Savage Republic (Ethan Port) La forza tribale del suono – It/Eng Version
INTRO
L’idea di un’intervista ai Savage Republic nasce subito dopo l’uscita del loro ultimo spendido “Varvakios“ (2012), registrato in Grecia durante i tumulti di piazza contro l’austerity, e mentre è in arrivo il nuovo lavoro “Aegean” a febbraio. Quell’album conferma l’amore della band per la Grecia e il Mediterraneo, per quelle terre di confine tra Europa, Oriente e Africa, costantemente contaminate nella cultura e nell’arte. Il tour europeo riporta i Savage Republic in Italia e in Grecia dopo alcuni anni d’assenza e ha reso possibile questa intervista rilasciata al multistrumentista della band Ethan Port, che ripercorre la storia della band dagli anni ’80 sino a oggi, spiegando il perché, a distanza di tanti anni, quella miscela di tribal-art-punk continui a conservare, inalterata, una forza evocativa così sorprendente. Il recentissimo concerto dei Savage Republic – cui abbiamo assistito - del 6 febbraio 2014 al Forte Fanfulla a Roma, nel corso del 2014 Aegean European Tour, è stato a detta della band uno dei migliori degli ultimi anni. La band di Los Angeles ha scaldato il pubblico con numerosi cavalli di battaglia come The ivory coast, Next to nothing, Andelusia, Ceremonial, Walking backwards, Viva la rocknroll, Trek, Siege, per passare ai più recenti 1938 e Hippodrome e chiudere lo show con la devastante Mobilization. La line-up attuale della band: Kerry Dowling (Bass, Guitar, Percussion, Vocals), Thom Fuhrmann (bass guitar), Ethan Port (percussion, keyboards, vocals, bass, guitar), Alan Waddington (drums). Alcune delle foto presenti in quest’intervista sono state scattate durante il concerto.
L'INTERVISTA AD ETHAN PORT (SAVAGE REPUBLIC)
Felice Marotta (Distorsioni) - Ciao Ethan, è davvero un piacere immenso per me poter parlare con i Savage Republic, che considero una delle più importanti band della scena del rock indipendente.
ETHAN PORT (Savage Republic) - Grazie Felice. Lasciami solo dire che questa intervista riflette esclusivamente le mie opinioni personali e i miei punti di vista. Non sto parlando a nome degli altri membri dei Savage Republic, passati o presenti.
I Savage Republic esordiscono nel 1982 con "Tragic figures", mescolando insieme un post-punk dai tratti industrial con ritmi tribali e musica tradizionale. Qualcosa di davvero alternativo. Qual è stato a tuo giudizio l’elemento veramente innovativo e caratterizzante del suono dei Savage Republic?
Nel 1982 ero ancora solo un fan della band (mi sono unito ai Savage Republic nel 1984). Come fan della prima band, rimasi immediatamente impressionato dai ritmi tribali selvaggi mescolati a melodie esotiche e allo stesso tempo combinati con l’energia e l’angoscia del nuovo punk e di quella scena che oggi chiamiamo post-punk. Mi piaceva l'idea che quella musica non fosse identificabile come specifica di un particolare luogo o di un particolare genere, ma che invece sembrava perfettamente accostabile a quella musica innovativa e interessante che stava uscendo in quel momento (penso ai Joy Division, Wire, PiL, etc.). In aggiunta, il progetto Savage Republic si adattava bene alla scena sperimentale artistica/musicale di Los Angeles di quegli anni. C’erano molti artisti che sperimentavano nuovi approcci alla musica e alla performance. C'era un sacco di competizione e ispirazione. Era una scena molto dinamica che permetteva alle persone di rompere gli schemi tradizionali e le convenzioni. Allo stesso tempo, era una scena molto caotica con un sacco di droga che alimentava i disordini giovanili in strada, con la polizia di Los Angeles che cercava di stroncare tutto questo. Penso che tutti questi elementi si siano combinati per influenzare la direzione che i Savage Republic hanno intrapreso, anche nel rendere il progetto interessante, bello e importante per me che allora era un ragazzo di 17 anni.
Negli anni ‘80 i Savage Republic costruiscono un’iconografia legata all'immaginario di una terra promessa e di una nuova libertà. Ma dietro quel romanticismo esotico si nascondevano orrori e tragedie, come le guerre di liberazione in Africa e le guerre civili in Libano ed in Iran. Era quello il modo per mostrare il lato nascosto e le contraddizioni di certe utopie degli anni ’60 e ’70?
Sì, per me il concetto che sta dietro ai Savage Republic (Repubblica Selvaggia) è sempre stato pieno di contraddizioni, proprio come può esserlo quello di un qualsiasi governo reale o di gruppo di persone. Sono sempre stato attratto dalle forme d’arte che esplorano le contraddizioni e l’ironia. Comunque quel che ho sempre amato dei Savage Republic è la sensazione che quella musica è sempre stata autentica e sincera, indipendentemente dalle influenze e dall’accostamento a vari generi musicali. Per me le migliori canzoni dei Savage Republic si sono mantenute insieme come una forma coerente di arte, capace di evocare sentimenti ed emozioni particolarmente profonde e intense.
In un’intervista, sottolineavi che i Savage Republic sono stati principalmente una art-punk band. Art-punk che non va inteso esclusivamente come avanguardia, ma soprattutto come arte. Un immaginario estetico che rimane ancora oggi l’elemento caratterizzante della band. Che ne pensi?
Credo che la band originaria sia stata molto influenzata dalle arti visive. Sia Bruce Licher che Mark Erskine erano artisti visivi e designer. Mark Erskine ha anche realizzato in quel periodo alcune splendide performance d’arte presso l’UCLA (l’UCLA è l’Università della California di Los Angeles, NdC), e Bruce e Mark hanno lavorato su alcuni grandi film. Ci sono molti brani strumentali che potrebbero costituire la colonna sonora di alcuni film epici. La grafica di Bruce Licher ha anche reso più forte il concept e il senso complessivo del progetto e della musica. Ritengo che la formazione attuale abbia migliorato la qualità musicale. Dal mio punto di vista, il concetto fondamentale che sta alla base della musica dei Savage Republic, e che io sento appropriato, è considerare i Savage Republic come una art-punk band. Ad esempio, “Varvakios” può essere sicuramente considerato come un'opera d'arte concettuale. E' stato registrato in soli tre giorni nel pieno dei conflitti/tumulti greci contro l’austerity e cattura completamente i sentimenti di quel momento, forse in un modo molto più simile a quel che fa un fotografo quando cerca di catturare un attimo fuggente.
La 'forza espressiva del suono' dei Savage Republic è decisamente post-moderna, come se le forme tribali del suono evocassero le alienazioni della vita moderna. In questo siete stati molto vicini agli Einsturzende Neubauten, che in quegli anni facevano cose simili ma a 6000 miglia di distanza. Quali sono state le somiglianze e le differenze con la band tedesca?
Sì, per me la “forza espressiva del suono” è sempre quel che ho cercato di raggiungere. Lavorando con Thom ho imparato che è anche possibile creare quella "forza espressiva" partendo dal silenzio e dalla calma che precede la tempesta. Sono d’accordo che i Neubauten e i Savage Republic stavano esplorando idee concettuali simili in quel periodo. Aggiungo un aneddoto. Quando avevo 18 anni, subito dopo l’uscita di “Tragic Figures”, viaggiavo in Europa nell’estate del 1982. Il primo album dei Neubauten “Kollaps” era appena uscito e stava suonando in un negozio di dischi di Amburgo. Ho immediatemante percepito le somiglianze con i Savage Republic e ho cercato di conoscere la band. Mufti and Alex si trovavano lì e diventammo amici di lunga data. Qualche anno dopo abbiamo suonato insieme a loro nel deserto del Mojave, proprio quando Thom Fuhrmann, Greg Grunke e io stavamo lavorando con Bruce Licher alla costruzione della nuova formazione dei Savage Republic. Nello stesso periodo, prima del mio ingresso nei Savage Republic, ero personalmente rimasto molto influenzato dalle performance in Los Angeles dei Throbbing Gristle e dei Public Image (i Savage Republic aprirono per i PiL in quello show). Ho iniziato a suonare musica sperimentale insieme ai miei amici presso l’UCLA nel rifugio antiatomico del seminterrato del vecchio palazzo di Fisica. Era una gigantesca camera di calcestruzzo piena di riverberi. Greg Grunke ed io ci siamo incontrati nel 1982 all’UCLA e suonavamo molto insieme. Mettevo volantini DaDa tutt’intorno all’UCLA per chiedere alla gente di unirsi a noi nel rifugio antiatomico durante le jam session di noise sperimentale. Vidi Mark Erskine e Bruce Licher all’UCLA e invitai Bruce a unirsi a noi, cosa che fece in un paio di occasioni. Anche Brad Laner e alcuni suoi altri amici si unirono a noi durante alcune delle più imponenti sessioni di noise sperimentale. Per questo dico che quando ho conosciuto gli Einsturzende Neubauten in Germania, era chiaro dal quel genere di suono che loro stavano esplorando territori simili.
I vostri concerti sono diventati leggendari. Una potenza ritmica e tribale scatenata da due bassisti e un numero imprecisato di percussionisti, capaci di trascinare il pubblico in veri e propri stati di trance. Raccontaci di quegli anni.
L'anno scorso abbiamo suonato a Varsavia per un pubblico più giovane. Dopo il concerto, un sacco di persone ci hanno fermato dicendoci che la performance li aveva letteralmente ribaltati sottosopra e che non si sarebbero mai aspettati una cosa simile da una "band anni '80". Quello show fu molto simile ad alcuni dei migliori concerti che avevamo fatto negli anni ’80. Nei suoi momenti migliori, i Savage Republic suonano come un treno fuori controllo che cerca di trascinare all’interno del vortice chiunque si trovi davanti. Vorrei anche evidenziare che in Polonia abbiamo suonato con una formazione di quattro elementi, ancora in grado di creare un’impressionante esperienza sonora. La gente mi dice che quella musica è ancora in grado di trasportarla in un altro luogo, quando quel suono armonico complesso li avvolge e li attraversa.
Nel 1986 con "Cerimonial" il suono diviene evocazione non solo di una lotta di liberazione ma anche di una terra promessa. Penso a brani come Andelusia, Mediterranea, Dionysius. Vi allontanate un poco dal post-punk per diventare precursori di nuove sonorità, che caratterizzeranno i decenni successivi.
Ceremonial è stato guidato dall’idea di Bruce di creare un album dalle sonorità decisamente più post-rock. Abbiamo anche voluto esplorare maggiormente il suono della chitarra attraverso accordature più sperimentali. Personalmente durante quel periodo, ricordo che ero molto influenzato da un concerto di Glenn Branca che avevo visto all’UCLA e in seguito dall’album “Bad Moon Rising” dei Sonic Youth. Ma ciascun componente della band portava le sue influenze personali in Ceremonial. Per le mie orecchie questo album suona troppo sovraprodotto. La versione live di queste canzoni sono spesso molto più cacofoniche, ma tuttavia ritengo che quella sovraproduzione abbia messo in evidenza il sentimento di malinconia che covava al suo interno, che è una cosa molto interessante. Di quell’album amo particolarmente Year of Exile e ritengo che l’attuale formazione dei Savage Republic ne proponga un’ottima versione live. Penso che sia vero che stavamo esplorando idee musicali simili a quelle che in seguito sarebbero diventate popolari con i Godspeed e con le altre band post-rock.
“Jamahiriya” (1988) è un album per certi versi provocatorio. Jamahiriya in arabo significa “repubblica democratica”, ma paradossalmente nessuno dei paesi arabi dell’Africa e del Medio Oriente è diventato una società veramente democratica. L’immagine di copertina mostra paesaggi soleggiati e luoghi esotici, ma Jamahiriya sembra invece una metafora delle contraddizioni legate alla natura umana e all’incapacità dell’uomo di realizzare società veramente libere e democratiche. E’ veramente così?
Personalmente ritengo che Jamahirya cercava di colmare il divario tra l’approccio sonoro post-rock di Ceremonial e la brutalità più conflittuale di Tragic Figures, proprio quando stavamo esplorando nuove idee musicali. Io personalmente quando componevamo le canzoni per Jamahiriya avevo in mente un’idea di musica medio-orientale. Non volevamo creare un particolare manifesto politico. Jamahiriya è essenzialmente un album strumentale e molte canzoni erano state scritte insieme dalla band. Brad Laner contribuì molto a quest’album e cambiò il suono ritmico. Puoi sentire quelle influenze anche in “Customs”, con molti più elementi post-rock tedesco e di noise. Personalmente ho sempre immaginato le canzoni di Jamahiriya soprattutto come il resoconto occidentale dei conflitti che avvenivano nei paesi medio-orientali, piuttosto che un particolare giudizio definitivo. Quando dico medio-orientale non mi riferisco ad un determinato paese o politica, ma ad una sintesi di svariati stili musicali che io vedevo in una prospettiva post-punk e post-rock. Naturalmente in molte regioni politicamente instabili le fazioni opposte impiegano nomi altisonanti come "democratico" o "liberazione" mentre in realtà si rivelano essere totalitarismi violenti. Purtroppo si tratta di un tipico ciclo in cui un pessimo governo oppressivo si alterna a un altro pessimo governo oppressivo.
Nel 2002 i Savage Republic si riuniscono dopo una pausa durata tredici anni e nel 2007 pubblicate "1938", l’album forse più apertamente politico. La denuncia contro i totalitarismi è espressa in maniera forte e diretta e le atmosfere dell’album appaiono molto più cupe ed angosciose. Un lavoro per certi versi molto diverso da tutti gli altri.
La reunion è avvenuta dopo l’attacco alle Torri Gemelli dell’undici settembre (Ethan si trovava all’interno di una delle torri durante l’attentato, NdC). Dopo aver suonato qualche concerto della reunion, Thom, Greg ed io eravamo d’accordo sull’idea che Savage Republic rimaneva ancora qualcosa d’incompiuto. Io avevo lavorato su un progetto noise insieme a Scot Jenerik dal 1997 sino al 2004. Noi tre non eravamo d'accordo con Bruce che voleva portare la band nella direzione di un post-rock strumentale. Tutti noi eravamo stati influenzati da quel che noi allora chiamavamo punk (e che oggi molti definiscono post-punk), come i Joy Division, i Wire, i Gang of Four. In quel periodo abbiamo registrato “1938”: c’erano molti temi politici agghiaccianti e abbiamo deciso di affrontare quei temi direttamente, nello stesso modo molte delle nostre canzoni cercano di affrontare quei temi in modo chiaro, onesto e diretto. Ritengo che questi temi siano ancora attuali, con tante persone che volontariamente rinunciano alla loro vita privata e alla loro libertà, per cercare di ottenere qualche cambiamento positivo. La tecnologia presenta un genere intrinseco di contraddizione. Ha permesso la Primavera Araba, con la promessa di un ampliare la libertà e la democrazia per la gente, ma allo stesso tempo è ancora utilizzata per cercare, emarginare e opprimere gli oppositori politici. Penso che l’idea di 1938 sia un ammonimento che tutti dovrebbero tenere a mente. Si tratta di una dichiarazione forte che va affermata con forza. Detto questo, Savage Republic è principalmente una band strumentale ed io personalmente sento che la band attuale lasci ancora molta libertà d’interpretazione all'ascoltatore. Questo è utile perché ci permette di lasciare spazio alla coesistenza di idee e temi apparentemente distopici e contraddittori. Il tutto crea una bella tensione artistica che è quello che apprezzo di più dell’arte.
Nel 2012 con “Varvakios“ ritornate in Grecia proprio nei giorni dei tumulti legati alla crisi economica, a distanza di 23 anni dalla registrazione di "Custom" (1989) a Salonicco. La vostra storia con la Grecia è nata casualmente, ma ha acquistato nel tempo moltissimi nuovi significati. Sembra quasi che questo legame sia un segno del destino. La Grecia è un davvero posto speciale, crocevia tra l’Egitto, l’Occidente e l’Oriente, ed è diventata la seconda vostra casa. Che cosa rappresenta davvero per voi la Grecia ed il Mediterraneo?
Abbiamo una base di fan molto forte e di lunga data in Grecia. In aggiunta, la band originale fu influenzata dalla musica di Theodorakis e quella regione del mediterraneo ha una lunga storia di conflitti e di contaminazioni culturali. Questo si sposa perfettamente con molti temi caratteristici di Savage Republic. Anche se questa nostra popolarità in Grecia può essere nata per caso, penso che la musica e la cultura greca si adattino molto bene alle idee artistiche (e alle apparenti "contraddizioni") che i Savage Republic propongono, tra cui molti esperimenti musicali di confine tra Est ed Ovest, tra musica e arte.
In questi giorni sto ascoltando alcuni brani di “Aegean”, di prossima uscita. The Arab Spring è davvero un qualcosa di meraviglioso. Quando è prevista l’uscita?
L’uscita di "Aegean" è prevista a febbraio del 2014 durante il tour in Italia e in Grecia. La formazione è quella attiva da diversi anni: Thom Fuhrmann, Alan Waddington, Kerry Dowling ed io. Siamo accompagnati da alcuni meravigliosi musicisti ospiti nell'album, tra cui Blaine Reininger (Tuxedomoon, NdC) al violino. Blaine ha anche collaborato in Varvakios e si è unito a noi in alcuni concerti negli ultimi nostri due tour europei.
Ethan, è stato davvero un enorme piacere conversare con te. Ci vediamo a Roma il prossimo febbraio.
Interview with Ethan Port (Savage Republic)
Felice Marotta (Distorsioni) - Ciao Ethan, it's really a great pleasure for me talking with Savage Republic, that I consider among the most important bands of the independent rock scene.
ETHAN PORT (Savage Republic) - Grazie Felice. Let me just say that these are just my personal views and opinions. I am not speaking for any other members ofSavageRepublic, past or present.
The Savage Republic debuted in 1982 with "Tragic figures", mixing an industrial post-punk with tribal rhythms and traditional music. Something truly alternative. What was in your opinion the element really innovative and distinctive of Savage Republic’s sound?
In 1982 I was still just a fan of the band (I joined in 1984). As a fan of the early band, I was immediately drawn to the raw tribal primitive beats mixed with exotic melodies, but also combined with the energy and angst of the new punk and what is now called “post-punk” scene. I liked the idea that the music could not be identified as being from any particular place or genre, but it still seemed to fit in with all the other very interesting and innovative music that was coming out at that time (for example Joy Division, Wire, PiL, etc.). Also, Savage Republic fit in well with the experimental art/music scene in L.A.at the time. There were many artists experimenting with completely new approaches to music and performance. There was a lot of competition and inspiration. It was a very energetic scene which gave people permission to break traditional boundaries and conventions. At the same time the scene was very chaotic with a lot of drug fueled youth rioting in the streets, and the LA cops trying to stomp it all out. I think all of those elements combined to influenceSavageRepublic's direction, and also to make the project interesting, beautiful and relevant to me as a 17 year old kid.
In the 80s Savage Republic have built a iconography linked to the imaginary of a promised land and of a new freedom. But behind that exotic romanticism, there are hidden horrors and tragedies, as the wars of liberation in Africa and the civil wars in Lebanon and Iran. Was it the way to show the hidden side and contradictions of certain utopias of the 60s and 70s?
Yes, for me personally the concept of a Savage Republica ways carries contradictions, just like any real government or group of people. I have always been drawn to art that explores contradictions and irony. However what I always loved aboutSavageRepublicis that at its best the music always feels very genuine and sincere, regardless of the juxtaposition of musical themes and influences. For me the bestSavageRepublicsongs hold together as a coherent piece of art that invokes very intense, visceral feelings and emotions.
In an interview, you pointed out that Savage Republic was essentially an art-punk band. Art-punk that is not tied primarily to the concept of avant-garde, but mostly to the concept of art. An aesthetic imaginary that still remains the characterizing element of the band. It's a correct reading?
I believe the original band definitely had a very visual arts influence. Both Bruce Licher and Mark Erskine were visual artists and designers. Mark Erskine also created some amazing performance art at UCLA at the time, and Bruce and Mark worked on some great films. There are many instrumental songs that could be a sound-track for some epic movies. Bruce Licher’s graphics also reinforced the overall concept and feeling of the band and the music. I feel in the current lineup the bar has been raised up in terms of musicianship. The core concept of what makes up a Savage Republicsong remains and I feel it is still appropriate to refer to SavageRepublicas an art-punk band. For example, Varvakios can definitely be considered as a conceptual art work. It was recorded in just 3 days in the middle of the Greek austerity conflict/riots, and captures the feelings of that moment in time, perhaps more like the way a photographer tries to capture a fleeting moment in time.
The expressive might of the sound of Savage Republic is decidedly post-modern, as if the tribal forms of that sound evoke the alienation of modern life. In this, Savage Republic was very close to Einsturzende Neubauten, who in those years were doing similar things but 6000 miles away. What were the similarities and differences with the German band?
Yes, for me the “expressive might of the sound” is what I am always striving for. Working with Thom especially has taught me that it is also possible to create that “expressive might” out of silence and the “calm before the storm”. I do agree that Neubauten andSavageRepublicwere exploring similar conceptual ideas at the time. Again, this comes from the viewpoint of an outside fan of the music. When I was18, just after Tragic Figures came out, I traveled aroundEuropein the summer of 1982. Neubauten’s first album Kollaps had just come out, and was playing at a record shop inHamburg. I immediately identified the similarities with Savage Republic, and I sought them out to say hello. Mufti and Alex were there at the time and we started a long time friendship. A few years later we played with them in the Mojave desert, just when Thom Fuhrmann, Greg Grunke and I stared working with Bruce Licher to create a new version ofSavageRepublic. At the same time, before I joinedSavageRepublic, I was personally very influenced by seeing Throbbing Gristle and Public Image perform in Los Angeles (Savage Republic opened for PiL at that show). I started playing very experimental music at UCLA in the sub-basement fallout shelter of the old Physics building with my friends. It was a giant concrete reverb chamber. Greg Grunke and I met in 1982 at UCLA and played a lot together. I would put DaDa like flyers up around UCLA asking people to join us in the fallout shelter for experimental noise jams. I would see Mark Erskine and Bruce Licher at UCLA and I invited Bruce to join us, which he did a few times. Brad Laner and some of his other friends also joined us for a few of the bigger experimental noise-jam sessions. When I learned about Einsturzende Neubauten inGermany, it was obvious from the sound that they were exploring similar territory.
Your gigs have become legendary. A rhythmic and tribal power unleashed by two bassists and an unknown number of percussionists, able to drag the audience into true and proper trance states. Tell us about some episode.
Last year we played inWarsawto a younger audience. After the show a lot of people stuck around and told us they were completely knocked over by the performance and did not expect it form an “old 80s band”. That show definitely felt similar to some of the big shows we played in the 80s. At it’s best,SavageRepublicsounds like a run-away locomotive that tries to sweep everyone up into the cyclone. I would also like to point out that inPolandwe played as a 4 piece and still could create that “gigantic” sound experience. At it's best, people tell me the music still transports them to another place, with the complex harmonic sound washing through them.
In 1986 with "Ceremonial" the sound becomes not only evocative of a liberation struggle but also of a promised land. I think about Andelusia, Mediterranean, Dionysius. You stray a little from post-punk to become precursors of new sound, that will characterize the next decades.
Ceremonial was driven a lot by Bruce’s idea of creating more of a post-rock sound-track album. We also wanted to explore larger guitar sounds with more experimental tunings. Personally at the time I remember I was very influenced by a Glenn Branca concert I had seen at UCLA, and later by Sonic Youth’s Bad Moon Rising album. But each member brought their own influences to the mix in Ceremonial. To my ear, I feel Ceremonial was over-produced. The live versions of the songs often had more cacophony, but I feel the over-production also brought out a melancholy brooding feeling, which is also interesting. I really love Year of Exile from that album, and I feel we play a good version of it in the current lineup. I think it is true we were exploring similar musical ideas that became popular later with Godspeed and other post-rock bands.
"Jamahiriya" (1988) is an album in some ways provocative. Jamahiriya in Arabic means "democratic republic", but paradoxically none of the Arab countries of Africa and the Middle East has become a truly democratic society. The cover image shows sunny landscapes and exotic places, but "Jamahiriya" seems a metaphor for the contradictions linked to human nature, incapable to build truly free and democratic society. It's really so?
I personally feel Jamahirya was trying to bridge the divide between the post-rock sound-track approach of Ceremonial and the more brutal confrontational aspect of Tragic Figures, while still exploring new musical ideas. Personally, I definitely had more of a “middle-eastern” music sense in mind when we were composing songs for Jamahiriya vs. Ceremonial. We did not set out to create a particular political statement. Jamahiriya is also mainly instrumental, and a lot of the songs were written together as a group. Brad Laner also contributed a lot to that album and changed the rhythmic sound of the band. You also hear that influence on Customs, with more elements of German post-rock and noise. Personally, I always imagine the songs on Jamahiriya as more of a western news report of conflict from some middle-eastern country, rather than coming to any particular conclusion of decision. When I say “middle-eastern”, I do not refer to a particular country or politics, but more to a general processing of various musical styles through a post-punk and post-rock perspective. An of course in many politically unstable regions, the opposing factions take on "democratic" or "liberation" sounding names while they are really just totalitarian thugs. Unfortunately it is a common cycle that the alternative to a bad, oppressive government is another bad, oppressive government.
In 2002, Savage Republic come together after a break lasting thirteen and in 2007 publish "1938", the album perhaps more overtly political. The complaint against all totalitarianism is expressed in a strong and direct way. The atmosphere of the album is much more gloomy and agonizing. A work in some ways very different from all the others.
The reunion came about after I was at the WTC on 9/11. After playing the reunion shows, Thom and Greg and I agreed there was some unfinished business. I had been working on a noise project with Scot Jenerik from 1997 until about 2004. The three of us did not agree with Bruce wanting to take the band is such a purely instrumental post-rock direction. All of us are influenced by what used to be called Punk music (I guess today a lot of those bands are called Post-Punk), like Joy Division, Wire, Gang of Four. We definitely wanted to have a few “anthem” songs that make a bold statement. At the time we recorded 1938, there were a lot of chilling political themes, and we wanted to address those themes directly, in the same way many of our songs try to address themes in a straight-forward, honest and direct manner. I feel those themes are still spot on, with people volunteering to give up their personal privacy and freedom in order to get some perceived benefit. Technology presents its own kind of “contradiction”. It allowed the Arab Spring, with a promise of expanding freedom and democracy for people, yet also is used to hunt down, marginalize and oppress political opponents. I feel the idea of 1938 is a warning we all need to keep in mind. It is a strong statement that is worth stating strongly. That being said,SavageRepublicis mainly an instrumental band and I personally feel the current band still leaves a lot of interpretation to the listener. This is convenient because it allows us to leave room for seeming dystopian and contradictory ideas and themes to coexist. That creates a nice artistic tension that I like in a lot of art.
In 2012 with "Varvakios" the band returns to Greece in the days of riots related to the economic crisis, twenty-three years after the recording of "Custom" (1989) in Thessaloniki. Your history with Greece was born by chance, but it acquired a lot of new meanings over time. It almost seems that this link is a sign of destiny. Greece is a very special place, a crossroads between Egypt, the West and the East, and it has become the second your home. What that means really for you the Greece and the Mediterranean?
We have a very strong and loyal fan base in Greece. In addition to the original band being influenced by the music of Theodorakis, the Mediterranean region has a long history of conflict and colliding cultures. That fits perfectly with many strong themes of SavageRepublic. Although our relative fame in Greecemay have been born by “chance”, I think Greek music and culture fits in very well with the artistic ideas (and seeming “contradictions”) presented in SavageRepublic. A lot of our music experiments with the boundary between “eastern” and “western” music and art.
In these days I'm listening to some new songs of "Aegean". The Arab Spring is something really wonderful. When it will be released?
“Aegean” is scheduled for release in Feb 2014 along with a tour of Italy and Greece. The lineup is the same as it has been for several years now: Thom Fuhrmann, Alan Waddington, Kerry Dowling and myself. We are joined by some wonderful guest musicians on the album as well, including Blaine Reininger on violin.Blaine also performed on Varvakios and was able to join us for a show on each of our last two European tours.
Ethan, it was really a great pleasure to converse with you. See you in Rome next February.
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