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6 Marzo 2023 ,

Animaux Formidables We Are All Animals

2023 - Autoproduzione

Per ribadire quanto espresso dal titolo del loro album d’esordio e dal nome che si sono dati il duo degli Animaux Formidables si presentano sul palco con delle maschere feline in latex, del resto anche i loro nomi non sono noti, infatti si fanno chiamare semplicemente Mrs e Mr Formidable. E in effetti non si può negare che formidabili lo siano davvero e anche un po’ animaleschi, perché la loro musica ha davvero una potente carica selvaggia e brutale che non lascia indifferenti. Proprio per mantenere intatta questa dimensione che trova dal vivo la sua rappresentazione migliore, la band, in quest'album, "We Are All Animals", ha seguito il suggerimento di Marco Fasolo (Jennifer Gentle, I Hate My Village), produttore dell’album, che ha voluto registrare il disco in analogico e in presa diretta dando per buona la prima take, il risultato gli ha dato ragione. Dietro l’urlo potente e rumoroso del loro malsano garage noise c’è il grido doloroso di un’umanità che sembra perdersi e non riconoscersi più, siamo maschere di un carnevale di cui siamo inconsapevoli, così come stiamo perdendo la nostra natura animale, ma non sappiamo cosa diventeremo e tutto questo ci crea paura, angoscia, “I will put myself into a fortress of solitude” potrebbe essere l’unica drammatica ancora di salvezza, sempre che salvezza ci sia. Le percussioni martellanti scandiscono stordenti il ritmo come colpi di maglio sulle nostre fragili e smarrite esistenze, le distorsioni della chitarra lacerano le nostre poche certezze e ci conducono verso i vasti territori oscuri dell’incertezza e dell’oscurità in sintonia con testi inquieti e molto efficaci. Le dieci canzoni del disco si muovono sulle tracce di band come Pussy Galore, White Stripes, John Spencer fondendo noise, glam, fuzz, blues rock, garage, ma inevitabilmente viene subito in mente anche un altro duo italiano, anch’esso batteria e chitarra, The Devils, di cui abbiamo parlato su queste pagine, ma gli Animaux Formidables ci sembrano più portati a ricercare una linea melodica nelle loro composizioni, così come ad avere momenti in cui la furia si placa per lasciare il passo a una dolorosa malinconia per esempio in Do You Mind. Da apprezzare la pregevole confezione, dall’artwork cibernetico della cover a cura del collettivo artistico EBLTZ, all’idea di inserire tutti i testi, riprodotti sul retro di un miniposter dell’immagine della copertina.

 

 

 

Voto: 7.5/10
Ignazio Gulotta

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