Cat Power Cat Power Sings Dylan: The 1966 Royal Albert Hall Concert
[Uscita: 10/11/2023]
E con questo siamo al quarto disco di cover della bravissima Cat Power, nome d’arte della cantautrice americana Chan Marshall, spirito inquieto e tormentato che in questi anni ci ha regalato alcuni degli album più belli e intensi di cantautorato femminile. Per lei le cover sono un modo di confrontarsi con le canzoni e gli autori più amati, spesso reinterpretando i brani in modo molto personale tanto da renderli a volte difficilmente riconoscibili, ma qui la Nostra si trova ad affrontare non solo uno dei monumenti della musica contemporanea, ma anche un autore a cui si sente affine e legatissima, per cui il senso del rispetto e della devozione sono quelli prevalenti nelle interpretazioni della Marshall. Il concerto qui registrato si è svolto alla Royal Albert Hall a novembre e ripropone esattamente la leggendaria performance di Dylan che segnò il passaggio all’elettrico, sconcertando i presenti che rumoreggiarono e contestarono quando dopo una prima metà acustica il set divenne elettrico. In effetti il concerto avvenne alla Free Trade Hall di Manchester, ma i primi bootleg pubblicati riportavano erroneamente la sede del teatro londinese. Cat Power ripropone pedissequamente la scaletta, così c’è una prima parte in cui lei è sola sul palco con chitarra e armonica e una seconda in cui, così come Dylan si fece accompagnare dagli Hawks, che poi avrebbero preso il nome di The Band, anche lei va sul palco con una band elettrica. Chan Marshall è interprete sensibile e la sua voce dai toni scuri e malinconici ben si adatta a interpretare una scaletta che contiene una serie di canzoni memorabili, autentici capolavori che non ci si stancherebbe mai di ascoltare, eppure dopo diversi ascolti rimane un senso di insoddisfazione. E non soltanto per la lunghezza delle versioni di canzoni come Desolation Row o Visions Of Joanna o Mr. Tambourine Man, ricalcando così l’originale interpretazione di Dylan, durata che però Marshall, secondo chi scrive, non riesce a reggere, tanto che si arriva alla fine un po’ estenuati per la monotonia dell’interpretazione. Va meglio la parte elettrica, il supporto della band dona maggior vivacità e Cat Power interpreta con brio e spigliatezza, il disco scorre via piacevolmente e le interpretazioni di brani come Leopard Skin Pill Box Hat o dell’immortale Like A Rolling Stone ci mostrano la vena più rock della cantautrice. “Cat Power Sings Dylan - The 1966 Royal Albert Hall Concert” non è affatto un brutto disco, è ben suonato e ben cantato, ma ciò che risulta difficile da capire è il senso dell’operazione, se non come testimonianza di un evento che se dal vivo ha un suo perché, come registrazione secondo chi scrive non va oltre il suo valore di documentazione di un evento per quanto importante e riuscito.
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