quinto album di Eugenio Caria/Saffronkeira, a distanza di quattro anni dalla pubblicazione di “Synecdoche” e di sette anni dal monumentale “A New Life”. Lo fa affrontando ancora una volta il tema della mente e delle relazioni che la legano ai comportamenti inconsci. Nella presentazione dell’album viene citato un passo dal “De Legibus Et Consuetudinibus Angliæ” di Henry de Bracton (1210 – 1268), che recita: «Sed de furioso quid dicetur qui rationem non habet? Et de mente capto, et de frenetico, vel de infantulo?» traducibile in: «Che dovremmo dire del folle che non possiede ragione? E del malato di mente, del pazzo o di un bambino?». La citazione vuole sostenere che un atto criminale è tale solo se l’azione è guidata dall’intenzione e che in generale una parte della vita è governata da comportamenti non coscienti. Ecco allora che questo passaggio diviene lo spunto per approfondire quei comportamenti inconsci nel quale il soggetto agisce senza consapevolezza. Automatism diviene il terreno di indagine di quei meccanismi della mente in cui una piccola deviazione dall’ordinario origina un momento creativo. «Può esistere un determinismo dell’atto creativo?» sembra domandarsi Eugenio Caria.
In "A New Life" la vita veniva descritta come la risultante di due forze contrapposte in cui un determinismo biologico veniva bilanciato da una pressione psicologica ed emotiva. “Tourette” ripartiva esattamente dal punto in cui si era concluso "A New Life", in cui il disordine mentale si imponeva come forza generatrice e chiave della lettura del mondo. In “Cause and effect” si analizzava ancora la relazione che lega il meccanicismo del corpo ai desideri e alle passioni. Vi è sempre un legame oscuro e misterioso che lega la vita alle leggi della geometria. Automatism prosegue nello studio delle linee di forza che oppongono le leggi della biologia all’inconscio, come nel brano Aesthetic of Surrealism, in cui l’automatismo si pone come processo creativo in grado di bloccare il controllo della coscienza sul mondo. André Breton definiva il Surrealismo come «puro automatismo psichico». Atti Riflessi si sviluppa su atmosfere cupe bilanciata dalla gioiosa vitalità di Synchronicity. La splendida murkofiana Replication Without Variations sembra voler esaltare la bellezza di una natura in costante movimento, mentre le successive A Pattern Didn'T Exist e Conscious in Origin? vertono sulle costruzioni, spesso grandiose, dei meccanismi inconsci. Ancora un album di grande suggestione per il musicista sardo.
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