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1 Settembre 2012 , ,

Primal Scream, Of Montreal, Steven Malkmus & The Jicks, Fuck Buttons XVI Ypsigrock Festival 10-11-12 agosto 2012, Castelbuono (PA)


Ypsigrock-poster

Giunto ormai alla sedicesima edizione, il festival di Castelbuono si conferma come uno degli appuntamenti musicali più importanti dell’estate, tre giorni in cui sotto le mura dell’austero castello dei Ventimiglia si esibisce quanto di meglio l’indie rock oggi possa offrire. Ma per prima cosa un plauso all’organizzazione, di efficienza e puntualità teutonica: alle 9 in punto, come da programma, sono iniziati i concerti e fra un gruppo e l’altro i tempi morti sono ridotti al minimo, il tempo di un panino con la salsiccia e di una birra. La location è poi molto suggestiva, il cortile del castello in cui si svolge il festival sorge nella parte più alta del paese e per raggiungerla si deve percorrere la strada principale di Castelbuono, un vero percorso fra le delizie tentatrici della gastronomia siciliana. Un apposito campeggio e i numerosi agriturismi della zona offrono una comoda possibilità di soggiorno.

 

 

10 agosto: Gentless 3, Altre di B, Of Montreal, Stephan Malkmus &The Jicks

Ma veniamo alla musica, il primo giorno, dopo le esibizioni dei siciliani Gentless 3 e dei bolognesi Altre di B, vincitori del contest “Avanti il prossimo” per band senza contratto discografico, e che hanno avuto il compito di aprire le danze - in particolare il post punk deiof Montreal bolognesi ha avuto un buon impatto sul pubblico - è stata poi la volta degli Of Montreal. La band ha fatto letteralmente esplodere il festival, un set di un’ora fiammeggiante e ipnotico, con Kevin Barnes che si dimostra vero animale da palcoscenico, che offre non solo la sua voce, ma il suo corpo sinuoso e asciutto in pasto al pubblico; quando rimane a torso nudo è evidente il richiamo ad Iggy Pop. La prima parte del loro show si indirizza verso una esplosiva miscela di glam e funky, voce acuta e sensuale e coretti su una ritmica incalzante hanno scatenato il pubblico, Prince aleggia sul palco; nella seconda parte il suono della band vira verso sonorità più new wave fino al delirio della conclusiva The Past Is A Grotesque Animal in cui uno space rock furioso ci ricorda le radici psichedeliche della band.

 

Ancora le orecchie e gli occhi sono impregnati dello scintillante show degli Of Montreal che sul palco sale il grande Stephen Malkmus & The Jicks: alto e dinoccolato l’ex Pavement si sistema in una zona poco illuminata del palco in un set basato essenzialmente sull’ultimo suo album; ma la performance stenta a decollare, il confronto con chi lo ha Stephen+Malkmus+and+the+Jickspreceduto è troppo stridente, si fa fatica ad entrare in sintonia con le canzoni classicamente indie di Malkmus, la testa e il corpo sono ancora dalle parti di Barnes & co. E questa è stata l’unica pecca del festival, è stata opinione comune a molti che sarebbe stato meglio invertire l’ordine fra i due set. Ma la classe è classe e poco alla volta Malkmus conquista il pubblico con le sue intense ballate fino alla conclusione con Summer Babe classico del repertorio dei Pavement. 

 

                                                                      Ignazio Gulotta

 

11 agosto: Venezia, Did, Shabazz Palaces, We Were Promised Jetpack, Fuck Buttons

Ed eccoci alla seconda serata di questo mirifico festival di indie rock. Dopo le iniziali schermaglie dei due gruppi apripista, Venezia e DID, tra l’altro nulla di particolarmente rilevante, è la volta di calcare il palcoscenico degli intriganti Shabazz Palaces. Il duo di Seattle, composto da Ishmael Butler, inteso Palazeer Labaro, e da Tendai Maraire, con all’attivo un album inciso per la prestigiosa Sub Pop, “Black Up” del 2011 e un paio di Ep, narcotizza la platea, meno numerosa della serata precedente, con un trip-hop di indubbia qualità ma dai ritmi troppo stracchi, almeno all’incipit, prima però di dar vita a un crescendo di sonorità tipicamente jungle, con staffilate alla Chemical Brothers, che accendono di qualche grado l’attenzione degli spettatori, fino a questo momento irretiti alquanto dai torpidi suoni dei ragazzi americani. Una performance interessante, ma che si rivela ancora inadeguata al comunque alto livello della kermesse.

 

we-were-promised-jetpacksA catturare caldamente l’attenzione degli astanti ci pensano, però, subito dopo, gli scozzesi We Were Promised Jetpack, il quartetto di Edimburgo capitanato dal cantante Adam Thompson, e con all’attivo due album, “These Four Walls” del 2009 e “In The Pick Of The Stomach” del 2011. Con un incalzare di sonorità a metà fra shoegaze e punk galvanizzano il pubblico, soprattutto la fascia più giovanile, rendendo elettricamente interessante la serata. Sia chiaro, nulla di particolarmente originale o di decisamente esaltante, specialmente agli occhi di chi di rock ne ha macinato a tonnellate, ma certamente dall’impatto adrenalinico notevole. Per chi ha avuto modo di ascoltare i loro lavori da studio, dal vivo rendono decisamente meglio, rinsanguando con grandi immissioni di energia un sound altrimenti riposante negli stereotipi del genere. 

 

La terza e conclusiva parte della serata è riservata ai Fuck Buttons,  un duo di Bristol, Andrew Hung e Benjamin John Power, con all’attivo due album, “Street Horrrsing” del 2008 e “Tarot Sport” del 2009. Si tratta, diciamolo subito, di un’autentica apocalisse tecnotronica. I due ragazzi, nemmeno il tempo di salire sul palco, si fronteggiano come con furia quasi pugilistica al centro di un ring virtuale, alle rispettive macchinefuck buttons elettroniche, fiondando nell’aria autentiche scudisciate di feedback electro, a volume quasi insostenibile e con un adeguato corredo di luci teso a precipitare il povero spettatore in una sorta di trance da allucinazione sonica. Osticissimi, ma sinistramente affascinanti. Si pensi a un connubio fra i devastanti Orbital di Satan e gli Aphex Twin dei lavori più hard. Uno spettacolo difficilmente dimenticabile. Cinquantotto minuti di ininterrotta scarica siderurgica nelle reti neurali! Certamente una delle migliori performance dell’intera rassegna.

 

                                                                 Rocco Sapuppo

 

12 Agosto: Alt-J, Django Django, Primal Scream

Ypsigrock si chiude con una serata davvero memorabile, la piazza è strapiena, evidentemente il richiamo dei Primal Scream ha attirato sulle Madonie gente da tutta l’isola e non solo. Si inizia puntualissimi alle 21, e benedico l’esser partiti per tempo tanto da consentirci  - panelle, cannolo e tè - di non perdere neanche un minuto degli ottimi Alt-J; il loro disco d’esordio poteva aver lasciato qualche piccolo dubbio sui quattro di Leeds, YPSIGROCK ALT-Jdubbi subito fugati da un set che ha riproposto il loro album d’esordio, “An Awesome Wave” in modo estremamente convincente, bravo il cantante Joe Newman, ma ottimo anche il resto della band, dai cori alla ritmica alle varie percussioni sono riusciti a mantenere la complessità sonora del loro alternative folk e a conferirgli l’energia necessaria in un live. Grande risposta del pubblico che ha via via tributato applausi crescenti, molti accompagnavano le canzoni cantando ed era visibile la gioia e la soddisfazione dei nostri di fronte ad un’accoglienza tanto calorosa, almeno Tesselate resterà a lungo nelle nostre orecchie. Qualche intoppo nella preparazione del palco per gli scozzesi Django Django che si ripeteranno nel corso dello show interrompendo tre volte Wor, sempre per problemi al synth. Il loro è un set molto danzereccio, ritmica tribale, passione per le colonne sonore italiane anni ’70, synth scatenati, psichedelia che coinvolge l’intera piazza in un dancefloor senza tregua, anche per loro un bel successo.

 

Ed ecco infine il momento più atteso della serata e, forse, dell’intero Ypsigrock 2012: intorno alle 23 è l’ora dei Primal Scream che celebrano i vent’anni del loro capolavoro “Screamadelica” che costituirà la parte principale della loro set list. Bobby Gillespie è in gran forma, pochi attimi e la piazza pende dalle sue labbra, il palco è la sua arena, corre, salta, si dimena, tanto che a un certo punto inciampa e cade dal palco, ma ci vuol altro per fermarlo, the show must go on, impossibile resistergli e non muoversi al ritmo dellaypsgirock primal scream musica. Movin’ On Up, dedicata a Pasolini, infiamma la platea e da lì in poi sarà un crescendo, da Swastika Eyes a una Loaded trascinante fra chitarrismi avvolgenti e citazioni ritmiche alla Sympathy For The devil, gli Stones aleggiano nell’aria e l’ora e mezza della band di Gillespie, che presentava al basso l’ex My Bloody Valentine Debbie Googe, concludono nel migliore dei modi un’edizione veramente indimenticabile e che conferma ormai l’Ypsigrock come l’appuntamento più importante per l’indie rock in Italia, line up, location, organizzazione (l’Associazione culturale Glenn Gould), atmosfera, competenza del pubblico sono davvero di primissimo livello.

                                                              Ignazio Gulotta

Ignazio Gulotta - Rocco Sapuppo
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