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31 Marzo 2013 , , ,

Julian Cope SAINT JULIAN – 2 CD EXPANDED EDITION

1987-2013 - Universal Music

julian cope juliane saint julian expandedQuanta acqua è passata sotto i dolmen, da quando Julian Cope, non ancora acclamato druido, diede alle stampe “Saint Julian” (1987), album terzo della propria avventura  solistica dopo l’esperienza  Teardrop Explodes. Una prova che rispetto ai precedenti  “Fried” e “Word Shut Your Mouth”, datati 1984, esprimeva fin dalla iniziale Trampolene  lo scossone che il musicista intendeva dare alla propria carriera: una sterzata verso un pop/rock  più attento alle classifiche, senza tradire minimamente il proprio imprinting creativo. Il tutto all’insegna di una raggiunta maturità vocale, di una produzione meglio curata, di una immagine di se’più definita; tutto subordinato al tentativo di arrivare ad un mercato più ampio e variegato. Già, quanta acqua. E ora che l’album viene ristampato in versione DOPPIO CD EXPANDED EDITION, ci accorgiamo di  come il tempo non abbia minimamente scalfito la tenuta di questi brani.

 

Anzi, è di tutta evidenza quanto tali sonorità risultino ancora spendibili nei confronti di coloro (fans o emuli) che tuttora frequentano l’appeal di certo raffinato proto brit rock, o post punk, o wave metà anni 80’ che sia. Certo che Cope a quell’epoca era proprio in grande spolvero: nel primo dischetto che ripropone l’ originaria selezione, dopo la Trampolene di cui sopra, l’album innesta Shot Down dal piglio digrignato delle chitarre e l’incedere spedito fino alla successiva Eve’s Volcano (Covered In Sin), autentico manifesto di sapienza melodica e carisma popedelico. Spacehopper è un r’n’r che non dà scampo e fa muovere le chiappe, Planet Ride riffa poderosamente controtempi funky  con la voce di Julian a pieno regime; poi World Shut Your Mouth, altra irresistibilejuliansaint progressione destinata ad una grande dimensione live. Segue l’aggraziata Saint Julian, pura squisitezza pop in salsa Cope.

 

E proprio quando si ha sentore che il tiro possa  placarsi, ecco Pulsar e Screaming Secrets, due espressioni, la prima più muscolare, la seconda più rutilante, della potenza performante del musicista, coadiuvato da ottimi strumentisti ed effigiato in copertina in una discarica, a braccia aperte, come un messia tra i rifiuti. Conclude A Crack In The Clouds, unico brano della raccolta a discostarsi per una più accentuata ricerca di atmosfere sospese e coloriture financo  drammatiche. Il secondo dischetto, è un ricco compendio (o copendium, come ora va di moda annotare) di delicatessen non per forza destinate ai soli cultori. Anzi, tra b-sides, remix, cover e registrazioni live, la raccolta aggiuntiva risulta, sul piano della freschezza, il completamento ideale della ristampa. Si tratta di 14 brani di cui 11 rintracciabili (per i ricercatori) anche in tre EP’s usciti tra il 1986 e 1987, “Julian Cope” (1986, Island), “Eve's Volcano (Covered in Sin')“ (1987, Island), “Trampolene” (1987, Rough Trade). Ma molto più semplicemente il secondo dischetto di questa expanded edition non contiene altro che le 14 bonus tracks della ristampa Island di Saint Julian del 2004, e corrisponde anche esattamente alla compilation The Followers Of Saint Julian” uscita nel 1997 sempre per l'Island Records.

 

julianfollowersTra le tracce in evidenza la cover  I’ve Got Levitation dei 13th Floor Elevators e Umpteenth Unnatural Blues , squadrate scorribande rock intrise di umoralità roots, un’ alienata Warwick the Kingmaker, i due strumentali insinuanti e psichedelici Almost Beautiful Child (I & II) e Transporting, l’altra cover di Non Alignment Pact, abrasivo classico dei Pere Ubu, a cui segue il tragitto lunare di  Mock Turtle, dalla melodia molto simile alla stupenda Head Hang Low contenuta nell’album “World Shut Your Mouth” (1984, Mercury), che ci riconsegna un Cope più sensibile e gentile. Per finire con i remix Trampolene Warne Out Mix  e World Shut Your Mouth Trouble Funk Mix, per i quali ci sentiamo di assicurarvi una felice esperienza di gasazione nell’ascolto (cuffie consigliate). E’ risaputo che Saint Julian non dette i risultati di vendita sperati. Eppure (ri) ascoltandolo oggi, se ne percepisce la centralità nell’epica copeana, come snodo decisivo di tutta la futura carriera discografica del nostro. Un personaggio che ha saputo accreditarsi come musicologo, divulgatore di vecchie e nuove tendenze, come stimato studioso delle civiltà neolitiche, come acceso agitatore culturale e politico. In definitiva, un doppio cd che non cerca nostalgia, ma attualità di ascolto e divulgazione di sonorità ancora mirabilmente contemporanee.

 

Marco Prina

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