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20 Maggio 2021

Franco Battiato – Un Essere Speciale (1945-2021)


Non sono un accanito cacciatore di autografi, collezionista di firme o di selfie con personaggi celebri, però da fan di un determinato artista se vado ad un concerto o alla presentazione di un libro, mi porto dietro, dischi, CD e romanzi da farmi firmare (nel mio piccolo succede pure a me con i miei romanzetti gialli) e magari mi faccio anche una foto col protagonista. Quella volta di molti anni fa, stranamente, non mi portai dietro nessun vinile e nessun CD, dei molti che possedevo, pur sapendo che avrei incontrato Franco Battiato al cinema Ritz, nel centro di Alassio, dove avrebbe presentato il suo film “Musikanten” (2005) con conseguente dibattito con l’autore. Da fan di Battiato rinunciai (a malincuore) alla contemporanea serata del festival di canzone d’autore “Su la testa” di Albenga e con mia moglie ci recammo ad Alassio. Mentre nell’atrio del cinema aspettavamo l’inizio del film improvvisamente si materializzò Battiato, in un classico ed elegante completo grigio, uscito per fumare. Arrivò sulla porta del locale proprio dov’ero io; ed io, che di solito saluto, cerco di interagire con l’artista di turno e non mi faccio scappare l’occasione di scambiare due parole, curiosamente non dissi proprio nulla. Rimanemmo accanto, uno vicino all’altro senza rivolgerci la parola guardando entrambi le automobili a pochi metri di distanza che sfilavano lungo la Via Aurelia quasi sfiorandoci coi gomiti. Non fu timidezza, soggezione o qualche timore reverenziale nei confronti del Maestro, accadde così in modo spontaneo e senza alcuna tensione. Ora non voglio cadere nel più becero spiritual-esoterismo dell’affermare che si creò tra noi una sorta di sintonia astrale che ci fece stare bene anche senza un briciolo di conversazione, ma credo di potere dire che, almeno per quanto mi riguarda, forse per autosuggestione, vissi quel breve tempo di una sigaretta (la sua) con una serenità particolare persino difficile da descrivere sentendomi comunque in contatto e in sintonia con lui nonostante il nostro silenzio. Musicalmente avevo incontrato Battiato fino dai suoi esordi astral-cibernetici con gli immaginifici album avanguardistici “Fetus” (1972) e “Pollution”, (1972), poi mi ero affiancato a lui percorrendo le prime strade del medio oriente appena accennate in “Sulle Corde Di Aries”, (1973) mentre in “Clic”, (1974) dedicato al Maestro Karlheinz Stockhausen, avevo con lui varcato I Cancelli Della Memoria che conducevano alle ostiche astrusità sonore ancor più accentuate nei collages sonori e provocatori di “M.lle Le Gladiator” (1975), “Battiato” (1977), Juke-Box (1978) e “L’Egitto prime delle sabbie” (1978), per poi cambiare bruscamente rotta e addentrarmi con lui nel bosco della canzone pop a caccia di un cinghiale bianco (1979) seguito da una dozzina di album di straordinarie “canzonette” visionarie e fuori da ogni schema, tra i quali quel “La Voce Del Padrone”, primo album italiano a raggiungere il milione di copie vendute. Oltre a tutto questo, avevo tallonato il musicista siciliano in tutte le sue molteplici collaborazioni (Osage Tribe, Juri Camisasca, Giorgio Gaber,Telaio Magnetico, Alice, Giuni Russo, Giusto Pio…) senza contare gli album di cover (i tre Fleurs) e le opere cosiddette colte legate alla musica classica e lirica quali la "Messa Arcaica", "Gilgamesh", "Genesi" e un paio d’altre, oltre alle colonne sonore (possiedo persino quella del film “Una Vita Scellerata” biografia romanzesca di Benvenuto Cellini il cui vinile originale (1990) mi dicono sia piuttosto raro). Tutta questa corposa produzione di oltre trenta album compositi, visionari, colti e immaginifici, pur non volendo abusare della parola genio, fa di Franco Battiato sicuramente un essere speciale, quell’essere che in una lontana sera del 2005 ebbi il piacere di affiancare sulla porta di un cinema e di sentirmi legato intimamente a lui nonostante ci dividesse un oceano di silenzio.

Maurizio Pupi Bracali

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