Unepassante SEASONAL BEAST

Nel 2013 Unepassante si cimentava con la prova di “No Drama”, un album che lasciava nell’ascoltatore un certo senso di spaesamento e una speciale indecisione nel giudizio. Ciò che tuttavia appariva chiarissimo era la volontà per Giulia Sarno, alias UnePassante, di imporre alla propria produzione una forte torsione compositiva destinata a confrontarsi con la materia elettronica abbandonando l’analogicissimo folk delle prime prove. E in "Seasonal Beast" è su questa strada che prosegue nella personale ricerca di momenti cruciali nei quali il suono può cadere e svoltare.

In questa avventura Unepassante imbarca felicemente Emanuele Fiordalisi e David Matteini in grado di fornire quel valore aggiunto che rende “Seasonal Beast” la reale rivelazione di questo inizio d’anno. Le atmosfere sono quelle sofisticate degli ultimi The XX ma senza la pedante ricerca dell’intatto di questi ultimi. Ci troviamo cioè di fronte ad un lavoro sporco e raffinato al tempo stesso che parla diretto con ogni mezzo compositivo disponibile e necessario. La morbida violenza dei tratti sintetici di Sapling Tree, a nostro parere la migliore prova dell’album. Non mancano momenti di ricerca un pochino naivizzante come nel vocoder ostentato e banausico di Sleep. Degni di nota anche i barocchismi di This Be the Verse da una poesia del critico musicale e poeta inglese Larkin ben rimaneggiata a forza di sincopi e melodie stracciate da downtempo di classe e una notevole capacità interpretativa della voce di Giulia Sarno, la stessa che deve avere colpito i Numero6 che a suo tempo la vollero per una collaborazione nel loro ultimo lavoro.
Ben orchestrato e prodotto “Seasonal Beast” appare come un buon inizio d’anno per le nostre orecchie aduse a molti ascolti e, siamo sicuri, una delle grandi sorprese del piccolo panorama italiano del prossimo futuro.