Paolo Spaccamonti-Jochen Arbeit CLN
[Uscita: 9/03/2018]
Italia-Germania #consigliatodadistorsioni
Jochen Arbeit è un chitarrista sound artist sperimentatore che, nella sua lunga esperienza multimediale, ha avuto modo di cimentarsi con vari generi musicali e collaborare con altrettanti personaggi del suo stesso temperamento eclettico, aperto, curioso e versatile. Oltre alle illustri militanze in band influenti come Die Haut, Einstürzende Neubauten e Automat non è secondaria nella sua formazione, la permanenza nel collettivo berlinese “Geniale Dilettanten” che negli anni '80 infiammava di creatività e fermento la già nutrita scena germanica, aprendo a influenze della corrente Dada intrecciate al punk rock. ----- Paolo Spaccamonti e la magia delle sue corde ci hanno decisamente conquistato in lavori di cui abbiamo avuto modo di occuparci: nello split con Stefano Pilia del 2013 uscito per Brigadisco/Escape from Today, nell’ultima collaborazione del 2017 con Paul Beauchamp “Torturatori” e per l’incantevole lavoro solista “Rumors” (Escape from Today, 2015). È stato proprio Rumors che ha destato la curiosità di Jochen mentre si trovava in Italia, dopo averlo ascoltato diffuso in un locale. Forse perché si riallacciava al discorso intrapreso nel suo ultimo lavoro solista “Messages” o forse grazie anche alla mediazione dell’amico Beauchamp, collaboratore con entrambi e artefice di questa registrazione presso l’O.F.F. Studio di Torino, che deve aver sollecitato l’incontro simbiotico.
"CLN" nasce proprio dalla magia di questa interazione dei due protagonisti che per alcune ore improvvisano con le loro chitarre cercando un dialogo d’intesa. I sette brani racchiusi in questo lavoro hanno la magia di un viaggio sensoriale in cui si parte da abbozzi rarefatti, evocazioni del tutto personali disseminate come tocchi astratti su cui tessere un incontro che si sviluppa secondo logiche inattese. Non si cerca necessariamente un’unità di intenti, ma anche lo stimolo, la sfida da raccogliere per cambiare traiettoria, la voglia di mettersi in gioco partendo da un molteplice caotico da sublimare. In questo tentativo di conciliazione ben partecipe delle differenze Arbeit (a sinistra nella foto) e Spaccamonti (a destra) sviluppano un’opera artistica vorticosa, maestosa, di un simbolismo espressivo profondo e affatto scontato. C’è una sacralità, una tensione vibrante che si posa nell’atmosfera attraverso i primi accordi capaci di rompere il silenzio fremendo e assumendo la stessa plastica tangibilità delle zone oscure esplorate, poi segue un vago gioco di richiami, echi che risuonano nel crepuscolo di un’alba prima dell’abbagliante pienezza della luce. Le apoteosi scintillanti di questa misteriosa danza erigono poderose scenografie sonore che poi repentinamente si attutiscono in un liquido intercalare di abbandono. Non sembra allora sfuggire il riferimento alle simmetrie dell’omonima piazza retrocamera alle chiese “gemelle” presso la capitale sabauda. La piazzetta delle Due Chiese è stata dedicata al Comitato di Liberazione Nazionale come gesto controffensivo nel luogo in cui la Gestapo aveva eretto il suo quartiere generale durante la seconda guerra mondiale. È una piccola piazzetta la cui regolarità apparente smorza prospettive architettoniche antitetiche, il barocco delle chiese antistanti, la severità geometrica del portico grigio che la delimita. Una provocazione, se vogliamo, non priva di forzature ma che si carica di fascino attraverso il contrasto dei suoi elementi e alla metafora acqua suono che sgorga da fonti (fontane) emissive opposte diventando metafora di suono klang.
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