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24 Maggio 2022

Aldo Clementi: Un’Alchimia Per Musica E Scacchi.


Aldo Clementi (Catania, 25/05/1925-Roma 03/03/2011) ebbe il suo primo contatto con la musica in famiglia, ascoltando i pezzi, alcuni di Franz Schubert, eseguiti da suo padre, l’ing. Ignazio Clementi Landolina, che si dilettava nel tempo libero, oltre che a giocare a scacchi, nel suonare il violino. Il giovane Clementi, a tredici anni, intraprese lo studio del pianoforte con Guido Marchese e proseguì a sedici anni sotto la guida di Giovanna Ferro, che era stata allieva di Alfredo Casella. Negli anni Trenta in occasione delle frequentazione degli ambienti musicali, colti e raffinati, della città etnea avvennero anche le sue prime esibizioni musicali in concerti privati in serate spesso organizzate dalle signore Eugenia Zappalà e Franca Damiani Timpanaro. Si diplomò nel 1946 al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. L’anno successivo si perfezionò nello strumento seguendo un corso tenuto dal pianista Pietro Scarpini a Siena. Sin dal 1941, quando ancora aveva sedici anni, fu parimenti attratto in modo irresistibile dallo studio della composizione ed iniziò tale cammino da autodidatta. Poi seguì a Catania le lezioni di Giovanni Pennacchio e di Gianni Bucceri.

Nel 1945 grazie alla rete di amicizie delle sue due sorelle maggiori vi fu un importante punto di svolta nella sua formazione musicale: conobbe Alfredo Sangiorgi, che casualmente si trovava in Sicilia, essendo stato sospeso dall’insegnamento per le devastazioni della guerra. Era docente di composizione al conservatorio di Bolzano, prima che l’istituto venisse temporaneamente chiuso in seguito ai bombardamenti. Clementi grazie a Sangiorgi, che conosceva quasi tutta la musica contemporanea procurabile di quel periodo e anche quella precedente, seguì degli studi più regolari. Nel 1949 da Catania si trasferì a Bolzano per mantenere il contatto con il maestro, che dopo la fine della guerra aveva infatti ripreso l’attività di insegnamento al conservatorio. Clementi ebbe così modo di conoscere le musiche dei maggiori esponenti della musica contemporanea (Alban BergAnton von Webern) e fu affascinato soprattutto dall’atonalità di Schönberg e dal suo metodo dodecafonico. In questa fase giovanile sotto l’influenza dei Sechs Kleine Klavierstücke si collocano due composizioni della sua prima produzione: il Preludio per pianoforte (1944) e Due poesie per voce e pianoforte (1946), poi eseguite a Vienna l’anno successivo. Trasferitosi definitivamente a Roma nel 1952, divenne allievo di Goffredo Petrassi che aveva conosciuto l’anno precedente a Bolzano: in quella occasione grazie alla nuova Sonatina per pianoforte (1951) era entrato nelle grazie del maestro. Clementi ebbe come valenti compagni di corso Ennio Morricone e Domenico Guaccero. Sotto la guida di Petrassi nel 1954 si diplomò in composizione al Conservatorio di Santa Cecilia. In questo periodo si collocano alcune sue composizioni: i Tre piccoli pezzi per flauto, oboe e clarinetto (1955), la Sonata per tromba, chitarra e pianoforte (1955), gli Studi per tromba, violino e pianoforte (1956) e il Concertino in forma di variazioni per nove strumenti (1956) dedicato a Petrassi. Inoltre nel 1956 ebbe la prima esecuzione importante di una sua opera alla Radio di Amburgo, per il ciclo Das neue Werk (Cantata su un frammento di Pedro Calderón de la Barca, 1954). Nella seconda metà degli anni Cinquanta ebbe modo di incontrare Bruno Maderna. Fu un rapporto «di decisiva importanza»: Clementi apprese con entusiasmo alcuni principi dello strutturalismo post-weberniano e così modificò il suo modo di comporre. Nacquero dalla sua mutata poetica i Tre studi per orchestra da camera (1956-57), che vennero eseguiti nel 1957 ai Ferienkurse di Darmstadt, frequentati dal musicista catanese fino al 1962. Clementi aveva ormai adottato un metodo di composizione prettamente grafico-visuale tramite l’uso di carta millimetrata a discapito del pentagramma non più ritenuto soddisfacente per la creazione di serie frammentate che si intercalavano e poi si perdevano in una rarefazione sonora, moltiplicandosi geometricamente alla stregua di una girandola di un caleidoscopio. In questa direzione fu anche spinto dalla sua forte attrazione per la pittura contemporanea e stimolanti in tal senso furono le amicizie strette con gli artisti del gruppo di avanguardia Forma 1 (Piero Dorazio, Gastone Novelli, Achille Perilli, Ugo Sterpini). A tale fase si ascrivono Composizione n. 1 per pianoforte (1957), Ideogrammi n.1 per 16 strumenti (1959) e Ideogrammi n. 2 per flauto e 17 strumenti (1959), Triplum (1960) e soprattutto 2 Collage, azione musicale in un atto su soggetto e materiale visivo di Achille Perilli (1961) destinata al teatro. L’opera fu un esperimento così innovativo ed avanguardistico che la tecnologia dell’epoca non lo riuscì a supportare adeguatamente. Fu l’ambizioso progetto di «unificare più forme espressive (musica, pittura, cinema e teatro) in una forma nuova di spettacolo». Clementi si avvalse per questo lavoro, realizzato nel biennio 1959-61, anche dell’esperienza e della tecnica compositiva maturata nel campo della musica elettronica presso lo Studio di Fonologia Musicale della Radiotelevisione Italiana di Milano, dove si era temporaneamente trasferito già dal novembre del 1956. Qui aveva incontrato l’eccentrico John Cage che negli anni Cinquanta aveva introdotto un metodo compositivo basato su tecniche casuali ed aleatorie implicanti scelte non intenzionali, aprendo così nuove vie alla tecnica compositiva. Tuttavia ancora prima di Cage la musica elettronica lo aveva soprattutto colpito per «il libero montaggio di parti indipendenti, che si completavano a vicenda senza che ci fosse la necessità di un ordine gerarchico nelle sequenze. Non c’era più il concetto di prima e dopo come nella musica strumentale». Inoltre lo stesso materiale, una volta montato, poteva suggerire all’autore delle cose nuove. Appartengono a questo filone parimenti Collage 2 (1962), Collage 3 (Dies irae) nel 1967 e Collage 4 (Jesu, meine Freude) nel 1979. Inoltre all’inizio degli anni Sessanta fu tra i fondatori dell’associazione romana Nuova Consonanza, insieme a Mario Bertoncini, Mauro Bortolotti, Antonio De Blasio, Franco Evangelisti, Domenico Guaccero, Egisto Macchi, Daniele Paris e Francesco Pennisi con lo scopo di divulgare la nuova musica con una regolare attività concertistica. Clementi poi, affascinato dal concetto di un «continuum» senza inizio e senza fine caratteristico della pittura informale (Tapies, Fautrier, Pollock, Tobey, Dorazio, Calder), rinnovò ancora una volta il suo linguaggio musicale. La pittura in tale direzione a suo avviso era già avanti rispetto alla musica e dunque sentiva la necessità di colmare questo vuoto, creando un corrispettivo musicale  dell’arte informale. Clementi così compose Informel 1 con presenza di strumenti a suono indeterminato (1961), Informel 2 (1962), Informel 3 (1961-63), le due Varianti B  (1963) ed A (1964). Soleva comporre in questa prima metà degli anni Sessanta scrivendo segni grafici su un rullo mobile di carta attaccato alle pareti della sua stanza così da non perdere mediante una sorta di procedimento ad incastro il senso della continuità del flusso sonoro del pezzo in fieri. Nella seconda metà degli anni Sessanta Clementi fu affascinato dalla Optical Art di Victor Vasarely, che introdusse nella pittura un linguaggio cinetico figurativo, basato sulla disposizione e la riproduzione in serie di figure geometriche con colori complementari diversi.. A questa poetica di «a-formale ottico» sono informati i Reticoli (n. 11 nel 1966, n. 4 nel 1968, n.12 nel 1970) e i Concerti (1967). A partire dagli anni Settanta Clementi si ispirò alle opere del passato, quali ad esempio Mozart, Bach, Brahms, Schubert, ma con una rielaborazione del materiale musicale in chiave contrappuntistica e prettamente diatonica. Tra le composizioni di questa nuova evoluzione stilistica ricordiamo: B.A.C.H. per pianoforte (1970), Elegia per flauto e 12 fiati (1981), Interludi per coro e orchestra (1992), 1492 per 16 strumenti (1992), Blues per pianoforte (2001). La predilezione costante di Clementi nella sua poetica per il canone ed il contrappunto può essere semplificata da Aus Tiefer per voci femminili e strumenti (2004): in questo capolavoro di perfetta simmetria contrappuntistica diciannove canoni gravitanti verso un centro digradano specularmente per tornare all’inizio. Ritornò al teatro musicale con Es (1980) rappresentato al Teatro La Fenice di Venezia nel 1981 e con Carillon (1993) che nel 1998 andò in scena al Teatro alla Scala di Milano. Dal punto di vista didattico nel 1971 ebbe incarichi di docenza in composizione e in musica elettronica al Conservatorio di Pesaro. Dal 1971 al 1992 tenne l’insegnamento di teoria musicale nel corso di laurea in DAMS dell’Università di Bologna. Clementi nella sua attività di insegnamento non mancava mai di dimostrare la sua perfetta padronanza del grande repertorio del passato (soprattutto Bach, Beethoven, Brahms, Stravinskij) ed invitava i suoi allievi a riflettere non solo sulla funzione compositiva di ogni oggetto sonoro, ma anche del suo rapporto con gli altri all’interno della partitura presa in esame, vale a dire poneva l’attenzione sul rapporto metrico che lega una singola parte al tutto nel sistema di proporzioni del canone. Nel 2005, per l’ottantesimo genetliaco del compositore catanese, gli furono tributati numerosi omaggi e concerti in festival e rassegne sia nazionali che internazionali. Il Premio speciale DAMS alla carriera gli fu assegnato dall’università di Bologna. Il 22 maggio 2007 gli fu assegnata la direzione onoraria dell’Istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania. La facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, dopo aver promosso un convegno di studi sulla sua figura, gli conferì il 18 aprile 2008 la laurea honoris causa in filologia moderna. Nel mese di maggio fu presentato nell’auditorium del Monastero dei Benedettini a Catania il «Documentario per Aldo Clementi» prodotto

(Aldo Clementi e Santo D. Spina dopo una partita a scacchi, nel 1997,  archivio privato Lucio Spina) dall’Istituto Musicale «Vincenzo Bellini» e realizzato dai professori Giuseppe Cantone e Dario Miozzi. Nel film-documentario una breve sezione, curata in parte da Santo Daniele Spina, fu dedicata alla passione di Clementi per gli scacchi. Il 22 ottobre dello stesso anno, in occasione della quarta edizione del Sinopoli festival al palazzo dei congressi di Taormina, fu dedicato un omaggio ad Aldo Clementi sia con l’esecuzione di alcune sue composizioni sia con l’allestimento in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania della mostra «Partita a scacchi con la musica» che conteneva fotografie, quadri e pensieri, tra cui uno dedicato al rapporto tra il gioco degli scacchi e la creazione musicale, ma venne meno la preziosa opportunità di cimentarsi nel gioco degli scacchi con il Maestro Clementi. Come documentano anche testimonianze di alcuni suoi amici musicisti. Aldo Clementi ebbe una forte passione per gli scacchi, un gioco che sulla scacchiera non a caso poteva originare col movimento dei suoi pezzi affascinanti reticoli geometrici (basti pensare alle implicazioni matematiche del giro del cavallo). Ennio Morricone ricordava di essersi misurato qualche volta con lui e lo giudicava uno scacchista bravo e attento, ma si rammaricava tuttavia che avesse avuto rare occasioni di potere giocare con Clementi. Misha Donat rammentava la passione del compositore catanese per i problemi di scacchi. In un festival musicale russo, organizzato dall’auditorium di Roma e dall’Accademia di Santa Cecilia, collateralmente si disputò una singolare gara di scacchi per i musicisti scacchisti: seduto a giocare, come ricorda Bruno Cagli, c’era anche Aldo Clementi. Durante le prove dello spettacolo Merz, per cui il compositore realizzò un coro astratto di tamburi che scandivano il ritmo e il tempo, Clementi ne approfittava per giocare a scacchi nel bar vicino, come racconta Achille Perilli. Nicola Sani una volta ebbe ad incontrare di mattina presto Clementi all’aeroporto: era tutto intento a giocare contro una scacchiera elettronica che soleva portare in viaggio. Anche Michelangelo Zurletti ricorda che Clementi amava giocare contro i computer scacchistici e nei viaggi in treno di andata e ritorno da Roma a Pesaro, ove entrambi insegnavano, Clementi era solito tirare fuori la sua piccola scacchiera, sfidando con successo gli occasionali avversari. Certamente l’interesse per gli scacchi spiega da parte di Clementi la composizione nel 1973 di Blitz, un’azione musicale per gruppo strumentale con evidente allusione al gioco lampo negli scacchi. Pur avendo imparato il gioco tardi, in occasione delle feste natalizie trascorse negli anni Sessanta a Catania, da suo padre Ignazio (Catania, 10/07/1885-Catania, 28/10/1975), decano dello scacchismo catanese, divenne un forte giocatore di 2ª categoria nazionale. Socio del Circolo Scacchistico «Cyrano» e della sezione scacchistica del Dopolavoro Dipendenti Comunali di Roma, esordì nel torneo nazionale di Catanzaro (18-26 aprile 1970), condividendo il felice momento della promozione alla 3ª nazionale con alcuni scacchisti, suoi cari amici: Mario Peragallo, Raimondo Moncada, Maurizio Nobile e il greco Basile Giannas.
Prese parte nello stesso anno a due simultanee tenute a Roma da forti giocatori con buoni risultati: infatti pattò sia contro il maestro tedesco Hermann Heemsoth sia contro il maestro internazionale Alvise Zichichi. Al torneo open di Rovigo (14-22 ottobre 1972) conquistò la 2ª categoria nazionale. Nel 1973 si distinse per il pareggio ottenuto contro il forte maestro Alberto Giustolisi che giocava in simultanea. Al 1974 in una serata scacchistica in casa Zaccagnini ebbe modo di giocare con John Cage, geniale compositore della «musica silenziosa». Clementi si cimentò sia nella soluzione di problemi di gare speciali indette da «L’Italia Scacchistica» (1970) e da «Scacco!» sia perfino nel gioco per corrispondenza, essendosi iscritto all’ASIGC.

Inoltre quale collezionista e amatore di libri antichi e di riviste scacchistiche di pregio, possedeva alcune annate della «Nuova Rivista degli Scacchi» e della rara rivista «Le Palamède», edita a Parigi dal 1836 al 1847. Amò a tal punto gli scacchi che in un momento della sua vita ebbe la seria tentazione di lasciare la musica per dedicarsi interamente al gioco dei re, che, come espresse in un suo pensiero, aveva un forte legame con la musica: «A scacchi si gioca per linee orizzontali, verticali, diagonali. Geometrie e intuizioni, riflessione e decisione. Anche sulla scacchiera si disegnano contrappunti. Sono stato un grande appassionato»).  In occasione dell’Omaggio ad Aldo Clementi e Francesco Pennisi, svoltosi al palazzo del municipio di Catania il 6 gennaio 1996, insieme a mio padre Lucio, maestro di musica, ebbi modo di conoscere personalmente Aldo Clementi, che già tuttavia qualche tempo prima avevo contattato telefonicamente per alcune mie ricerche di storia degli scacchi sul Circolo Scacchistico Catanese. Da quell’incontro nacque subito una spontanea empatia che ci legò negli anni a venire. Quando Clementi aveva occasione di recarsi a Catania, era un piacere incontrarci anche per poche ore per disputare amichevoli partite in serena e armonica amicizia. Due volte lo andai a trovare nella sua casa di Roma e mi concesse con la sua consueta affabilità e gentilezza di studiare e fotografare i documenti del suo archivio scacchistico, in cui era confluito il prezioso carteggio di Ignazio Clementi Landolina, suo padre. Da Stoccolma Clementi non mancava di inviarmi ogni anno in gesto di amicizia una cartolina illustrata con allusioni musicali (una chiave di violino) e scacchistiche (la mossa 2.Cf3!?).

 

 

 

Discografia

 

Brani per strumento solo 

   Preludio per pianoforte (1944)

   Suite per pianoforte (1945-1946)

 Sonatina per pianoforte (1951)
 Composizione n. 1 per pianoforte (1957)
 Intavolatura per clavicembalo (1963)
 B.A.C.H. per pianoforte (1970)
 Replica per clavicembalo (1972)
 Manualiter per organo (1973)
 Fantasia su Frammenti di Michelangelo Galilei per liuto (1976)
 Sigla per organo (1977)
 Gian(ca)rlo Cardini per pianoforte preparato (1978)
 Variazioni per viola sola (1979)
 Dodici variazioni per chitarra (1980)
 Frammento per pianoforte (1983)
 Fantasia su Giorgio Moench per violino (1983-1985)
 Lento per violoncello solo (1984)
 Variazioni su B.A.C.H. per pianoforte (1984)
 Studio (sul tocco) per pianoforte (1993)
 Turmuhr per una suoneria di campane (1995)
 Ein kleines… per fisarmonica (1998)
 Loure per pianoforte (1998)
 Variazioni per pianoforte (1999)
 Blues per pianoforte (2001)
 Otto variazioni per chitarra (2002)
 Ricercare per chitarra (2002)
 Invenzione 4 per pianoforte (2003)

Musica elettronica

 Collage 2 (1960)
 Collage 3 (Dies Irae) musica elettronica su nastro magnetico (1967)
 Madrigale per pianoforte preparato a 4 mani e nastro magnetico (1979)
 Fantasia su Roberto Fabbriciani per flauto e nastro magnetico (1980-1981)
 Parafrasi canone a 18 voci e nastro magnetico (1981)
 Passacaglia per flauto e flauto registrato (1988)
 Studio per una passacaglia per nastro magnetico (1993)

Musica da camera

Sonatina per flauto e pianoforte (1950)
 Sonata per tromba, chitarra e pianoforte (1955)
 Tre piccoli pezzi per flauto, oboe e clarinetto (1955)
 Concertino in forma di variazioni per 9 strumenti (1956)
 Studi per tromba, violino e pianoforte (1956)
 Ideogrammi n. 1 per 16 strumenti (1959)
 Ideogrammi n. 2 per flauto e 17 strumenti (1960 al Teatro La Fenice di Venezia)
 Triplum per flauto, oboe e clarinetto (1960)
 Informel 1 per percussioni e strumenti a tastiera (1961)
 Informel 2 per 15 esecutori (1962)
 Invenzione per violino, mandolino, tromba, fisarmonica e grancassa (1962)
 Reticolo 11 per 11 strumenti (1966 al Teatro La Fenice)
 Reticolo 4 per quartetto d'archi (1968)
 Reticolo 12 per 12 archi (1970)
 Concerto per pianoforte e 7 strumenti (1972 al Teatro La Fenice)

 Blitz – Azione musicale per gruppo strumentale (1973)
 Esercizio (B.A.C.H.) per mezzo violino, violino e viola (1975)
 Reticolo 3 (B.A.C.H.) per 3 chitarre (1975)
 Intermezzo per 14 fiati e pianoforte preparato (1977)
 Quintetto per archi (1978)
 Sphinxs per violino, viola e violoncello (1978)
 Berceuse per clarinetto basso, viola e violoncello ad libitum, pianoforte preparato         (1979)
 L’orologio di Arcevia per 13 esecutori (1979) diretto da Roberto Abbado per il Teatro     La Fenice di Venezia.
 Elegia per flauto, 4 fagotti, 4 corni e 4 tromboni (1979-1981)
 Nun komm, der Heiden Heiland canoni per 3 trombe e 2 tromboni (1980)
 Pastorale en rondeau per 2 violini, viola, clavicembalo e carillon (1981)
 Concerto "2E 2M" per 16 strumenti (1981-1982)
 Adagio per quintetto con pianoforte preparato (1983)
 AEB per 17 strumenti (1983)
 Duetto per flauto, clarinetto e 2 strumenti in eco (1983)
 Komm süsser Tod per 12 esecutori (1983)
 1904 per 4 trombe, 2 corni e 2 tromboni (1984)
 Ouverture per 12 flauti (1984)
 Scherzo per flauto, clarinetto, violino e viola (1985)
 Concerto per pianoforte e 14 strumenti (1986)
 Fantasia per 4 chitarre (1987)
 Prelude (Hommage à Ravel) per 12 strumenti (1987)
 Cantabile per 12 esecutori (1988)
 Serenata per chitarra e 4 strumenti (1988)
 Tribute per quartetto d'archi (1988)
 Adagio cantabile per pianoforte e 12 strumenti (1989)
 Danze per 2 pianoforti a 12 mani (1989)
 Impromptu per clarinetto e quartetto d'archi (1989)
 Musette per arpa e 7 strumenti (1989)
 Sei canoni per flauto dolce contralto e clavicembalo (1990)
 1492 per 16 strumenti (1992)
 Om dagen i mitt Arbeten… per 2 violini, violoncello, clarinetto, celesta e pianoforte  (1992)
 Schema per 2 clarinetti, pianoforte, vibrafono e contrabbasso (1992)
 Agnus Dei (Dufay) per 12 strumenti (1993)
 C.A.G. per flauto, violino, vibrafono e chitarra (1993)
 Settimino per flauto, oboe, violino, pianoforte, viola, clarinetto e violoncello (1993)

 Danze 2 per 2 pianoforti a 12 mani e 6 flauti dolci (1994)
 Due canoni per flauto, violino e pianoforte (1994)
 Im Himmelreich per 9 strumenti (1994)
 For Colin Rose per 9 esecutori (1995)
 Luciano Berio per flauto e violino (1995)
 Clessidra 2 per violoncello con accompagnamento di pianoforte, celesta, arpa e vibrafono (1995-1996)
 Sei momenti per flauto, oboe, clarinetto, violino, viola e violoncello (1996)
 Canone per quartetto d'archi (1997)
 Etwas per flauto, oboe, clarinetto, violino, viola e violoncello (1997)
 Passacaglia 2 per flauto contralto, archi, pianoforte, tromba e corno (1997)
 Veni, creator... per 9 strumenti (1997)
 Dedica per clarinetto, pianoforte e violoncello (1998)
 Satz per quartetto d'archi (1998)
 Valzer su GESAA per 6 strumenti (1998)
 Concertino per flauto, clarinetto, pianoforte, 2 violini, viola e violoncello (1999)
 Von Himmel hoch per tastiera o per 4 strumenti (1999)
 Quattro fogli per 6 esecutori (2000)
 Till Bjorn per 10 esecutori (2000)
 Tre ricercari per 3 esecutori (2000)
 Trio per violino, violoncello e pianoforte (2000)
 Autunno per 9 strumenti (2001)
 Berceuse 3 per 12 fiati e trombone obbligato (2001)
 Lamento per violino, flauto, clarinetto, violoncello e pianoforte (2001)
 Melanconia, walzer per 8 violini (2001)
 Ottetto per 8 esecutori (2001)
 Satz 2 per quartetto d'archi (2001)
 Valzer su F.A.C. per 9 strumenti (2001)
 Invenzione 2 per 3 pianoforti (2002)
 Sonate Y per violino solo (2002)
 Invenzione 3 per violino, tromba e pianoforte (2002)
 Momento per quartetto d'archi (2005)
 Vertigo per 14 strumenti (2005)

Musica vocale

 Due poesie per voce e pianoforte (oppure voce e piccolo ensemble), testi di Rainer Maria Rilke e Victor Hugo (1946)
 Cantata per recitante, soprano, coro e orchestra da camera, testo di Pedro Calderón de la Barca (1954)
 Variante A per 72 voci e 72 strumenti su testo latino della Messa (1964)

 Silben per voce femminile, clarinetto, violino e 2 pianoforti (1966)
 Silben-Merz per una cantante, un'attrice e un baritono (1970)
 Otto frammenti per soprano, controtenore, organo, liuto e viola da gamba, da una ballade di Charles d'Orléans (1978)
 Im Frieden dein, o Herre mein, mottetto a 8 voci a cappella (1980)
 Cent Sopirs per coro da camera e 24 fiati (1983)
 Ach, ich fühl's per voce e 15 strumenti (1985)
 Mottetto su Re, Mi... per 18 voci femminili (1989)
 Cantilena per voce e contrabbasso (1989-1990)
 Interludi: Musica per il mito di Eco e Narciso per 12 voci e 24 strumenti a fiato (1992)
 The plaint per voce femminile e 13 strumenti (1992)
 En liteln Svensk rapsodi per voce femminile, clarinetto basso e pianoforte (1993)
 Rapsodia 1 per soprano, contralto e orchestra (1994)
 Vocalizzo per voce e 11 strumenti (1994)
 Wiegenlied per voce, 2 clarinetti, viola, violoncello e contrabbasso (1994)
 Canone perpetuo per 8 voci femminili e strumenti (1994-1996)
 Albumblatt per voce femminile, flauto, violino e chitarra (1995)
 Cantilena 2 per voce, violino, viola, flauto e clarinetto, testo di Elio Pagliarani (1997)
 Marieva per voce, violino, clavicembalo, flauto e contrabbasso (1997)
 Nenia per voce, violino, vibrafono, chitarra e pianoforte, testo di Friedrich Schiller (1997)
 Variazioni per voce sola (2000)
 Aria (Dowland) per voce femminile, viola da gamba e liuto (2001)
 2003 (Goffredo Petrassi in memoriam) per voce e 7 strumenti (2004)
 Aus Tiefer per coro femminile e strumenti, testo dal Salmo 130 (2004)

Musica orchestrale

 Tre studi per orchestra da camera (1956-1957)
 Episodi per orchestra (1958)
 Informel 3 per orchestra (1961-1963)
 Sette scene per orchestra da camera (1963)
 Variante B per 36 strumenti (1964 diretta da Daniele Paris al Teatro La Fenice di Venezia)
 Concerto per orchestra di fiati e 2 pianoforti (1967)
 Sinfonia da camera per orchestra da camera (1974)
 Concerto per pianoforte, 24 strumenti e carillon (1975)
 Clessidra per orchestra da camera (1976)
 Concerto per contrabbasso, strumenti e carillon (1976)
 Concerto per violino, 40 strumenti e carillon (1977)
 Capriccio per viola e 24 strumenti (1979-1980)
 Halleluja (variazioni sul corale) per orchestra (1982)
 Das Alte Jahr per orchestra da camera (1985)
 O du Selige per orchestra (1985)
 Berceuse 2 per orchestra (1989)
 Romanza per pianoforte e orchestra (1991)
 Rapsodia 2 per orchestra con accompagnamento di pianoforte (1994)
 Concerto per 2 clavicembali e orchestra d'archi (1996)
 Largo – nove variazioni canoniche per orchestra d'archi (1999)
 Quasi niente per 20 strumenti (2003)
 ’Concerto n. 2 per violino e strumenti, dedicato a Marta Pasquini (2006)

Lavori teatrali

 Collage, azione musicale in un atto su soggetto e materiale visivo di Achille Perilli (1961)
 Collage 4 (Jesu meine Freude), azione mimo-visiva per 8 voci, 8 ottoni e nastro magnetico (1979)
 Es, rondeau in un atto per 3 soprani, 3 mezzosoprani, 3 contralti e orchestra (1981 al Teatro La Fenice di Venezia diretta da Zoltán Peskó)
 Finale, azione lirica in un atto per 4 soprani e orchestra (1984),
 Carillon,  opera in un atto su libretto dell'Autore tratto da Hugo.

 

Bibliografia essenziale

AA.VV. Per Aldo Clementi nell’occasione dei suoi ottant’anni a cura di Maria Rosa De Luca, Salvatore Enrico Failla, Graziella Seminara, Catania, maggio 2005.
De Luca, Maria Rosa, Aldo Clementi un innovatore nella tradizione in «La Sicilia», 5 marzo 2011, p. 34.
Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti diretto da Alberto Basso. Le biografie, v. 2, Torino 1985.
Failla, Salvatore Enrico, Catania festeggia gli ottant’anni di Aldo Clementi grande maestro del Novecento in «La Sicilia», 28 maggio 2005, p. 23.
Pozzi, Raffaele, voce «Aldo Clementi» in Dizionario Biografico degli Italiani (2018).
Spina, Santo Daniele, La passione per il Nobil Giuoco del celebre musicista Aldo Clementi in «L’Italia Scacchistica» n. 1202, agosto-settembre 2008, p. 299. Spina, Santo Daniele, I giocatori di scacchi in Sicilia 1500-1978, Raleigh, dicembre 2013, 734 pp. (Lulu, ISBN 978-1-291-31923-1), pp. 177-178 (voce  su Aldo Clementi).  Spina, Santo Daniele, Vecchie immagini di scacchisti in Sicilia 1500-1979, Raleigh, gennaio 2015, 296 pp. (Lulu, ISBN 978-1-326-16541-3), pp. 73-76 (biografia di  Aldo Clementi con foto relative al torneo di Catanzaro).

Santo Daniele Spina

Video

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