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27 Dicembre 2014 ,

Savage Republic AEGEAN

2014 - Mobilization Records
[Uscita: 15 /02/2014]

USA   # Consigliato da Distorsioni

 

aegeanE’ davvero sorprendente che l’uscita dell’album “Aegean” dei Savage Republic sia passata completamente inosservata. E dire che i Savage Republic sono state tra le art-punk-band più importanti degli anni ’80. Nati da un’idea di Bruce Licher e Mark Erskine, influenzati dal post-punk dei Joy Division, dall’industrial dei Throbbing Gristle, dall’avanguardia di Glenn Branca, dal krautrock dei Can e dalle sonorità tribali africane, i Savage Republic acquistarono notorietà grazie ad alcune esibizioni dal vivo contraddistinte da un mantra ipnotico divenuto leggendario. Quella miscela di tribalismo, arte e punk continua a conservare intatta, a distanza di anni, una forza evocativa davvero straordinaria. Dopo la reunion avvenuta nel 2002 per l’interessamento di Steve Von Till dei Neurosis e l’uscita dell’album “1938” per la Neurot (2007), i Savage Republic ritornano in Grecia per la seconda volta a ventitre anni di distanza da “Customs” (1989). La registrazione di “Varvakios” avviene nel pieno dei tumulti di piazza contro l’austerity in una situazione cosi incerta ed instabile da far dichiarare a Thom Fuhrmann che quella fu di gran lunga l'esperienza più soddisfacente che avesse mai vissuto come artista.

 

Il legame con la Grecia era nato per caso nel 1983 con la rilettura del brano O Andonis di Theodorakis pubblicata nel singolo "Film Noir", che ebbe una risonanza internazionale. Probabilmente era destino che quella terra di confine tra Oriente, Occidente e Africa entrasse nel cuore della band losangelina e l’uscita di “Aegean” nel 2014 ne è un ulteriore conferma. Thom Fuhrmann (basso/voce), Alan Waddington (batteria), Kerry Dowlingsr (chitarra) e Ethan Port (chitarra e percussioni) realizzano diciannove tracce che spaziano dalle sferzate post punk (27 Days, Omonia, Sons And Lovers), alle sonorità elleniche tradizionali (Thessaly I, Thessaly II, Barbizon Exposure), alle ballate esotiche impreziosite dal violino di Blaine L. Reininger (Salonika), sino alle atmosfere post rock più dilatate (Exarchia, Ships I, Ships II). Alcuni splendidi brani mescolano sonorità etniche con ambientazioni esotiche (El Porto, Arci Kroen) mentre Aegean, impreziosita dalla voce di Stella Papandreopoulou e dalla seconda chitarra di Greg Grunke, rimanda all’idea di un interminabile viaggio attraverso le isole più sperdute dell’Egeo. La straordinaria The Arab Spring chiude l’album con un poderoso ed energico crescendo. Tra le cose migliori di questo 2014. 

Voto: 7.5/10
Felice Marotta
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