Elisa Giobbi Firenze Suona – La scena musicale e artistica raccontata dai protagonisti
Mancava davvero un libro che ci raccontasse quello che è successo a Firenze negli ultimi 30 anni ma ci ha pensato la brava e attenta Elisa Giobbi a colmare questa lacuna con questo "Firenze suona", 378 pagine d'amore incondizionato per la propria città e la sua scena musicale. Non è il primo volume che parla (anche) dei protagonisti degli ottanta, gli anni della cosiddetta new wave, periodo storico in cui il capoluogo fiorentino è stata al centro dell'attenzione nazionale, perché era il posto dove per magia tutto accadeva o doveva succedere, dove si lanciavano mode e tendenze oltre a essere un punto di ritrovo e di aggregazione. Anni luce distante dall'attuale rivoluzione (?) digitale che grazie a computer, telefonini e social network ha portato i contatti umani ad un livello d'azzeramento totale. Se andate in una qualsiasi libreria italiana, una minimamente fornita, troverete più di un volume su Litfiba, Diaframma ed altri eroi fiorentini ma mai c'era stato un libro che parlasse o analizzasse tanto in profondità quello che è successo da 30 anni a questa parte in terra di Toscana. Elisa Giobbi non è caduta nella trappola del "faccio tutto da me", perché scrivere di proprio pugno una cronistoria dei fatti poteva rappresentare qualcosa di difficoltoso ma soprattutto presuntuoso.
E allora, alla maniera dei migliori documentari rock, ha deciso saggiamente che non c'era niente di meglio che far raccontare l'intera vicenda ai suoi protagonisti, a chi davvero ha vissuto in prima persona quei giorni ormai andati. Nelle quasi 400 pagine, per circa quattro anni di ricerche, si susseguono molte interviste o semplici conversazioni con tutti i principali artisti o addetti ai lavori che resero quell'epoca se non proprio memorabile quantomeno degna d'attenzione. Non manca davvero nessuno, da Piero Pelù, a Federico Fiumani, i due più noti, ai ragazzi della Bandabardò, Andrea Chimenti, passando addirittura per il veterano Narciso Parigi e altri ancora. C'è spazio pure per personaggi che con la musica c'entrano poco ma significativi per capire la scena fiorentina. Fra di loro lo scrittore Marco Vichi, David Riondino, Alessandro Benvenuti ed il grandissimo Carlo Monni, recentemente scomparso.
Degli addetti ai lavori è molto interessante quello che ci racconta Nicola Vannini (Diaframma, Soul Hunter) adesso una delle menti pensanti della Audioglobe, che illustra perfettamente la Firenze degli ottanta, parlando di locali storici, Banana Moon, Rockoteca Brighton, Tenax, Manila e altri, di radio, Controradio e Radio Centofiori e di etichette discografiche, Contempo, Materiali Sonori (di San Giovanni Valdarno), Kindergarten e la storica I.R.A. di Alberto Pirelli. Definisce quel periodo storico "Rinascimento Fiorentino", termine impegnativo ma che rende l'idea di quanto stima era riposta nelle produzioni artistiche della sua città, anche se molto lontane creativamente da quelle inglesi. Chi scrive ha vissuto in pieno quei fermenti fiorentini e non può che confermare quando raccontato dai protagonisti anche quando qualcuno di loro sembra uscire dal seminato, vedi i fantasiosi racconti di Alessandro "Aquila" Vichi. Da certi interventi si capisce quante cose sono cambiate in questi anni, ce lo spiega con grande saggezza Federico Fiumani: "all'epoca i dischi si ascoltavano, si studiavano e soprattutto si amavano moltissimo".
Aggiungiamo da parte nostra che negli anni ottanta la gente andava ai concerti per sentire e vedere gli artisti, non per fotografare le band o fissare continuamente lo schermo di uno smartphone. Ma pure Ghigo Renzulli (Litifba) la pensa allo stesso modo "dopo il rap, che è stato l'ultimo movimento giovanile di rilievo (sigh!) non c'è stato più niente, adesso tutto è piatto e ripetitivo, si copia il passato, spacciandolo per nuovo". Difficile sostenere il contrario. A proposito di nuove realtà Elisa Giobbi ci ricorda, attraverso una decina di interviste che nell'area fiorentina, Prato, Arezzo e Pistoia incluse, sono in azione alcune band e artisti davvero degni di nota. Come dimenticarsi infatti di Alberto Mariotti
(King of the Opera), I Ka Mate Ka Ora dei fratelli Venturini (anche nel magnifico progetto parallelo Werner), gli aretini Sycamore Age, la splendida Giulia Sarno (foto a sinistra) di UnePassante, i Bad Apple Sons e ci aggiungiamo i grandi Blue Willa, adesso non più in attività.
Una panoramica completa su 30 anni di Firenze e dintorni, con l'opzione (ed il vantaggio) per il lettore d'iniziare il libro dal capitolo che preferisce, senza avere problemi a perdere il filo del racconto. Un sentito ringraziamento a Elisa per la profonda ricerca, la passione e il grande impegno profuso per rendere "Firenze suona"un volume imprescindibile non solo agli appassionati fiorentini ma a tutti coloro che amano o hanno a cuore le sorti della (spesso) bistrattata scena musicale indipendente italiana.
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