Cat Power WANDERER
[Uscita: 05/10/2018]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Il decimo disco della “gatta del rock” nasce dal suo vagabondare degli ultimi anni per diversi luoghi degli States. Tanti luoghi, tante anime, tanti generi per una sola opera che inevitabilmente ha un sapore eterogeneo riuscendo però a risultare compatta ed incredibilmente coerente con se stessa. Folk e blues frullati insieme che hanno un minimo comune denominatore: la voce di Cat Power, sensuale e personale, e la sua incredibile abilità di mettere la sua impronta su qualsiasi cosa rilegga, declinandola secondo una sensibilità musicale e vocale spiccata e profondamente autoriale. Forse la bellissima Chain Marshall (vero nome dell’autrice) è proprio sempre stata una wanderer, una vagabonda dei generi, che rinasce e si reinventa in continuazione. La title track è sintomatica: malinconica e struggente, ma sempre pronta a rilanciarsi in un riff, in una strofa, in una combinazione di note che stravolge pur sapendo bene dove andrai a finire. Un’intraprendenza compositiva che la rende un’autentica trasformista.
Un chiarore diffuso sembra diffondersi lungo le vie in penombra che percorrono le tracce dell’album: dopo un’intro sussurrato quasi, poche note al pianoforte esaltano la sua voce graffiante che in certi passaggi assume le sembianze di un dito puntato contro un’America che ha definitivamente smarrito la sua identità, politica, sociale e culturale, sommersa dal meltin’ pot ma soprattutto da un camaleontismo politico irriconoscibile. Il songwriting è poi guidato da una semplicità gradevole che asseconda ora i tormentoni del blues ora un mood neanche troppo lontanamente mediterraneo. You Get, Horizon, Stay, Black sono alcuni tra i brani più riusciti: ma dopo il passo falso dell’opera precedente, Cat Marshall sembra ingranare nuovamente la marcia giusta con quel “cuore selvaggio” che la rende capace di toccare le corde giuste dell’anima per farsi amare.
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