Paolo Spaccamonti RUMORS
[Uscita: 27/04/2015]
#consigliatodadistorsioni
Non si pecca certamente di eccesso di spavalderia affermando che Paolo Spaccamonti è uno tra i chitarristi più talentuosi e originali del nostro panorama underground. Riesce a coniugare impeccabile perizia tecnica e raffinata creatività sperimentale. Vanta collaborazioni eccellenti, tra le quali quelle con Stefano Pilia e Daniele Brusaschetto, che le belle incisioni nelle cover di Rocco Lombardi per Brigadisco, hanno reso vivide anche nel nostro immaginario. L’attività solista, a dispetto del suo prestigioso curriculum e della lunga esperienza accumulata, è stata preceduta solo da altri due dischi: nel 2009 “Undici pezzi facili” e nel 2011 “Buone Notizie”. Con questo ultimo "Rumors" sfodera un sunto magistrale delle sue esperienze e delle propensioni che maggiormente lo allettano, conciliandosi perfettamente con la sua sensibilità. Tutto si omogeneizza nella sua grande intensità cinematica, nella sua narrativa che è un susseguirsi scomposto e visionario di sensazioni. Una fluidità scintillante e surreale che si materializza in un disco impalpabile, che riesce a fare rumore della sua grazia e del suo sublime incanto. I toni sono sbiaditi, carezzevoli, decadenti e malinconici, i silenzi sono palpiti, tremolii che preludono a vibrazioni emozionali che si imprimono nella tavolozza del cuore e delle percezioni sensoriali. Il pezzo omonimo è una chitarra incisiva che si fa strada tra suoni morbidi e corali.
Vi è sempre un netto stacco tra gli strumenti che accompagnano e che in qualche modo rimangono di contorno e la scia chitarristica che si insinua con il suo lamento a tratti cupo, sofferente, soavemente lirico. La distanza si percepisce sia nella diversa concezione ritmica, che timbrica e atmosferica. In pezzi come Dead Set la chitarra è severa e impatta con un ritmo funk che progressivamente riesce a conferirgli spessore. In Bonnie & Bonnie è quasi un monologo teatrale appena stemperato da rumori ambientali. Alla fine prevale la sensazione che le corde siano associabili alle pulsioni più intime e spirituali e tutto il resto sia cornice circostante, brulichio di rumors che interseca e si sovrappone all’esperienza, producendo di volta in volta emozioni e reazioni diverse. Di disturbo (Il delinquente va decapitato). Di nostalgia (Giorni contati e Sweet EN). Di esplorazione e conoscenza (Seguiamo le api, Io ti aspetto, Navigare a vista). Di appassionato coinvolgimento (Croci/Fiamme). Per dirla con le esatte parole dell’artista torinese: “…questo disco, credo abbia a che fare con l’assenza e la disperazione, la malattia e il dubbio. Come la tenacia con cui a volte ci si alza dal letto per scansare la pazzia. Tutto il resto è brusio di fondo, chiacchiericcio, rumors…” Senz’altro da segnalare gli ospiti: Bruno Dorella e Julia Kent e il pregevole lavoro di Teho Teardo al master. [R.B.]
Paolo Spaccamonti ci offre, con suadente maestria, un'opera terza completamente strumentale degna non solo di ascolto, ma di riflessione. Il chitarrista e compositore torinese ci regala un album irresistibile, dodici tracce da assaporare con voluttà silente, suoni e atmosfere dipinte d'acquarello ed olio: Goya... Il Caravaggio...; musicalmente Mogway, Bachi da Pietra (sarà la presenza del puntuale drumming di Bruno Dorella) permeano i solchi, con una sempre presente impronta assolutamente personale. Il sostrato è da brividi. Citiamo solo l'ex Can Damo Suzuki fra gli antichi sodali. Splendide Gordo e l'umbratile Bonnie & Bonnie. Immensa Croci/fiamme, poesia pura e la sublime Seguiamo le api.
Sweet en ci lancia in un universo parallelo per un attimo mentre la dolce sua reminiscenza folk/lisergica rende i cuori pregni di immancabili nostalgie per ciò che poteva essere, non è stato o forse sì. Sperimentazione, psichedelia, art rock. Nessuna definizione ha importanza o forse tutte. Navigare a vista è una ballata rock d'altri tempi (umori di Byrds/David Crosby o Pink Floyd col primo Gilmour). Io ti aspetto muove alle lacrime ed è maestria ed improvvisazione. Il delinquente va decapitato sfiora il noise. Le chitarre erratiche dominano. Ogni nota ipnotizza in Io ti aspetto. Ascoltate la poetica maestria di Paolo e della superba Julia Kent al violoncello. Fango chiude con ruvida emozione. Brividi. [M.G.]
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