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15 Ottobre 2012 ,

SaffronKeira A NEW LIFE

2012 - Denovali/Goodfellas
[Uscita: 19/07/2012]

SaffronKeira:   A NEW LIFE – 2012 – Denovali/Goodfellas  SaffronKeira è il progetto solista di Eugenio Caria. Il musicista sardo, influenzato dall’elettronica minimale di Murcof e da quella d’avanguardia di Alva Noto, ha appena rilasciato un doppio CD per la Denovali, una delle più interessanti etichette del panorama indipendente. L’enorme quantità di materiale è stato suddiviso in due sezioni ordinate in una sequenza narrativa: ad una prima parte più glitch ed ambientale denominata “Old Life” (vecchia vita), segue una seconda parte più techno, dub e sperimentale, denominata “New Life” (nuova vita). L’album si sviluppa seguendo le tracce di una narrazione: la vecchia vita è la vita prenatale, quella vissuta all’interno del grembo materno, governata da una geometria biologica e da un determinismo tanto oscuro quanto amorevole. I brani sono caratterizzati da una elettronica minimale e da suggestioni ambient, attraverso i quali SaffronKeira ricostruisce il meccanicismo biologico dell’esistenza embrionale (Soliga), i ritmi esatti e seducenti che legano il nascituro alla madre (Symbiosi), i primi echi del battito cardiaco (Intrepidation ed Ethan), il senso di una vita che sembra schiudersi (8th months). A caratterizzare questo mondo rovesciato è l’assenza di luce e la persistenza di un tempo rallentato: una profondità che non è solo oscurità, ma anche un vincolo di amore impenetrabile che lega il nascituro alla madre.

 

In tutto questo la bellissima Last Days chiude la vecchia vita, in una sorta di inquieta e disturbata attesa. Il passaggio dalla vecchia vita alla nuova non avviene gradualmente, ma come in un salto, come in una clessidra in cui una vita si schiude per riaprirsi. Abbandonata l’opacità della vecchia vita, si passa alla luminosità della nuova. Il mondo esterno si apre alle regioni sconfinate della molteplicità, in un misto di sorpresa ed apprensione (111208). Alla voce rassicurante della madre si sostituisce una molteplicità estranea e divergente di rumore. L’esistenza è tutta da costruire. La biologia è scalzata dalla psicologia. Il mondo esterno è capace di imprimere la sua concretezza, plasmandone il senso nella mente del nuovo nato, laddove nella vita prenatale vi era solo una eterea impronta spettrale.

 

Il suono diviene molto più inquieto e dissonante, annegato in un dub che oscilla tra texture drone e sperimentazione. Alla gioia si alterna l’inquietudine (First denti). La pressione del mondo esterno ed il suo caos frattale assediano l’inconscio (Psychologically Destroying). Cresce il movimento ed il ritmo, ma anche il senso di angoscia (190305). Nel fallimento esistenziale (Acceptance of mental disorder) la vita si abbandona alle infelicità e alle inquietudini del mondo esterno. La bellissima Endless agony of being sick chiude l’album come una sorta di rassegnazione, una accettazione del compimento della vita che tuttavia lascia intravvedere ancora una speranza, una via d’uscita.

 

Nella malattia e nel preannuncio della fine, si innalza una voce femminile, ancestrale, un canto materno che richiama il figlio alle profondità dell’inconscio, a quella vita precedente che lo legava al grembo protettivo della madre, in un legame tanto gioioso quanto oscuro. Questo album di SaffronKeira è un lavoro monumentale, di cui ogni nuovo ascolto consente di cogliere ulteriori densità e stratificazioni. Un lavoro davvero impressionante, assolutamente consigliato.

Felice Marotta

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